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Hitler a Parigi

Alle ore 15,30 del 21 giugno 1940, a Rethondes, nella foresta di Compiègne, sullo stesso vagone ferroviario dove l’11 novembre 1918 era stata firmata la resa della Germania alla fine della prima guerra mondiale, la Francia firmava l’armistizio senza condizioni nei termini voluti da Adolf Hitler.

Sette giorni dopo, il 28 giugno 1940, Hitler per la prima ed unica volta farà una visita lampo a Parigi, la capitale della Francia sconfitta. Vi trascorrerà poco più di tre ore, accompagnato dal suo architetto preferito (che poi diverrà ministro degli armamenti) Albert Speer e Arno Breker, il suo scultore preferito.

Sarà una visita in sordina, senza parate trionfali o manifestazioni pubbliche del potere nazista. Il Furher che si considerava in virtù del suo passato un artista, si fece accompagnare in auto per dare una rapida occhiata alle principali attrazioni culturali ed artistiche della città.

La prima tappa fu all’Opéra, dove fece una visita guidata dell’edificio vuoto e sontuosamente decorato. Secondo Speer, Hitler «andò in estasi di fronte alla sua bellezza». A seguire, la delegazione tedesca visitò la chiesa della Madeleine, gli Champs-Élysées e il Trocadero, prima di fare un’altra rapida sosta, questa volta davanti alla Tour Eiffel.

Il momento di maggior pathos per il dittatore nazista fu però il complesso di Les Invalides dove si soffermò a lungo sulla tomba di Napoleone. I pochi giornalisti accreditati notarono come Hitler sembrasse rapito e muovesse ogni tanto le labbra come se parlasse con il generale corso. Il dittatore poi si rivolese alla nutrita delegazione che lo accompagnava con queste parole:

«Lo hanno deposto in un buco. Le persone devono abbassare lo sguardo su un sarcofago molto sotto di loro… al contrario dovrebbero alzare gli occhi su Napoleone, sentendosi piccoli di fronte alla grandezza del monumento e del sarcofago sopra le loro teste. Non puoi impressionare le persone se tu cammini per la strada e loro sono in cima a un edificio. Devono alzare gli occhi verso qualcosa che si trovi al disopra di loro: devi essere il centro della scena e il punto focale della loro attenzione, al di sopra del livello dei loro occhi».

La sera, tornando da Parigi ai suoi alloggiamenti in un villaggio nel nord della Francia, invitò Speer a cenare con lui. «Parigi era bellissima, vero?», commentò. «Berlino però deve diventare ancora più bella». E poi proseguì:

“Mi sono chiesto spesso se non dovremmo distruggere Parigi. Ma, quando Berlino sarà finita, Parigi non sembrerà che un’ombra. Perché distruggerla, allora?” Dopo qualche minuto congedò Speer.

L’imponente capitale del Reich millenario ventilata da Hitler non sarà mai realizzata mentre la Ville Lumiere non soltanto sopravviverà alle distruzioni della guerra ed all’occupazione nazista, ma resterà una delle città più affascinanti e dense di storia del mondo.

Valmont57

Diversamente giovane, fondatore di Wiki Magazine Italia, (già Scienza & DIntorni), grande divoratore di libri, fumetti e cinema, da sempre appassionato cultore della divulgazione storica e scientifica.

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