lunedì, Settembre 16

Il morbillo rialza la testa

Il morbillo è un malattia esantematica estremamente contagiosa, il suo R con 0 è infatti pari a 18 che significa che una persona contagiata in media può arrivare ad infettarne altre diciotto. L’agente patogeno responsabile di questa infezione è il Paramyxovirus del genere Morbillivirus

I sintomi della malattia sono caratterizzati da un’eruzione cutanea simile a quelle della rosolia o della scarlattina, che il più delle volte si risolve spontaneamente ma che può, in un certo numero di casi portare anche alla morte, alla perdita della vista o dell’udito o provocare danni cerebrali permanenti.

Il morbillo è una malattia che si diffonde facilmente per via aerea, soprattutto attraverso i colpi di tosse e gli starnuti delle persone infette. Può anche essere diffuso attraverso il contatto con la saliva o le secrezioni nasali e la persona contagiata diventa a sua volta infettiva   da quattro giorni prima a quattro giorni dopo l’inizio del rash. Il morbillo è responsabile di un numero di morti che va dalle 30 alle 100 ogni 100 000 persone infette, solitamente a causa dell’insorgenza di superinfezioni batteriche

Grazie alle campagne vaccinali nel mondo, tra il 2000 e il 2016, si era passati da 853.000 casi segnalati a 132.000. Nel 2019 però l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha lanciato un allarme, segnalando come i casi di morbillo sono tornati a salire, raggiungendo quota 870.000 nel mondo soltanto per quelli certificati ufficialmente e facendo ben 207.000 vittime ed un numero ancora maggiore di persone rese invalide dal virus.

L’OMS sottolinea come se si riuscisse a vaccinare il 95% della popolazione infantile mondiale non soltanto si eviterebbero queste morti e queste invalidità ma il morbillo sparirebbe dalla faccia della terra perché non ha ospiti animali nei quali rifugiarsi.

Purtroppo dal 2010 a causa di guerre, turbolenze geopolitiche e campagne no-vax la vaccinazione non riesce a superare l’85% della popolazione infantile, in questo modo, anno dopo anno, cresce la base dei non immunizzati permettendo così lo scatenarsi di nuovi focolai epidemici. Nel 2020 poi la pandemia di COVID19 ha ulteriormente complicato lo svolgimento delle campagne di vaccinazione anti morbillo.

I fattori che hanno, fortunatamente, impedito un’esplosione dei casi di questa malattia sono legati all’uso della mascherina, al distanziamento sociale ed alla rarefazione delle visite pediatriche (fonte non marginale di infezione). Nei paesi occidentali il crollo dei casi di morbillo è stato particolarmente vistoso, in Italia fino a novembre 2019 erano stati segnalati soltanto 101 casi di morbillo, nessuno dei quali dopo aprile.

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