lunedì, Settembre 16

I falsi miti del Fascismo: Mussolini amico dei lavoratori

Un’altra delle leggende che pervicacemente e a dispetto dei fatti continua ad essere alimentata anche ai giorni nostri e che il fascismo grazie alla sua originaria “matrice sociale” fosse naturalmente amico dei lavoratori. Le cose non stanno così e nei limiti della lunghezza di un post tracciamo alcuni dei punti “qualificanti” di questa singolare amicizia.

Il fascismo entrò a gamba tesa sui diritti dei lavoratori con la legge 563 del 3 aprile 1926, uno di quegli atti normativi che furono poi definiti come “leggi fascistissime” per il loro carattere eversivo rispetto all’ordine democratico. Con questa legge che portava come titolo Disciplina giuridica dei rapporti collettivi di lavoro il fascismo sanciva che le associazioni ammesse a rappresentare i lavoratori fossero soltanto quelle riconosciute ufficialmente dallo Stato.

Naturalmente l’unico sindacato riconosciuto era quello fascista. Come se non bastasse l’espropriazione della rappresentanza, l’art. 18 della stessa legge aboliva il diritto di sciopero e persino quello di serrata. Il nascente Stato corporativo fascista intendeva mettere le mani sulla produzione disarmando i lavoratori sia del diritto ad una democratica rappresentanza sindacale sia dell’unica vera arma di pressione, lo sciopero. Allo stesso tempo si lanciava un segnale anche verso i datori di lavoro vietando la serrata.

Si va bene, però Mussolini ha dato la tredicesima a tutti gli italiani si obietta. Anche questa affermazione è in larga misura inesatta e fuorviante. Fino all’avvento del fascismo, in Italia come in molti altri paesi d’Europa le cosiddette gratifiche o “fuori busta” erano una concessione del tutto volontaria dei datori di lavoro.

Per gran parte dell’era fascista niente cambia. Quando il regime inizia ad avvertire qualche scricchiolio nella tradizionale base di consenso decide di intervenire. Il 5 agosto del 1937 la Camera della Corporazioni inserisce nel contratto collettivo di lavoro degli impiegati dell’industria la cosiddetta “gratifica natalizia”.

Soltanto agli impiegati dell’industria, i “colletti bianchi”, tradizionale base di consenso del regime, viene erogata questa gratifica che richiama quella che sarà successivamente la tredicesima. Nessun altro dei milioni di lavoratori riceverà niente del genere. Si trattava quindi di una manovra verso la piccola borghesia, tradizionale base del consenso al regime.

Un’altra fake news, diremmo con una brutta locuzione odierna, è rappresentata dall’affermazione che il fascismo abbia introdotto la Cassa integrazione per intervenire negli stati di crisi aziendale, tutelando le aziende in difficoltà e i lavoratori interessati. In realtà la cassa integrazione viene introdotta dalla ritrovata Repubblica democratica con un decreto del Capo provvisorio dello Stato, il n. 860 del 1947.

Fonte:

Mussolini ha fatto anche cose buone di F. Filippi

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