lunedì, Settembre 16

Il mondo dopo la Conferenza di Bretton Wood

La fine del secondo conflitto mondiale aveva rivelato, fra l’altro, la necessità di costituire organismi sovranazionali e internazionali in grado di assicurare la pace e la ripresa economica, a partire dall’Europa, devastata da sei anni di guerra.

La prima e forse la più importante, almeno nelle intenzioni degli americani che la promossero, fu l’Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU) il cui Statuto fu ratificato il 24 ottobre 1945 e la cui prima Assemblea Generale si tenne nel gennaio del 1946. Al momento della fondazione, l’ONU contava 51 Stati membri. Se da un punto di vista politico e ideale l’ONU rivestiva un ruolo preminente per i governi delle potenze occidentali vincitrici della guerra, le istituzioni e gli organismi associati agli accordi di Bretton Woods erano molto più importanti.

La genesi degli Accordi che cambieranno il mondo erano il frutto di tre anni di trattative tra americani e inglesi che troveranno un punto di caduta nella  proposta congiunta, il cosiddetto Joint Statement. Stilato ad Atlantic City nell’aprile del 1944, il documento fungerà da base di discussione per la conferenza dei paesi alleati che si aprirà a Bretton Woods nel luglio successivo, e dalla quale emergeranno, dopo tre settimane di colloqui, gli accordi che dettano le regole dell’ordine monetario postbellico. Un ruolo fondamentale fu svolto dal grande economista americano John Maynard Keynes.

I cosiddetti Accordi di Bretton Wood scaturirono da una conferenza che si svolse nell’omonima località quando ancora la guerra era in corso dal 1 al 22 luglio 1944. Il sistema giuridico che ne scaturì consisteva in una serie di accordi per definire un sistema di regole e procedure per controllare la politica monetaria internazionale. Fu il primo esempio, nella storia umana, di un ordine monetario interamente negoziato, destinato a governare i rapporti monetari di stati nazionali indipendenti.

Ecco a grandi linee cosa si stabilì a Bretton Wood, nei pressi di Carroll, una cittadina statunitense dello stato del New Hampshire. Fu creato con denaro americano un Fondo Monetario Internazionale (FMI) “per facilitare l’espansione e la crescita equilibrata del commercio internazionale” (art. 1). Il primo Consiglio Direttivo del FMI, costituito sul modello del Consiglio di Sicurezza dell’ONU, era composto da Stati Uniti, Cina, Unione Sovietica, Francia e Regno Unito.

Si propose anche la creazione di un’organizzazione per il commercio internazionale, che prese forma concreta nel 1947 come GATT (General Agreement on Trade and Tariffs), poi diventata WTO (World Trade Organization). LAccordo generale sulle tariffe doganali e sul commercio fu firmato il 30 ottobre 1947 a Ginevra, in Svizzera da 23 paesi per stabilire le basi per un sistema multilaterale di relazioni commerciali con lo scopo di favorire la liberalizzazione del commercio mondiale.

Si trattava di una cesura radicale con i precedenti approcci “mercantilistici“. Negli obiettivi e nelle istituzioni di Bretton Woods (che comprendevano anche la fondazione di una nuova Banca mondiale) era implicitamente assegnato un ruolo senza precedenti all’interferenza internazionale sugli affari interni. Inoltre, le valute dovevano essere rese convertibili sulla base del loro rapporto con il dollaro americano, presupposto essenziale per un commercio internazionale sostenibile e prevedibile.

Si trattò di un colpo di mano degli americani che solo poco prima della chiusura della conferenza, introdussero arbitrariamente nel testo degli accordi quello che sarà l’elemento più importante dell’intero sistema economico internazionale del dopoguerra: l’utilizzo del dollaro come moneta internazionale. Adottare una moneta nazionale come moneta internazionale significava accordare al paese titolare di quella valuta un indubbio vantaggio in termini di pubblicità o di commercio.

A questa pretesa inizialmente si opposero sia l’Inghilterra che la Francia, la prima per una difesa anti storica della cosiddetta “area della sterlina“, la seconda per un’antica ossessione del franco come moneta forte e stabile. La “resistenza” dei due paesi durò circa un decennio, nel 1958 il franco entrò nel sistema valutario disegnato dagli accordi di Bretton Woods, seguito nel 1959 dalla sterlina e dal marco tedesco e nel 1960 dalla lira italiana.

Inizialmente anche l’Unione Sovietica avrebbe dovuto far parte del complesso di accordi e istituzioni prefigurate da Bretton Wood ma all’inizio del 1946, l’URSS avvisò che non avrebbe aderito alle istituzioni dagli Accordi, sorprendendo il Dipartimento del Tesoro statunitense. In seguito al niet sovietico, George F. Kennan, incaricato d’affari degli Stati Uniti nell’ambasciata di Mosca, inviò in patria un lunghissimo telegramma in cui si descriveva la situazione dell’Unione Sovietica in quel momento e le sue relazioni internazionali.

Kennan spiegò che l’URSS voleva espandersi in tutte le direzioni fino ad arrivare al Mediterraneo e che questa sua politica sarebbe stata una diretta minaccia agli USA e a tutte le società democratiche. Il telegramma fu immediatamente recepito dal governo USA e divenne una delle basi per lo scatenarsi di quel confronto a tutto campo tra le due superpotenze che andrà sotto il nome di “guerra fredda“. La teoria espressa in quello che alla storia passera con il nome di “lungo telegramma di Kennan” era quella del cosiddetto contenimento che ispirò la politica estera statunitense per diversi decenni.

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