Categories: MedioevoStoria

Gravidanza e parto nel Medioevo

La gravidanza e il parto sono due momenti centrali della vita quotidiana dell’Età di Mezzo. Sia pure in modo profondamente diverso tra nobili e classi agiate e contadini, questa fase della vita è carica di aspettative, rischi, riti e credenze.

La gravidanza

La medicina medievale ha un’idea approssimativa sui meccanismi che regolano la fecondazione e successivamente i nove mesi di gestazione. Molte conoscenze si rifanno addirittura ad Ippocrate, medico greco vissuto tra il V e il IV secolo avanti era volgare.

Secondo Ali ibn al-Abbas e Avicenna, che recuperano le idee di colui che viene considerato il padre della medicina scientifica, sono quattro le fasi che presiedono alla formazione dell’embrione. Durante la prima fase che dura al massimo sette giorni, prevale lo sperma. Durante la seconda fase di circa nove giorni “pare che il seme sia pieno di sangue: encefalo, cuore e fegato hanno una certa consistenza”.

Nella terza fase che dura circa dodici giorni, secondo Avicenna, lo sperma prima si trasforma in un grumo di sangue, poi in una piccola massa carnosa da cui iniziano a distaccarsi le future parti del corpo del neonato. Infine durante l’ultima fase della durata di 18 giorni le parti ben distanziate diventano pienamente visibili. Come si evince il protagonista assoluto del concepimento è il seme maschile, naturale conseguenza di una società dominata dagli uomini.

La donna in gravidanza

Pur in presenza di una società fortemente maschilista che spesso considera la donna come una mera fattrice, fin dal VI secolo, i regni romano-barbarici, mostrano un certo interesse nel proteggere la donna incinta, che nel suo grembo porta un bene prezioso. La legge salica infatti punisce con un ammenda di 600 soldi chi uccide una giovane ragazza libera e in età fertile, e di 700 soldi se la ragazza aspetta già un bambino. Mentre per una donna in menopausa, il suo assassino se la cava con 200 soldi.

Soprattutto tra i contadini che sono la maggioranza della popolazione gli aborti spontanei sono frequenti, causati dalla malnutrizione e dai lavori pesanti a cui le donne incinte sono sottoposte fin quasi alle ultime ore antecedenti il parto. Gli aborti spontanei sono provocati anche (e questo non risparmia l’aristocrazia e la grande borghesia mercantile) dall’età spesso giovanissima delle spose.

Anima e feto

I rimedi per evitare questa piaga sono fantasiosi quanto inutili. Si ricorre spesso a pratiche devozionali, come ad esempio dei piccoli quadri d’argento, Agnus Dei, medagliette devozionali che le donne devono indossare per tutto il tempo della gravidanza per proteggersi dal rischio di un aborto spontaneo. Alle donne poi si raccomanda di mangiare, soprattutto molta frutta, evitando soltanto i cibi più pesanti.

Un tema non secondario, in una società estremamente religiosa come quella medievale, è quello che oggi potremmo definire quando il feto diventa veramente un bambino. Per la società medievale quest’evento è riconducibile a quando il feto entrerà in possesso dell’Anima. Un decreto di Papa Gregorio IX stabilisce formalmente che il feto riceve l’Anima nel quarantesimo giorno dal concepimento per i maschi e nel ventiquattresimo per le donne.

Il parto

Il parto è la fase più delicata della gravidanza e viene affrontato in modo molto diverse se la donna è una contadina oppure una dama dell’alta nobiltà. Nel caso di parti reali, sono tali e tante le spese previste che si apre un conto appositamente dedicato a questo evento. Le camere reali destinate ad ospitare la nascita del bambino sono decorate magnificamente e spesso colorate di verde.

Per le donne di condizione meno elevata prevale la tinta bianca alle pareti, mentre si evitano scrupolosamente tappezzerie rosse o affreschi contenenti animali o volatili. Di tutt’altro tenore è il momento del parto vissuto da una contadina o comunque da una donna dei ceti più umili.

Quasi sempre queste donne lavorano fino all’ultimo momento e non è raro che a volte partoriscano nei campi. Tra la piccola nobiltà, i mercanti e comunque la nascente borghesia cittadina il parto avviene solitamente nella camera coniugale, ben riscaldata, con diverse brocche d’acqua pronte e la presenza esclusiva di donne che assistono la partoriente.

Il regno delle donne

L’autore delle “XV Joies de mariage“, opera databile all’inizio del Trecento, in cui le “gioie” alludono ai dispiaceri dell’uomo sposato, segnala che al capezzale della futura madre stanno soltanto delle comari, che canticchiano con lei, bevono vino e mangiano in abbondanza; il povero marito è totalmente escluso da questo evento.

Al momento della nascita sono dedicate varie opere, tra le quali Le Livre de la géneration, un breviario di medicina ebraica del XIII secolo che sul momento più delicato della gravidanza così prescrive: “La mammana si ungerà con olio il dito della mano sinistra calda e massaggerà l’orifizio della matrice per allargarlo affinché la placenta possa uscire insieme al bambino […]. Occorre inoltre prestare attenzione che esso non cada violentemente, c’è timore che si danneggi la testa o il collo nel momento in cui l’orifizio è aperto in modo naturale a causa del flusso degli umori. In quell’istante, spetterà all’ostetrica afferrare l’infante e tirarlo con un movimento oscillante. Quando si allarga la matrice, bisogna inoltre che la partoriente spinga e, quando essa si chiude, che lei trattenga la spinta per evitare un eccessivo riscaldamento, un’emorragia o una discesa della stessa matrice. Le assistenti che sono al suo fianco le massaggeranno con le mani la colonna vertebrale per far muovere il bimbo e completare la nascita. Quando sarà uscito del tutto, la mammana lo prenderà tra le mani con un panno pulito.”

Le contadine spesso partoriscono in piedi o accovacciate, mentre le signore della buona società si coricano sul letto coniugale in posizione semi seduta. Se la fuoriuscita del bambino è particolarmente complessa, sul ventre della partoriente vengono posizionate delle reliquie. Nel Livre des miracles de Sainte-Catherine-de-Fierbois, si consiglia a una donna di farsi leggere la vita di santa Margherita.

La morte in agguato

Il taglio cesareo conosciuto fin dall’Antichità sembra sparire dai libri del Medioevo, almeno fino al XII secolo quando viene raccomandato da Eudes di Sully, vescovo di Parigi, l’intento è quello di riuscire a salvare il bambino per poterlo battezzare.

Il parto è causa di un gran numero di morti per quanto riguarda sia i nascituri che le donne. Una delle cause sono le infezioni dovute alla mancanza di igiene delle mammane o comunque di coloro che aiutavano la donna a partorire. Spesso per le contadine che abitano in zone rurali periferiche l’assenza di altre donne a cui far riferimento in questo momento così delicato, rimette in gioco il marito, che sorretto magari dalle conoscenze acquisite durante i parti di pecore o vitelli, aiuta la moglie a mettere al mondo la prole.

Non ci dilungheremo in questa sede sul fatto che, per ragioni profondamente diverse, la nascita di maschi era considerata una benedizione sia per le classi dominanti che per quelle rurali, mentre la venuta al mondo di una bambina era spesso accolta come un vero e proprio fallimento.

Il dopo parto

Se la puerpera superava il momento del parto veniva rivestita con un abito bianco, lavata e rimaneva a letto a volte per alcune settimane. In questo periodo riceverà visite di parenti e amici che porteranno dei regali tanto più importanti quanto è elevato lo status sociale della famiglia. Fino alla purificazione la puerpera viene ritenuta impura.

Dopo una quarantina di giorni, la donna sfarzosamente abbigliata si reca in Chiesa per ringraziare la Vergine, si inginocchia sul sagrato e il prete la spruzza con l’acqua benedetta. Adesso è purificata. Per le contadine è tutt’altra storia. Dopo un giorno o due al massimo dal parto, le donne sono già al lavoro, nei campi con il marito, o comunque impegnate ad accudire gli animali e nelle mille dure incombenze domestiche di una vita di sussistenza.

Fonti:

Verdon, Jean. La vita quotidiana ai tempi del Medioevo

Natale Seremia

Appassionato da sempre di storia e scienza. Divoratore seriale di libri e fumetti. Blogger di divulgazione scientifica e storica per diletto. Diversamente giovane. Detesto complottisti e fomentatori di fake news e come diceva il buon Albert: "Solo due cose sono infinite: l’universo e la stupidità umana, riguardo l’universo ho ancora dei dubbi."

Recent Posts

Zuccheri e alimentazione

Una fonte nutritiva essenziale per il nostro organismo è costituita dagli zuccheri o carboidrati. Tra…

13 ore ago

Una questione di concentrazione

Troppo spesso leggiamo sui giornali o sui social network di alimenti o sostanze con mirabolanti…

2 giorni ago

Piante di ieri, piante di oggi

L'evoluzione dei vegetali è stata lunga e complessa, con un passaggio fondamentale, quello dall'acqua alla…

2 giorni ago

27 settembre: Notte Europea dei Ricercatori, il progetto CO-Science

Nell’ambito del programma Horizon Europe è stato finanziato, per il biennio 2024 e 2025, dalle…

6 giorni ago

NASA punta al mondo che potrebbe essere abitabile oggi

La sonda spaziale Europa Clipper ha superato un traguardo fondamentale. Ciò porta la missione sulla…

7 giorni ago

Piante pericolose

Alberi killer Il suo appellativo è piuttosto minaccioso, “fico strangolatore”, e per certi versi si…

2 settimane ago