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Il cavallo nelle guerre medioevali

In Europa il ruolo del cavallo in combattimento si afferma fin dalle prime invasioni persiane della Grecia Antica. Nel Medio Evo si assiste però ad una modificazione non soltanto nell’utilizzo di quest’animale ma anche della sua selezione per scopi bellici.

Già i Romani e prima di loro i Macedoni padroneggiavano le tecniche dell’allevamento selettivo che semmai nell’Alto medioevo sembrano cadute in disuso. A prima vista per praticare un’opportuna selezione occorre un forte stallone ed una giumenta, che uniscano velocità, resistenza, taglia e combattività.

Con la selezione costante ed attenta si ottiene un cavallo molto più resistente ed idoneo al combattimento. Il processo comprende quattro fasi:

a) allontanare tutti i puledri prima dei due anni prevenendo il dispendio di energie del maschio dominante che deve riaffermare ogni volta il proprio ruolo con i giovani maschi

b) dare agli animali un territorio definito dove pascolare

c) nutrirli d’inverno quando l’erba è scarsa

d) impedire che gli stalloni si accoppino indiscriminatamente con tutte le giumente

I primi tre punti erano conosciuti e praticati in Occidente fin dai tempi di Carlo Magno, il quarto invece fu introdotto sistematicamente soltanto dopo alcuni secoli. Il massimo risultato di questa selezione fu il destriero, il grande cavallo di battaglia che nel Basso Medioevo arrivava ad 1,80 metri al garrese e costava una somma spropositata che in pochi potevano permettersi.

Soltanto l’aristocrazia era in grado di sostenere i costi di acquisto e di mantenimento di un cavallo del genere, la maggior parte dei combattenti montava animali più modesti, i ronzini (runcinus). L’impiego di cavalli diversi era poi soggetta a diversi fattori, oltre che a quelli economici. Durante la Guerra dei Centanni il cavallo preferito dagli inglesi fu il corsiero, famoso per la sua resistenza e la sua mobilità.

In realtà ogni uomo della cavalleria pesante aveva bisogno di più di un animale oltre al destriero da battaglia che lo scudiero conduceva con la mano destra: era indispensabile un cavallo più modesto per lo scudiero stesso ed uno che trasportava sul campo di battaglia armi ed armature.

La selezione di un cavallo forte, aggressivo che non si spaventasse davanti ai clamori ed al sangue che impregnava il campo di battaglia non fu però l’unico elemento che diede un impulso decisivo alla cavalleria pesante medioevale.

L’introduzione della staffa nel VIII secolo migliorò la stabilità del cavaliere. Associata allo sviluppo di ferri di cavallo chiodati che permettevano all’animale di affrontare senza particolari problemi diversi e più insidiosi tipi di terreno, l’invenzione dell’arcione posteriore ed il pomo della sella anteriore che proteggeva genitali ed addome del cavaliere, fecero della cavalleria pesante, l’arma offensiva più micidiale del Basso Medioevo.

Valmont57

Diversamente giovane, fondatore di Wiki Magazine Italia, (già Scienza & DIntorni), grande divoratore di libri, fumetti e cinema, da sempre appassionato cultore della divulgazione storica e scientifica.

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