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Hubble osserva i detriti dall’asteroide Dimorphos

Hubble osserva i detriti dall’asteroide Dimorphos. Questa è l’ultima scoperta fatta del telescopio spaziale Hubble, su ciò che sta accadendo all’asteroide Dimorphos all’indomani dell’esperimento DART, acronimo di Double Asteroid Redirection Test, della NASA. Il DART ha colpito intenzionalmente Dimorphos il 26 settembre del 2022, modificando leggermente la traiettoria della sua orbita attorno all’asteroide più grande Didymos.

Gli astronomi che utilizzano la straordinaria sensibilità di Hubble hanno scoperto uno sciame di detriti. Questi oggetti, molto probabilmente, sono stati rilasciati dall’asteroide quando la NASA ha deliberatamente fatto impattare la sonda spaziale DART, da mezza tonnellata, contro Dimorphos ad una velocità di circa 14.000 miglia all’ora.

I 37 detriti che si sono formati dall’impatto hanno delle dimensioni variabili da 3 piedi equivalenti a 0,90 m, a 22 piedi, ossia 6,7 m, di diametro. I detriti, in base alla fotometria di Hubble, si stanno allontanando dall’asteroide a poco più di mezzo chilometro all’ora. La massa totale nei detriti rilevati è di circa lo 0,1% della massa di Dimorphos.

Hubble e i dettagli della scoperta

David Jewitt dell’Università della California, uno scienziato planetario che ha utilizzato Hubble per monitorare i cambiamenti nell’asteroide durante e dopo l’impatto del DART, ha affermato che: “Questa è un’osservazione spettacolare, molto meglio di quanto mi aspettassi. Vediamo una nuvola di massi che trasportano massa ed energia lontano dal bersaglio dell’impatto. I numeri, le dimensioni e le forme dei massi sono coerenti con il fatto che siano stati staccati dalla superficie di Dimorphos dall’impatto”.

Lo scienziato continua spiegando che: “La scoperta ci dice, per la prima volta, cosa succede quando colpisci un asteroide e vedi il materiale che esce fino alle dimensioni più grandi. I massi sono alcune delle cose più deboli mai viste all’interno del nostro sistema solare”.

David Jewitt ha affermato che la scoperta apre una nuova dimensione per studiare le conseguenze dell’esperimento DART. Ulteriori informazioni arriveranno attraverso l’imminente partenza della sonda spaziale Hera dell’Agenzia spaziale europea, che arriverà all’asteroide binario alla fine del 2026.

Hera eseguirà un’indagine molto dettagliata post-impatto dell’asteroide bersaglio. David Jewitt ha specificato che: “La nuvola di macigni si starà ancora disperdendo quando arriverà Hera. È come uno sciame di api in espansione molto lenta che alla fine si diffonderà lungo l’orbita della coppia binaria attorno al Sole”.

Hubble e i detriti

I detriti, molto probabilmente, non sono i pezzi frantumati del minuscolo asteroide causato dall’impatto. Secondo i ricercatori erano già sparsi sulla superficie dell’asteroide, come evidente nell’ultima immagine ravvicinata scattata dalla sonda DART appena due secondi prima della collisione, quando si trovava a sole sette miglia sopra la superficie.

David Jewitt ha stimato che l’impatto abbia scosso il due percento dei massi presenti sulla superficie dell’asteroide. Lo scienziato ha affermato che le osservazioni del masso di Hubble, forniscono anche una stima delle dimensioni del cratere da impatto creato da DART. I massi potrebbero essere stati scavati da un solco di circa 48 metri di diametro sulla superficie di Dimorphos. Hera, una volta giunta nei pressi degli asteroidi, determinerà la dimensione effettiva del cratere.

Dimorphos, molto tempo fa, potrebbe essersi formato dal materiale sparso nello spazio proveniente dal più grande asteroide Didymos. Il corpo del genitore potrebbe essersi girato troppo velocemente o potrebbe aver perso materiale a causa di una collisione con un altro oggetto, tra i possibili scenari. Il materiale espulso ha formato un anello che si è poi unito gravitazionalmente, formando così Dimorphos. Ciò lo renderebbe un cumulo di macerie rotanti di detriti rocciosi tenuti insieme da una forza di gravità relativamente debole. L’interno, molto probabilmente, non è solido, ma ha una struttura più simile ad un grappolo d’uva.

Conclusioni

Non è chiaro come i detriti siano stati sollevati dalla superficie dell’asteroide. Potrebbero far parte di un pennacchio di materiale espulso fotografato da Hubble e altri osservatori. Oppure un’onda sismica dell’impatto potrebbe aver attraversato l’asteroide, scuotendo le macerie superficiali.

David Jewitt conclude spiegando che: “Se seguiremo i detriti nelle future osservazioni di Hubble, allora potremmo avere dati sufficienti per poter definire le traiettorie precise dei massi. Inoltre, vedremo in quali direzioni sono stati lanciati dalla superficie”.

I team di DART e di LICIACube, acronimo di Light Italian CubeSat for Imaging of Asteroids, hanno anche studiato i massi rilevati nelle immagini scattate dalla fotocamera LUKE, acronimo di LICIACube Unit Key Explorer di LICIACube, nei minuti immediatamente successivi all’impatto cinetico di DART.

FONTE:

https://www.nasa.gov/feature/goddard/2023/hubble-sees-boulders-escaping-from-asteroid-dimorphos

Fabiana Leoncavallo

Laureata in architettura, mi ritengo una persona piuttosto poliedrica. Grande appassionata di scienze, astronomia, storia, letteratura, cinema e serie tv, tutti argomenti che amo descrivere nei miei articoli, che si basano su ricerche valide. Inoltre, amo molto effettuare studi sulla natura, sugli animali, sui cambiamenti climatici, sulla salute e l’alimentazione.

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