giovedì, Settembre 19

I Lush Prize 2020 premiano due italiani per la ricerca senza test sugli animali

Domenico Gadaleta, dell’istituto Mario Negri, e Edoardo Carnesecchi dell’università di Utrecht, hanno deciso di intraprendere una ricerca sugli effetti delle sostanze chimiche attraverso l’utilizzo dell’intelligenza artificiale e le simulazioni computerizzate. I due ricercatori a tal proposito dichiarano che: “Sono molto più efficaci, più etiche e sopratutto meno costose“.

Il ricercatore Domenico Gadaleta, ha dato il suo contributo ad un progetto di studio, in cui veniva esaminata la prevenzione dei rischi dei danni e dei disturbi neurologici per l’effetto di alcune sostanze chimiche, attraverso l’utilizzo dell’intelligenza artificiale e delle simulazioni al computer. Inoltre, ha spiegato che: “Il numero di sostanze alle quali siamo potenzialmente esposti rende impossibile, oltre che eticamente inaccettabile, ricorrere a dei test sugli animali per valutarne i potenziali rischi”.

Creare dei modelli computerizzati, secondo il ricercatore, aiuta a prevedere il pericolo rappresentato dalle sostanze chimiche, molto prima che siano prodotte e commercializzate. Questo metodo comporta indubbiamente molti vantaggi in termini di sicurezza delle persone e un grande risparmio a livello finanziario.

I Big data e l’intelligenza artificiale potrebbero divenire un’alternativa molto valida, andando a sostituire la sperimentazione animale nella ricerca, soprattutto per quanto riguarda il campo della tossicologia.

Il concorso internazionale promosso dall’azienda fondata da Mark Constantine, imprenditore che combatte le battaglie per i diritti civili, per la sostenibilità ambientale e per la tutela degli animali, ha scelto questa tematica per l’edizione 2020 del Lush Prize.

Il contest, che è iniziato 8 anni fa, fornisce 250 mila sterline per ogni edizione, soldi che vanno ai ricercatori che decidono di condurre progetti con metodologie alternative all’impiego di esseri viventi.

Quest’anno tra i vincitori del contest spiccano due italiani, Domenico Gadaleta, ricercatore presso l’Istituto Mario Negri di Milano,Edoardo Carnesecchi, che lavora in Olanda presso l’università di Utrecht. Entrambi gli scienziati si sono distinti nella categoria “Giovani Ricercatori”, ricevendo così un premio di 10 mila sterline.

Il progetto di Edaoardo Carnesecchi, anch’esso è legato alla valutazione delle tossicità sull’uomo, ma in senso più ampio, andando a toccare anche tematiche come l’ambiente e l’esposizione a miscele di sostanze chimiche. Inoltre, sottolinea che: “Secondo l’ultimo rapporto delle Nazioni Unite, si prevede che la produzione mondiale di prodotti chimici raddoppierà entro il 2030”.

Gli enti di controllo e le industrie, in contemporanea, stanno cercando delle alternative molto più sicure alle sostanze chimiche pericolose, un processo che viene da loro definito “di sostituzione”. É sempre più evidente che sta divenendo molto più importante trovare delle metodologie scientifiche e delle tecniche innovative per poter condurre i test sulla tossicità.

Esaminando l’argomento in termini pratici si può affermare che è quasi impossibile poter fare dei test tossicologici in vivo per tutte le sostanze chimiche. Inoltre, un’altra difficoltà riscontrata e che le combinazioni che si riscontrano nel mondo reale sono praticamente infinite.

Per queste ragioni serve sviluppare delle strategie smart e applicare delle nuove metodologie Nam, che non richiedono la somministrazione di test sugli animali, ma che risultano molto più efficienti, più veloci e sicuramente più sostenibili.

Durante la fase finale del Prize, promosso dalla Lush insieme alla collaborazione dell’associazione Ethical Consumer, sono giunti ben 58 progetti provenienti da 21 paesi diversi di tutto il mondo. I vincitori del contest sono 9 e provengono da 7 nazioni differenti. Il contest da quando è cominciato ha sostenuto con oltre 2 milioni di sterline ben 110 progetti di ricercatori provenienti da 28 paesi diversi.

I progetti che sono stati presentati riguardano più che altro i test effettuati sulla sicurezza dei prodotti di consumo e dei medicinali. Il contest è formato da 5 categorie differenti: scienza, formazione, lobby, sensibilizzazione dell’opinione pubblica e under 35, quella vinta dai due ricercatori italiani.

fonte:

Corriere della Sera

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