venerdì, Settembre 20

I concetti tecnologici visionari per aprire la strada verso il futuro nello spazio

I concetti tecnologici visionari per aprire la strada verso il futuro nello spazio. Le missioni progettate e condotte dalla NASA ci proiettano verso il futuro. I rover che esplorano Marte con strumenti all’avanguardia, navicelle e sonde spaziali che si avventurano verso lo spazio e che fanno ritorno a casa con un campione di asteroidi, un complesso telescopio spaziale progettato per scrutare l’universo primordiale. 

Queste sono tutte le missioni attualmente in corso. Cos’altro ci possiamo aspettare per il futuro? Cosa potrebbero permetterci di scoprire le missioni spaziali entro il 2050, o anche oltre?

Il programma della NASA ipotizza quali potrebbero essere le missioni. Ad occuparsi di ciò c’è il programma NASA Innovative Advanced Concepts (NIAC), che fa parte della direzione della missione per la tecnologia spaziale dell’agenzia. Questo progetto finanzia la ricerca durante la fase iniziale, che opera sui concetti tecnologici futuristici con un’impronta piuttosto fantascientifica. 

L’obiettivo principale è scoprire quale progetto potrebbe funzionare, e viceversa, invece cosa non potrebbe farlo. Inoltre, indaga tutte le entusiasmanti nuovi idee che vengono in mente ai ricercatori durante lo svolgimento delle ricerche.

I ricercatori, durante il simposio annuale della NIAC, che si svolge dal l 21 al 23 settembre 2021, presentano le loro idee. Queste, un giorno, potrebbero influire sulle future missioni dello spazio.

I micro-robot per i mondi oceanici

I modi oceanici, in cui gli oceani liquidi sono situati sotto a chilometri di crosta ghiacciata, secondo i ricercatori sono dei luoghi che potrebbero ospitare delle forme di vita nel nostro sistema solare. Una prospettiva decisamente allettante per gli scienziati, che progettano l’esplorazione di questi ambienti acquatici, una sfida decisamente unica nel suo genere.

Ethan Schaler, ingegnere meccanico di robotica presso il Jet Propulsion Laboratory della NASA, sta progettando un’idea promettente per l’esplorazione. Si tratta di robot stampati in 3D su scala centimetrica, dotati di sensori e attuatori. Questi saranno trasportati da un’astronave madre, che avrà come obiettivo quello di perforare il ghiaccio e dispiegare i micro-robot, oltre che il loro controllo in modalità wireless, attraverso l’utilizzo di onde ultrasoniche. 

Robot per le grotte marziane

I robot ideati per le missioni nell’acqua potrebbero essere l’ideale per determinate destinazioni, ma per altre no. Infatti, alcune richiedono altri tipi di strumenti e una presa più salda.
 
Marco Pavone, professore associato alla Stanford University, sta appunto ideando una potenziale soluzione. Il suo concetto di ReachBot, diverrebbe uno strumento in grado di strisciare rapidamente attraverso le caverne. Questo avverrebbe attraverso dei bracci estensibili in grado di percorrere lunghe distanze. 

Le sue caratteristiche permetterebbero a dei piccoli e leggeri robot di muoversi attraverso ambienti ostili, come nel caso di pareti verticali di roccia o superfici rocciose e irregolari, come le grotte presenti su Marte.

Strutture dispiegabili leggere che si espandono nello spazio 

I ricercatori sanno che per far decollare dalla Terra un veicolo spaziale extra-large, occorre un’attenta pianificazione. Questo perché le dimensione di ciò che può andare nello spazio dipendono molto da quanto può adattarsi un razzo. 

I lanci multipli e gli assemblaggi nello spazio si sono dimostrati molto efficaci in passato, nonostante ciò potrebbe esserci anche un altro modo. Zachary Manchester, assistente professore alla Carnegie Mellon University, sta valutando dei metodi per poter integrare i recenti progressi nei metamateriali meccanici in una struttura leggera e dispiegabile


Una struttura di questo tipo potrebbe essere lanciata all’interno di una singola carenatura del razzo, per riuscire poi a dispiegarsi autonomamente fino ad arrivare ad una dimensione finale ad una lunghezza equivalente a 10 campi di calcio. 

Semina di asteroidi con funghi per creare terreno spaziale

I concetti di habitat spaziale sono disponibili in tutte le forme e le dimensioni. Esiste un aspetto che li accomuna tutti, ossia quello di riuscire ad avere un pensiero innovativo per quanto riguarda la permanenza nello spazio durante i lunghi viaggi. Jane Shevtsov, in collaborazione con il Trans Astronautica Corporation, a tal proposito offre la creazione di un terreno, dal materiale dell’asteroide, ricco di carbonio. 

I funghi abbatterebbero fisicamente il materiale e degraderebbero chimicamente eventuali sostanze tossiche. Dei simili processi avvengono sulla Terra, come nel caso dei funghi ostrica che puliscono il terreno contaminato dal petrolio. 

La ricerca NIAC

La ricerca NIAC mira a ideare un progetto per i futuri habitat spaziali. Questi dovranno avere degli ampi spazi verdi e dei robusti sistemi agricoli. 

Il simposio 2021 NIAC comincerà martedì 21 settembre. Un discorso programmatico del responsabile della protezione planetaria di Mars 2020 Moogega Cooper, andrà in onda sulla televisione della NASA, sul sito Web dell’agenzia e sull’app della NASA

La NASA poi selezionerà le proposte NIAC attraverso un processo di revisione paritaria che valuterà l’innovazione e la fattibilità tecnicaTutti i progetti si trovano ancora nelle prime fasi di sviluppo, e la maggior parte richiede almeno un decennio di maturazione tecnologica. Per questa ragione non sono considerate delle missioni ufficiali della NASA. 

Per saperne di più su NIAC, visita: 

www.nasa.gov/niac

FONTE:

https://www.nasa.gov/directorates/spacetech/niac/Visionary_Tech_Concepts_Could_Pioneer_the_Future_in_Space

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