giovedì, Settembre 19

I dominatori della Terra

Piccolissimi, le loro dimensioni sono solitamente dell’ordine di pochi micrometri, ma possono variare da circa 0,2 μm dei micoplasmi fino a 30 μm di alcune spirochete, i batteri dominano il mondo, erano presenti miliardi di anni fa e saranno ancora qui, quando di homo sapiens non ci sarà più alcuna traccia sulla Terra.

Il nostro corpo è una sorte di hotel di lusso per trilioni di batteri. È stato calcolato che ogni centimetro quadro della nostra epidermide ospita circa 100.000 batteri. Si cibano dei miliardi di piccole squame che la nostra pelle rilascia ogni giorno ma anche di oli e minerali che la nostra cute secerne dalla sue fessure. In certa misura il nostro corpo non è che un gigantesco buffet sempre aperto per queste minuscole creature che allo stesso tempo ricevono calore, umidità e mobilità. I batteri saldano il “conto” di questo hotel a 5 stelle epidermico, “pagando” quello che chiamiamo odore corporeo.

Ma non ospitiamo i batteri soltanto sulla nostra pelle, trilioni di essi occupano l’intestino e le narici, ma anche negli occhi e sui denti, dove trapanano coscienziosamente lo smalto. Solo l’apparato digerente ospita più di 100 trilioni di microbi, di almeno 400 tipi diversi. Alcuni di questi batteri attaccano gli zuccheri, altri gli amidi e anche altri batteri. Poi ci sono batteri che sembra non facciano assolutamente niente, ospiti pigri di questo singolare “albergo” che è il corpo umano, come le ubiquitarie spirochete intestinali. Insomma nel nostro ospitiamo circa 100 quadrilioni di cellule batteriche.

Alcuni batteri vivono a spese di altri organismi e sono responsabili di danni più o meno gravi all’uomo, alle piante e agli animali. Nell’uomo provocano, per esempio, malattie quali peste, colera, lebbra, polmonite, tetano e difterite, fino a cento anni fa spesso mortali e oggi efficacemente combattute con l’uso dei farmaci, in particolare degli antibiotici. Questo però non deve rassicurarci troppo, infatti, i batteri hanno la prodigiosa capacità di condividere l’informazione genetica. Questo permette ad alcuni di loro di schivare o neutralizzare l’attacco degli antibiotici, si parla in questo caso di batteri resistenti agli antibiotici.

La resistenza agli antibiotici è un fenomeno naturale che esiste da milioni di anni. Gli stessi batteri, così come i funghi, fabbricano i loro propri antibiotici per potersi difendere o per attaccare altre forme di vita. Infatti, i primi antibiotici utilizzati in medicina sono stati estratti da funghi. Negli ultimi cinquanta anni l’uso eccessivo e indiscriminato degli antibiotici sia per gli uomini che per gli animali, ha amplificato esponenzialmente questo fenomeno naturale contribuendo a selezionare batteri iper resistenti che diventano, in base alla selezione naturale, dominanti.

La loro incredibile prolificità fa si che ci voglia relativamente poco per selezionare un batterio con le caratteristiche necessarie per essere immune da una specifica classe di antibiotici. I più prolifici tra loro possono dar vita a una nuova generazione in meno di 10 minuti. Clostridium perfringens, il batterio che causa la cancrena, può riprodursi in 9 minuti e ricominciare subito a dividersi.

Circa una volta ogni milione di divisioni i batteri producono un mutante che se presenta vantaggi evolutivi, grazie alla condivisione dell’informazione genetica, contribuisce a conferire caratteristiche di resilienza aggiuntive. Negli altri casi il mutante viene semplicemente eliminato. Al netto dei batteri pericolosi per la salute umana, questi microbi sono semplicemente essenziali allo sviluppo della vita sulla Terra.

I batteri purificano l’acqua e assicurano la produttività del suolo, sintetizzano le vitamine nel nostro intestino, trasformano ciò che mangiamo in zuccheri e polisaccaridi utili e combattono microbi estranei che scivolano nel nostro esofago. Ma non basta: sono essenziali nel ciclo dell’azoto e ci forniscono l’aria che respiriamo e contribuiscono a mantenere stabile l’atmosfera.

I batteri sono capaci di vivere in condizioni estreme, gli scienziati australiani scoprirono un microbo chiamato Thiobacillus concretivorans che per vivere doveva essere ospitato in concentrazioni di acido solforico talmente forti da dissolvere il metallo. Micrococcus radiophilus, prospera nei contenitori per le scorie dei reattori nucleari, dove si ciba di plutonio e di altre scorie altamente radioattive. Altri batteri vivono nella soda caustica o nelle profondità oceaniche della Fossa delle Marianne, dove la pressione è più di 1000 volte superiore a quella presente in superficie. Forse il batterio che è sopravvissuto in condizione più estreme è quello che aveva contaminato una macchina fotografica lanciata dalla sonda Surveyor 3 nell’aprile del 1967 sulla Luna. Recuperata due anni e mezzo dopo dall’equipaggio dell’Apollo 12, fu scoperto vivo e vegeto dagli scienziati della NASA.

Insomma i batteri sono indispensabili per la nostra sopravvivenza mentre noi non siamo altrettanto essenziali per la loro. Quando il Sole collasserà in una gigante rossa, spazzando ogni forma di vita biologica complessa, questi organismi unicellulari saranno ancora qui, i veri dominatori della Terra.

Foto di Arek Socha da Pixabay

Foto di Gerd Altmann da Pixabay

Fonti:

alcune voci di Wikipedia

Bryson, Bill. Breve storia di (quasi) tutto

Ufficio Federale della Sanità Svizzera

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