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I Franchi, il popolo dei “liberi”

Nel tardo impero romano, tra i popoli germanici che avevano varcato a piccoli gruppi il Reno, uno di questi con il passare dei secoli assumerà un ruolo fondamentale nella storia dell’Europa occidentale: i Franchi. In realtà inizialmente si trattava di tribù diverse del bacino renano, Bructerii, Cattuarii, Camavi, che parlavano lo stesso dialetto germanico, praticavano culti religiosi comuni e si aggregavano intorno agli stessi capi.

Queste tribù si insediarono, inizialmente come alleati di Roma, nella ricca e opulenta Gallia e soltanto nel III secolo, si riunirono in una confederazione, identificando loro stessi come Franchi. La prima fonte che parla di questo nuovo popolo è la Historia Augusta, una raccolta della vita di alcuni imperatori romani. Ma che significato aveva la parola Franchi, con la quale, queste tribù iniziavano ad identificarsi? In origine significava semplicemente «i coraggiosi», mentre più tardi assunse il significato di «i liberi». I Franchi quindi erano il popolo degli uomini liberi, escludendo ovviamente donne e schiavi da questa accezione.

Sconfitti i Visigoti che occupavano prima di loro la parte meridionale della Gallia, e ricacciateli oltre i Pirenei, confinati i Burgundi nella Valle del Rodano come popolazione sottomessa, I Franchi erano stati respinti a fatica dal tentativo di invadere l’Italia, prima dalle truppe bizantine e successivamente dai Longobardi. Molto razionalmente i Franchi avevano acconsentito a lasciare intatte le strutture economiche e sociale dei galloromani, consci che sarebbe stato impossibile popolare da soli un territorio così sterminato. Secondo alcune stime infatti, l’intera confederazione franca era composta da circa 200.000 individui vecchi, donne e bambini compresi.

Soltanto nella parte superiore della Gallia, lungo il corso del Reno, della Mosa e della Mosella i Franchi erano più numerosi dei romani. Scendendo verso sud, già nella regione di Parigi, i pochi Franchi presenti erano facilmente “assorbiti” dai galloromani che imponevano ai conquistatori i loro costumi e persino la loro lingua. A sud della Loira poi i Franchi di fatto non si insediarono affatto limitandosi a riscuotere i tributi alle popolazioni sottomesse.

La confederazione delle tribù franche che raggiunse il massimo dell’unità sotto lo spietato re Clodoveo che guidò la conversione del suo popolo al cristianesimo verso la fine del V secolo, iniziò a sfaldarsi e si formarono due regni distinti. Il regno più orientale, fra la Mosella e il Reno, l’unico nel quale i Franchi fossero la maggioranza e la lingua corrente fosse di ceppo germanico, si chiamò «il regno dell’Est», Austria o Austrasia; la sua forza era tale che impose la sua autorità anche alle popolazioni della Germania meridionale.

Più ad ovest, nel territorio dell’attuale Belgio, si formò un regno di lingua prevalentemente romanza, il cui confine meridionale era contrassegnato dalla Loira. I Franchi lo chiamavano, il “regno nuovo”, Neustria. I più carismatici e energici sovrani della famiglia regnante franca, (la dinastia merovingia, da Meroveo il loro antenato) riuscirono a volte a riunificare i due regni, ma invariabilmente alla morte di questi leader si tornava all’abituale frazionamento.

Con il passare del tempo questi re iniziarono ad assumere un ruolo più sacerdotale che politico e guerriero. Il simbolo della loro regalità e del loro potere quasi “magico” erano le lunghe capigliature che ostentavano. Dopo la conversione al cristianesimo però questi re-sacerdoti persero ogni residuo potere e divennero figure di pura rappresentanza. Il vero potere era esercitato dai cosiddetti maggiordomi o maestri di palazzo: dei viceré, che ufficialmente governavano per conto dei re, ma che di fatto tendevano a soppiantarli, lasciando loro un ruolo puramente formale.

Nel 688 il maggiordomo di palazzo del regno di Austrasia Pipino sconfisse l’esercito del regno di Neustria e impose la sua autorità anche a quest’ultimo, di fatto unificando le due entità statuali. Anche se per qualche tempo rimasero in carica, senza reali poteri, due re, il maggiordomo di palazzo era uno solo, Pipino, il nonno del futuro Carlo Magno.

Fonti:

alcune voci di Wikipedia

Carlo Magno di A. Barbero

Valmont57

Diversamente giovane, fondatore di Wiki Magazine Italia, (già Scienza & DIntorni), grande divoratore di libri, fumetti e cinema, da sempre appassionato cultore della divulgazione storica e scientifica.

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