Global warming e morfologia degli animali

Proprio in questi giorni la politica internazionale prima con il G20 di Roma ed a seguire con il COP 26 scozzese (la ventiseiesima conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici) sta faticosamente cercando accordi per mitigare gli effetti del riscaldamento globale.

In questo breve articolo ci soffermeremo sulle modificazioni morfologiche che alcune specie di animali, soprattutto uccelli e roditori, stanno sviluppando per adattarsi alle conseguenze negative del global warming. In altri termini assistiamo ad un’accelerazione dell’evoluzione che pare non abbia precedenti per quanto riguarda l’aspetto fisico di alcuni animali.

In poco più di un secolo (un tempo incredibilmente breve per l’evoluzione) assistiamo ad un allungamento di becchi, code, zampe ed orecchie di alcune specie animali per assicurare loro un più efficace raffreddamento. Si tratta di una manifestazione concreta della regola di Allen. Questo postulato biologico è stato teorizzato da Joel Asaph Allen (1838 – 1921) zoologo ed ornitologo statunitense nel 1875.

La regola di Allen sostiene  che animali endotermi con uno stesso volume corporeo possono avere differenti aree superficiali, il che influenza la regolazione della temperatura corporea. In climi freddi è vantaggioso conservare calore e energia mantenendo un basso rapporto superficie volume mentre in climi più caldi è vero il contrario. Un animale si surriscalda in fretta se non è in grado di disperdere calore efficientemente, anche attraverso una forma corporea adeguata, con un alto rapporto superficie volume.

Un gruppo di ricerca della Deakin University di Melbourne (Australia) ha pubblicato uno studio su “Trends in Ecology and Evolution” che sembra confermare la regola di Allen. I ricercatori hanno scoperto che la forma delle appendici di molti uccelli e mammiferi si è modificata negli anni in parallelo con l’aumento delle temperature. Nei pappagalli australiani cacatua gang gang e parrocchetto dal groppone rosso, ad esempio, dal 1871 ad oggi le dimensioni del becco sono aumentate dal 4 al 10%.

Al toporagno mascherato in soli settanta anni si sono allungati coda e zampe. Nello stesso intervallo temporale l’apertura alare del pipistrello ipposidero dell’Himalaya è cresciuta del 1.64%. Studiare le modificazioni morfologiche negli animali correlate ai cambiamenti climatici, secondo i ricercatori firmatari di questo studio, aumenta la capacità di predizione sull’impatto del global warming ma soprattutto ci consentirà di capire per tempo quali sono le specie che si stanno adattando più rapidamente al nuovo contesto climatico e quali invece sono più vulnerabili e necessitano di politiche protettive adeguate.

Valmont57

Diversamente giovane, fondatore di Wiki Magazine Italia, (già Scienza & DIntorni), grande divoratore di libri, fumetti e cinema, da sempre appassionato cultore della divulgazione storica e scientifica.

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