Il giovane sistema Planetario individuato presenta due pianeti caldi grandi come Nettuno, che possiedono un’età compresa tra i 30 e gli 80 milioni di anni. Il sistema scoperto è il più giovane tra quelli individuati dal telescopio spaziale TESS, o Transiting Exoplanet Survey Satellite, della NASA.
Il giovane sistema è stato scoperto da un gruppo di astronomi guidato dai ricercatori italiani dell’Istituto Nazionale di Astrofisica, l’INAF, ad una distanza di circa 500 anni luce. I risultati ottenuti dalla ricerca saranno a breve pubblicati sulla rivista Astronomy & Astrophysics. Il nuovo sistema planetario, che è stato denominato TOI-49, è stato analizzato attraverso i dati raccolti in Italia con il Telescopio Nazionale Galileo, a La Palma, nelle isole Canarie.
La ricerca è cominciata nel 2018, quando il satellite TESS ha registrato un calo, che avveniva ogni 4 giorni, nella luminosità di una stella nana arancione, poco più piccola e fredda del Sole, presente nel giovane sistema planetario. La stella scoperta è stata denominata TOI-942, dove TOI significa “Target of interest”, una sorgente decisamente molto interessante da poter studiare.
Grazie ai dati spettroscopici raccolti da HARPS-N, gli astronomi sono riusciti ad analizzare la stella che ospita i due pianeti. Silvano Desidera, ricercatore all’INAF di Padova, e co-autore dell’articolo, spiega che: “Anche se si conoscono già dei sistemi con singolo pianeta più giovani, tra i 15 e i 30 milioni di anni, TOI-942 è il sistema multi-planetario più giovane trovato finora da TESS”.
Al momento non è a disposizione un’unica comprovata teoria che spieghi la formazione ed evoluzione degli esopianeti, per questo motivo il sistema scoperto potrà divenire un importante laboratorio per sperimentare differenti teorie.
I due pianeti individuati presentano un raggio circa 4 volte maggiore a quello della Terra, e presentano un’orbita intorno ad una stella nana arancione, quindi poco più piccola e fredda del Sole.
Gli astronomi sono riusciti a individuare il sistema planetario, analizzando la diminuzione di luminosità della stella lungo la linea di osservazione della Terra, una condizione creata dal transito dei due pianeti, che è in grado di provocare delle piccoli eclissi della stessa madre.
Il pianeta più interno, secondo i dati spettroscopici raccolti, presenta un’orbita leggermente eccentrica, in altre parole presenta una forma ellittica anziché circolare. Gli astronomi attraverso i dati raccolti sono riusciti a scoprire che uno dei due pianeti completa un’orbita intorno alla stella ogni 4 giorni, mentre il secondo che si trova più esterno, impiega 10 giorni.
Ilaria Carleo, della Wesleyan University negli Stati Uniti e associata all’Inaf di Padova, ritiene che: “Questo giovane sistema planetario è un ottimo laboratorio per studiare come nascono e si evolvono i pianeti nell’universo”. Inoltre, precisa che: “La giovane età di TOI-942, ci permette di osservare le prime fasi dell’infanzia del sistema planetario”.
I ricercatori continueranno a monitorare TOI-942, per stimare la massa dei due pianeti attraverso il metodo delle velocità radiali, ovvero misurando il minuscolo effetto gravitazionale dei pianeti sulla loro stella ospite.
Per sapere altre informazioni ed avere maggiori dettagli su questi nuovi mondi dobbiamo aspettare ulteriori informazioni, che arriveranno dall’Agenzia Spaziale Europea, l’Esa, attraverso la Cheops, Characterisingv ExOPlanet Satellite, una missione spaziale che si occupa dello studio degli esopianeti entrata in azione nel 2020.
Il diciottesimo secolo fu pervaso da un intenso interesse scientifico per il nostro pianeta, si…
I calcoli suggeriscono che 2,5 supernove potrebbero colpire la Terra ogni miliardo di anni
Le stime: in UE serviranno 20 milioni di professionisti ICT entro il 2030, il mercato…
Gli astronomi hanno fatto la sorprendente scoperta di ossigeno ed elementi come i metalli pesanti…
Il peso dell'anima. L'enciclopedia Treccani così definisce l'anima: "Nell’accezione più generica, come del resto nella…
I satelliti, alimentati da metallo solido, potrebbero un giorno utilizzare i detriti spaziali come carburante