I 5 virus che hanno fatto il salto di specie negli ultimi 16 anni

L’allarme causata dal coronavirus che si è sviluppato nella città cinese di Wuhan è l’ultimo di una serie che nell’ultimo ventennio ha compiuto il cosiddetto salto di specie.

Quando un virus cambia la specie ospitante due possono essere gli scenari:

  1. l’ospite infettato è completamente sprovvisto di difese immunitarie specifiche che di solito contribuiscono ad attenuare i sintomi di infezioni portate da virus più largamente diffusi nella popolazione.
  2. il virus non ha avuto il tempo di modificarsi in varianti meno letali e quindi determina un’infezione grave nel nuovo  ospite.

Negli ultimi 16 anni si sono verificati numerosi salti di specie. Il primo nel 2003 si è verificato con la mutazione del virus della Sars (Severe Acute Respiratory Syndrome), che era stato trasmesso dai pipistrelli agli zibetti e poi all’uomo.
Sei anni più tardi, nel 2009, era stata la volta del virus dell’influenza A H1N1, la cosiddetta “influenza suina”,  trasmesso dagli uccelli ai suini e da questi all’uomo: un vero e proprio cocktail con elementi di tre specie che ha generato il quarto virus pandemico dopo quello della Spagnola del 1918, quello dell’Asiatica del 1957 e quello della Hong Kong del 1968.
Nel 2012 era stata la volta della Mers (Middle East Respiratory Syndrome), un altro coronavirus che dai pipistrelli si era trasmesso ai cammelli e poi all’uomo.
Nel 2014 ha acquisito la capacità di trasmettersi da uomo a uomo anche il virus responsabile della febbre emorragica di Ebola e adesso è comparso il nuovo virus, indicato con la sigla 2019-nCoV che, come hanno reso le autorità sanitarie cinesi, dai pipistrelli sarebbe passato a un serbatoio animale ancora non chiaramente identificato e da lì sarebbe mutato in modo da adattarsi all’organismo umano. 

Ad oggi secondo i dati forniti dalle autorità sanitarie cinesi sei sarebbero i decessi e 291 le persone contagiate, oltre ad un altro migliaio in osservazione. Il coranavirus però è già approdato in altri paesi (oltre che in altre città cinesi), si contano casi in Giappone e Tailandia. Il timore di un ulteriore diffusione di quella che potrebbe rivelarsi come una pericolosa pandemia è legato all’imminente Capodanno cinese che movimenta centinaia di migliaia di viaggiatori da tutti i paesi del mondo verso la Cina e viceversa. Il rischio di una rapidissima veicolazione del virus è pertanto da non sottovalutare.

Valmont57

Diversamente giovane, fondatore di Wiki Magazine Italia, (già Scienza & DIntorni), grande divoratore di libri, fumetti e cinema, da sempre appassionato cultore della divulgazione storica e scientifica.

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