mercoledì, Dicembre 18

Il cratere più grande sulla Luna

Il cratere più grande sulla Luna. La formazione è molto più grande di quanto avessimo mai pensato. La Luna è segnata da miliardi di anni di crateri, un record di bombardamento costante. La più grande e antica di queste cicatrici è un cratere gigantesco, uno dei più grandi, non solo sulla Luna, ma nell’intero Sistema Solare. Il bacino Polo Sud-Aitken copre quasi un quarto della superficie della Luna, con un diametro di circa 2.500 chilometri. Purtroppo, non è facile studiare il bacino Polo Sud-Aitken.

La formazione ha più di 4 miliardi di anni ed è enorme. Il tempo e gli impatti successivi hanno contribuito molto ad oscurare la formazione.
Una nuova ricerca suggerisce che l’antico e gigantesco cratere potrebbe non essersi formato come pensavamo. Inoltre, potrebbe essere molto più grande di quanto suggerito da studi precedenti. Questa è una scoperta che ha implicazioni entusiasmanti per le future missioni lunari nel bacino.

Il cratere: la nuova ricerca

Il geologo Hannes Bernhardt dell’Università del Maryland ha affermato che: “È difficile studiare il bacino del Polo Sud-Aitken in modo olistico, a causa della sua enorme dimensione, motivo per cui gli scienziati stanno ancora cercando di comprenderne la forma e le dimensioni. Hannes Bernhardt continua spiegando che: “Il nostro lavoro mette in discussione molte idee esistenti su come si è verificato questo impatto imponente. Ma anche su come sono stati distribuiti i materiali. Ora siamo ad un passo più vicini a comprendere meglio la storia primordiale della Luna e la sua evoluzione nel tempo”.

Precedenti studi sul bacino del Polo Sud-Aitken hanno scoperto che l’impatto è stato creato da una collisione obliqua con un oggetto di grandi dimensioni. L’impatto ha lasciato dietro di sé un cratere dalla forma più ovale che circolare. Secondo questo modello, i detriti sarebbero stati spruzzati prevalentemente in una direzione, lontano dal polo sud lunare.


Il cratere: i dettagli della ricerca

Hannes Bernhardt e i suoi colleghi volevano indagare il modo in cui è avvenuto l’impatto studiando le caratteristiche geologiche sulla superficie della Luna presenti oggi. Il Lunar Reconnaissance Orbiter della NASA orbita attorno alla Luna dal 2009, mappandone la superficie e raccogliendo una grande quantità di dati geologici lunari.

La ricerca si è concentrata su oltre 200 caratteristiche montuose sparse intorno alla periferia del bacino. Luogo in cui il team pensava potessero esserci dei resti del bordo del cratere. Tuttavia, quando la catalogazione e la mappatura furono completate, la forma creata da queste caratteristiche era molto più circolare di quanto i ricercatori si aspettassero.

Gli impatti riescono ad estrarre materiale dalle profondità della crosta lunare, che poi finisce sulla superficie. Poiché la Luna non subisce erosione da processi meteorologici geologici o atmosferici, che oscurano le prove dell’impatto come sulla Terra, quei materiali dovrebbero ancora essere lì. Hannes Bernhardt ha spiegato che: “Una forma più rotonda e circolare indica che un oggetto ha colpito la superficie della Luna con un’angolazione più verticale. Molto probabilmente simile a quella di un sasso che cade direttamente a terra”.

Conclusioni

Hannes Bernhardt ha dichiarato che: “Questo impatto circolare implica che i detriti dell’evento siano stati distribuiti più equamente attorno ad esso di quanto si pensasse in origine. Questo significa che gli astronauti o i robot di Artemis nella regione del polo sud potrebbero essere in grado di studiare da vicino le rocce dalle profondità del mantello o della crosta della Luna, materiali a cui solitamente è impossibile accedere”.

Questi materiali potrebbero fornirci nuove informazioni su come si è formata la Luna, un processo avvolto nel mistero e oggetto di molte speculazioni. L’attuale spiegazione è che il satellite della Terra sia un pezzo di pianeta che si è staccato durante un gigantesco impatto all’inizio del Sistema Solare. Ma esistono altre possibili spiegazioni tra cui la coalescenza da una nube di detriti o la cattura gravitazionale.

Un angolo di avvicinamento molto più verticale per l’oggetto che ha impattato la Luna potrebbe spiegare altre strane caratteristiche del bacino. Ad esempio, le misurazioni della gravità della Luna attorno alla regione suggeriscono che, sotto il cratere gigante, la crosta del nostro satellite abbia una densità molto più elevata rispetto ai suoi dintorni. Una possibile spiegazione è la presenza di un denso pezzo di asteroide sepolto al suo interno. La ricerca è stata pubblicata su Earth & Planetary Science Letters.

FONTE:

https://www.sciencealert.com/the-biggest-crater-on-the-moon-is-much-bigger-than-we-ever-realized

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