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Il mistero della vita

Ancora oggi siamo lontani da aver colmato tutte le lacune conoscitive sull’origine della vita nel nostro pianeta e sulla sua complicata e imprevedibile evoluzione. Prendiamo ad esempio i licheni, queste strane creature derivano dall’associazione di due individui: un organismo autotrofo, un cianobatterio o un’alga (per lo più una clorofita), e un fungo, in genere un ascomicete o un basidiomicete. 

La vita agra del lichene

Ebbene questi singolari organismi crescono per lo più nelle zone desolate della Terra, nelle distese artiche come in cima a spoglie montagne battute dal vento e dalla pioggia. Territori dove praticamente non cresce niente e il gelo e la desolazione la fanno da padroni, eppure in queste zone i licheni (circa 20.000 specie) prosperano. Fino a non molto tempo fa, c’era chi pensava fossero pietre colte nel processo di diventare piante. Quando si scoprì che si trattava di un’associazione tra funghi e alghe, questo alone magico scomparve e si scoprì i funghi emettono sostanze acide che sciolgono la superficie della roccia, liberando così minerali che le alghe convertono in nutrienti sufficienti a sostenere se stesse e i funghi. In altre parole ci troviamo di fronte ad un organismo simbionte.

Come tutte le creature che vivono in ambienti ostili alla vita, i licheni crescono molto lentamente. Possono impiegare anche 50 anni per diventare grandi come un bottone. Quelli che raggiungono dimensioni maggiori, come ad esempio un fresbee, hanno bisogno di centinaia, forse migliaia di anni per ottenere quelle dimensioni. La vita di un lichene è quanto di meno spettacolare esista, vivere aggrappati su una roccia nuda, sferzata dal gelo e dagli agenti atmosferici, senza altro “scopo” che ricavare il necessario nutrimento dalla roccia stessa è qualcosa difficilmente concepibile per un essere umano convinto che l’esistenza debba avere in qualche misura uno scopo. La vita per la stragrande maggioranza delle creature viventi del nostro pianeta non ha altro scopo che…vivere. Questo può sembrare strano considerando i milioni di anni che ha avuto per progredire.

Ventiquattro ore

Se per comodità di visualizzazione comprimiamo i quattromilacinquecento milioni di anni di storia della Terra in una normale giornata di ventiquattro ore, la vita compare molto presto, intorno alle quattro del mattino, con l’emergere dei primi semplici organismi unicellulari.

Fino alle 20.30 di sera non fa sostanziali progressi, la Terra è sostanzialmente popolata da microbi. Quando il “buio” della sera è già calato compaiono le prime piante marine e venti minuti dopo emergono le prime meduse e la fauna di Ediacara, un complesso di forme di vita pluricellulare risalenti al Proterozoico superiore (tra 620 e 550 milioni di anni fa), i cui resti sono stati rinvenuti in varie parti del mondo. Il nome deriva dall’Ediacara Member dell’Australia sudoccidentale, la zona in cui sono stati rinvenuti i migliori fossili di questo tipo.

Alle 21.04 compaiono i trilobiti (per saperne di più clicca su L’era dei trilobiti). Poco prima delle 22 iniziano a spuntare le piante terrestri e nelle ultime due ore di questa incredibile giornata si affacciano alla vita i primi animali terrestri. Bastano una decina di minuti di clima mite per ricoprire la Terra dalle grandi foreste del Carbonifero dai cui residui deriva tutto il nostro carbone, e sono evidenti i primi insetti alati.

Un minuto a mezzanotte

I dinosauri emergono sul grande palcoscenico della vita intorno alle 23 e si estingueranno alle 23.39 circa. E l’uomo vi chiederete? Noi ci affacceremo alla vita soltanto un minuto e diciassette secondi prima della mezzanotte. L’intera storia dell’umanità coprirebbe così pochi secondi, se con questa intendiamo quella relativa ad Homo Sapiens. Nel corso di queste ventiquattro ore la Terra ha subito un costante bombardamento di corpi celesti, lo scontro e la suddivisione di continenti, gli oceani si sono formati e sono scomparsi, le montagne si innalzano e si fondono, i ghiacci avanzano e si ritirano, spaventose eruzioni vulcaniche inondano l’atmosfera di gas e polveri.

Di estinzione in estinzione

Insomma vista da questo punto di vista è semplicemente straordinario che la vita abbia resistito e prosperato, a dispetto delle centinaia di milioni di specie estinte. La vita, infatti, si estingue in modo regolare e naturale (al netto della mano degli uomini negli ultimi secoli). Le specie prosperano e poi iniziano a decadere fino ad estinguersi e pare che più le forme di vita sono complesse più facilmente il loro destino è l’estinzione. Ad ogni estinzione però sono emerse forme nuove di vita, quasi a dimostrare l’insopprimibile tenacia con la quale l’esistenza delle forme biologiche ha preso possesso del nostro pianeta.

Fonti:

alcune voci di Wikipedia

Storia di quasi tutto di B. Bryson

Valmont57

Diversamente giovane, fondatore di Wiki Magazine Italia, (già Scienza & DIntorni), grande divoratore di libri, fumetti e cinema, da sempre appassionato cultore della divulgazione storica e scientifica.

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