L’attività della nostra stella viene misurata in base al numero di macchie solari che compaiono in maniera ciclica e più o meno intensa sulla superficie solare. Ogni ciclo dura approssimativamente undici anni e si sta concludendo il ciclo n. 24 da quando nel 1749 si iniziò a verificarne l’esistenza.
Stiamo attraversando una fase di minimo solare che secondo alcuni esperti potrebbe durare ancora per anni. Il minimo si dovrebbe raggiungere tra luglio 2019 e settembre 2020: poi si avrà una lenta ripresa, verso un nuovo massimo solare che dovrebbe aversi tra il 2023 e il 2026. Quando parliamo di minimo e di massimo dei cicli solari ci riferiamo appunto alla quantità di macchie solari presenti sulla superficie del nostro astro, più se ne “producono” e più il ciclo tende al suo picco massimo e viceversa.
Sul Sole, le macchie sono regioni più fredde (perciò appaiono più scure), ma sono anche le aree dove si manifesta in modo prepotente il campo magnetico solare, non conosciamo ancora bene il meccanismo che sottende questo particolare “funzionamento” della nostra stella. Alcuni ricercatori hanno ipotizzato che l’attuale minimo possa dare vita a un nuovo minimo di Maunder, un periodo di minimo solare durato circa 70 anni, dal 1645 al 1715. In quell’arco di tempo sulla Terra si ebbe un periodo di freddo intenso, e ci sono degli studiosi che hanno ipotizzato una correlazione tra minimi solari prolungati e clima e un possibile prossimo crollo delle temperature terrestri.
Va subito detto che questa ipotesi non incontra il favore di gran parte della comunità scientifica, in ogni caso andare verso un ciclo debole non può essere interpretato come un periodo di assenza di violente tempeste solari, anzi proprio il carattere “debole” che si preannuncia per il ciclo 25 dovrà farci temere più rari ma violenti brillamenti solari e forti tempeste magnetiche. Debole non vuol dire infatti che il Sole emette meno energia, ma che il suo campo magnetico è meno intenso e perciò vi sono meno macchie solari.
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