lunedì, Settembre 16

Il domani che verrà: I viaggi nel tempo – Ep. 8

La tecnologia del teletrasporto per quanto inapplicabile, al momento, se superiamo la scala subatomica si fonda sulla meccanica quantistica. Le teorie sui viaggi temporali trovano invece collocazione nella relatività generale che descrive l’universo su larga scala.

Secondo la relatività generale massa ed energia inducono lo spazio a tendersi e curvarsi. Le equazioni matematiche che la descrivono rendono possibile forme di spaziotempo alquanto bizzarre come buchi neri e cunicoli spaziotemporali. Un possibile viaggio nel tempo può derivare da una di queste forme bizzarre che definiamo curva di tipo tempo chiusa.

Si tratta di un anello circolare nello spaziotempo che consentirebbe viaggiando su questa linea di effettuare un vero e proprio tuffo nel passato. La prima soluzione delle equazioni di Einstein che descrivono questi anelli temporali la dobbiamo al fisico Willem Jacob von Stockum nel 1937. Nel 1949 il matematico austriaco naturalizzato statunitense Kurt Godel, che aveva lavorato con Einstein, formulò uno scenario diverso che pur compatibile con la relatività generale conteneva questi inquietanti anelli temporali.

Tuttavia la maggioranza dei fisici ritiene che la presenza dei paradossi temporali (I paradossi dei viaggi nel tempo) siano sufficienti a precludere le opportunità teoriche che queste equazioni prospettano. Negli anni Sessanta e Settanta dello scorso secolo molte altre curve temporali di tipo chiuso sono state scoperte da numerosi fisici teorici. Tutte ipotizzano dei corpi rotanti che distorcono lo spaziotempo.

Il più noto tra questi fu quello previsto da Frank Tipler nel 1974 che prevedeva la costruzione di un cilindro rotante lungo 100 chilometri, largo 10 e costituito da un materiale particolare, molto denso. Questa sorta di macchina del tempo ci proietterebbe nel passato in misura delle orbite che ad esempio una navicella spaziale effettuerebbe intorno al gigantesco cilindro vorticosamente rotante.

Sembrerebbe impossibile costruire un macchinario del genere ma alcuni cosmologi ipotizzano che questo meccanismo esista già in natura come sottoprodotto del Big Bang. Secondo l’astrofisico Richard Gott due stringhe cosmiche che si incrociano ad alta velocità e con una certa angolazione formerebbero “naturalmente” degli anelli temporali.

Probabilmente però la possibilità più concreta di un viaggio nel tempo è ancora una volta annidata nelle pieghe teoriche della relatività generale: i wormholes (cunicoli spaziotemporali) o ponte di Einstein-Rosen. Si tratta di strutture che collegano due diverse regioni dello spazio, delle vere e proprie scorciatoie, attraverso un percorso collocato in una dimensione diversa da quella del nostro universo. Il wormhole viene spesso detto galleria gravitazionale, mettendo in rilievo la dimensione gravitazionale strettamente interconnessa alle altre due dimensioni: spazio e tempo. Questa singolarità gravitazionale possiede almeno due estremità, connesse ad un’unica galleria o cunicolo, potendo la materia viaggiare da un estremo all’altro passandovi attraverso.

E siccome lo spazio ed il tempo sono due facce delle stessa medaglia per la relatività generale le implicazioni per il nostro viaggio temporale sono evidenti. E’ superfluo sottolineare come nessuno ha ancora osservato sperimentalmente l’esistenza di un cunicolo spaziotemporale e che pertanto siamo ancora lontanissimi dalla possibilità concreta di viaggiare nel passato o nel futuro.

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