giovedì, Settembre 19

I nazisti e la fisica

Forse in nessuna altra disciplina come la fisica i nazisti incontrarono enormi difficoltà ad assoggettarla alle loro strampalate idee sul mondo e la scienza. Il tentativo di nazificazione della fisica avvenne sotto l’impulso di Philipp von Lenard (1862-1947) eminente scienziato che si era ritirato dalla sua cattedra all’Università di Heidelberg nel 1931.

Nato nel 1862 da un commerciante di vini Lenard aveva studiato con Heinrich Hertz lo scopritore delle onde radio. I suoi pionieristici esperimenti sui raggi catodici gli valsero il Premio Nobel nel 1905. A dispetto dell’ambito riconoscimento Lenard però grondava un livoroso risentimento perché il suo allievo Wilhelm Conrad Röntgen lo aveva bruciato sul tempo nella scoperta dei raggi X. Detestava inoltre il fisico britannico Joseph J. Thomson che a suo avviso aveva fatto luce sulla natura dei raggi catodici avvalendosi degli esperimenti di Lenard.

Nazionalista della prima ora, il suo sciovinismo era sfociato in un risentito anti semitismo subito dopo la conclusione della Prima Guerra Mondiale. Antisemitismo che raggiunse vette inaudite quando nel 1918 Arthur Eddington raccolse la prima prova sperimentale della validità della teoria della relatività generale del fisico teorico ebreo Albert Einstein, facendolo assurgere a fama internazionale. Pacifista, ebreo e fisico teorico Einstein era il concentrato di quello che Lenard odiava di più, come se non bastasse erano stati gli odiati britannici a fargli spiccare il volo verso l’olimpo degli scienziati più famosi ed acclamati del pianeta.

Lenard divenne l’alfiere della campagna contro la “frode ebraica” come definiva la relatività. Nel 1924 elogiò pubblicamente il putsch di Monaco dell’anno precedente e pur non prendendo la tessera fino al 1937 da allora divenne attivamente organico al movimento nazionalsocialista. Fra il 1936 e il 1937 diede alle stampe quattro volumi che avrebbero dovuto segnare la nascita di una “fisica ariana” fondata su basi razziali che avrebbe dovuto espungere definitivamente la giudaica teoria della relatività dalla vera scienza.

Lenard però era ormai troppo vecchio per poter condurre in prima persona la battaglia per la nazificazione della fisica e il ruolo di principale attivista passò al suo amico Johannes Stark, anch’egli fisico sperimentale dal carattere estremamente ruvido e litigioso. Fervente nazista Stark consolidò intensi rapporti con alcuni dei più rampanti ideologi nazisti come Alfred Rosenberg e Hans Schemm.

Grazie a queste frequentazioni il 1 maggio 1933 Stark fu nominato Presidente dell’Istituto Imperiale di Fisica e Tecnologia che aveva il potere di curare la distribuzione dei finanziamenti governativi alla ricerca scientifica. Il caratteraccio di Stark lo portò ben presto in conflitto con alcune alte gerarchie naziste e le ripetute conferme sulla validità della relatività generale e della meccanica quantistica misero in crisi i sostenitori della “fisica ariana”, nel 1939 su 81 cattedre di fisica soltanto 6 erano in mano ai sostenitori della sconclusionata fisica ariana.

Negli anni però la spregiudicata determinazione di questo pugno di prezzolati scienziati al soldo dei nazisti riuscirono occasionalmente a colpire duramente quanti non si adeguavano totalmente ai loro desiderata. Ne fece le spese persino un nazionalista conservatore come Heisenberg a cui fu impedito nel 1937 di prendere possesso della prestigiosa cattedra di fisica dell’Università di Monaco. Aggredito da una campagna di stampa promossa da Stark che accusava il grande fisico teorico, uno dei padri della meccanica quantistica, di essere un seguace di Einstein Heisenberg reagì duramente facendo pubblicare a sua volta una risposta ufficiale firmata da 75 autorevoli esponenti della fisica tedesca caso senza precedenti nel Terzo Reich, mettendo in grave imbarazzo i nazisti ed i seguaci della “fisica ariana”.

Nessun altra disciplina scientifica tradizionale, forse con l’eccezione della biologia, fu sconvolta dal tentativo di minarne le basi nel tentativo di nazificare anche le evidenze della natura piegandole alla visione del mondo aberrante del nazionalsocialismo. Il tentativo però in gran parte fallì per l’esigenza di non comprimere la ricerca della fisica indispensabile anche per quella corsa agli armamenti che ormai preludeva allo scoppio della guerra.

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