Il 31 dicembre 1986 vedeva la presenza di 385.000 soldati americani in Vietnam ed il Segretario alla Difesa preannunciava che molti altri sarebbero arrivati nel nuovo anno. Ciò nonostante tra i generali iniziava a circolare una profonda insoddisfazione per la conduzione della guerra. Darà voce a questo dissenso il generale in pensione John Waters, tramite un articolo pubblicato su US News and World Report.
Così scriveva il generale: «Sarebbe il caso di dichiarare in maniera semplice, chiara e solenne che non tollereremo alcuna interferenza dai cinesi, dal Laos e dalla Cambogia… Gli Stati Uniti devono scegliere ciò che è giusto, ancorché più difficile, anziché la più facile via del compromesso. Dobbiamo… parlare con estrema franchezza del futuro… Alla fine dei conti ci farà risparmiare uomini, denaro e materiale. Significherebbe compiere la missione degli Stati Uniti con onore, con fermezza, e ottenere la stima e il rispetto del mondo libero».
Non ci sono controprove che la strada indicata da Waters avrebbe inflitto un nuovo corso al conflitto, sta di fatto che la guerra in Vietnam era diventata oltre che un fardello militare, una voragine finanziaria per gli Stati Uniti. Nel solo 1966 la guerra era costata al contribuente americano circa 15 miliardi di dollari. L’anno successivo il budget sforerà i 17 miliardi di dollari vale a dire il 3% del PIL della nazione più ricca e potente del mondo.
Nel discorso sullo Stato dell’Unione del gennaio 1967, il Presidente Johnson annunciò l’emanazione di un’addizionale del 6% sui redditi delle persone e delle imprese per finanziare il conflitto. Non molto meglio andava l’andamento strettamente militare, nel 1966, circa 6.000 americani avevano perso la vita in Vietnam. L’indirizzo strategico per ribaltare le sorti della guerra era quello di sterilizzare il cosiddetto “sentiero di Ho Chi Minh” da quale affluivano rinforzi e rifornimenti per i vietcong e le truppe regolari del Vietnam del Nord.
Si prospettava una guerra di logoramento a cui l’opinione pubblica e gli stessi militari non erano assolutamente preparati. Questo tipo di guerra era invece quanto voleva il Nord Vietnam. Si racconta che durante un’intervista del primo ministro Pham Van Dong all’inviato del New York Times, Harrison Salisbury, il giornalista ricevesse una domanda dal sapore beffardo: «E quanto a lungo volete combattere voi americani, Mister Salisbury?… Un anno? Due anni? Tre anni? Cinque anni? Dieci anni? Vent’anni? Saremo lieti di ospitarvi».
Per saperne di più:
Dispacci. L’orrore del Vietnam, negli occhi dei soldati americani di M. Herr e M. Bignardi Acquista qui
Una fonte nutritiva essenziale per il nostro organismo è costituita dagli zuccheri o carboidrati. Tra…
Troppo spesso leggiamo sui giornali o sui social network di alimenti o sostanze con mirabolanti…
L'evoluzione dei vegetali è stata lunga e complessa, con un passaggio fondamentale, quello dall'acqua alla…
Nell’ambito del programma Horizon Europe è stato finanziato, per il biennio 2024 e 2025, dalle…
La sonda spaziale Europa Clipper ha superato un traguardo fondamentale. Ciò porta la missione sulla…
Alberi killer Il suo appellativo è piuttosto minaccioso, “fico strangolatore”, e per certi versi si…