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Il cervello “trino”

Negli Anni Sessanta dello scorso secolo Paul Donald MacLean (1913-2007) mise a rumore l’ambiente delle neuroscienze con una sua teoria quella del triune brain, “cervello trino”, per studiare lo sviluppo dell’encefalo e scoprire come la parte razionale di questo potesse relazionarsi con la parte più aggressiva, brutale. Il medico statunitense si interessò anche al funzionamento vero e proprio del cervello e del controllo che esso ha riguardo alle emozioni. 

La teoria che al giorno d’oggi presenta aspetti ormai obsoleti ha il vantaggio di rendere facilmente comprensibili le origini ancestrali della macchina più complicata del mondo. Il nostro cervello è infatti il prodotto mirabile dell’evoluzione che ha preferito aggiungere estensioni e miglioramenti alla struttura cerebrale, piuttosto che riscrivere tutto daccapo. Anche se ci ha messo centinaia di milioni di anni.

IL cervello secondo MacLean si è stratificato in tre aree distinte:

  1. la parte di origine rettile, la più antica e piccola delle tre, che controlla le funzioni vitali: dal respiro al battito cardiaco, dalla temperatura corporea a quel che solitamente chiamiamo istinto, inclusi comportamenti ancestrali legati alla territorialità. Sono le operazioni di base di un cervello, attive senza bisogno del pensiero o della volontarietà.
  2. l’area del cosiddetto sistema limbico. Ha un ruolo-chiave nelle emozioni, nella motivazione, nel comportamento e nella memoria a lungo termine, sovente in maniera inconscia. Sono le strutture cerebrali che hanno favorito la socialità tipicamente mammifera, così come la reciprocità o la capacità di provare affetto.
  3. infine, l’area della corteccia cerebrale: sei strati di materia grigia che avvolgono l’encefalo e che – particolarmente sviluppati nei primati, negli ominidi e in maniera esponenziale nell’uomo – gestiscono la coscienza, il pensiero, il linguaggio e tutte quelle cose che contraddistinguono un essere umano, come la predizione e la programmazione di eventi futuri.

Ovviamente queste aree non devono essere intese come tre cervelli distinti e separati piuttosto esse sono strettamente collegate da un’intricata rete di autostrade neuronali.
Tutte queste aree del cervello influiscono sul comportamento dell’uomo, anche se la parte che domina la maggior parte dei comportamenti è il cervello rettiliano. Queste tre sezioni del cervello presentano molte differenze strutturali e chimiche, ma nonostante ciò esse devono collaborare tra di loro e funzionare tutte e tre insieme, comportandosi proprio come un cervello unico: cervello “uno e trino”

Valmont57

Diversamente giovane, fondatore di Wiki Magazine Italia, (già Scienza & DIntorni), grande divoratore di libri, fumetti e cinema, da sempre appassionato cultore della divulgazione storica e scientifica.

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