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Il mugnaio e l’Inquisizione

La dimensione religiosa nel Medioevo permeava profondamente le società e i singoli individui. Fino alla Riforma c’era di fatto una sola religione che unificava il vecchio continente, tutti gli europei erano cristiani e in questa fede trovavano uno dei caratteri identitari più forti. Questo non significava che nel Medioevo non ci fossero atei o persone che mettevano in dubbio l’ortodossia della dottrina ufficiale.

La Chiesa, soprattutto dopo l’avvento della Riforma luterana, intensificherà la lotta alle eresie attraverso l’Inquisizione, l’istituzione cattolica costituita per indagare e perseguire i sostenitori di teorie considerate contrarie all’ortodossia cattolica (le cosiddette eresie). Storicamente, l’Inquisizione si può considerare stabilita già nel Concilio presieduto a Verona nel 1184 da papa Lucio III e dall’imperatore  Federico Barbarossa, con la costituzione Ad abolendam diversarum haeresium pravitatem e fu perfezionata da Innocenzo III e dai successivi papi Onorio III e Gregorio IX, con l’occorrenza di reprimere il movimento cataro, diffuso nella Francia meridionale e nell’Italia settentrionale, e di controllare i diversi e attivi movimenti spirituali e pauperistici.

Simbolo dell’Inquisizione

Nel 1252 papa Innocenzo IV autorizzerà l’uso della tortura come strumento di indagine dei tribunali dell’inquisizione. Ma come operava l’Inquisizione e davvero era sempre così “truculenta” nell’accertamento sulla condotta dei sospetti eretici? L’Inquisizione aveva mezzi limitati e spesso non si accorgeva di quello che accadeva effettivamente nei villaggi e nelle città medievali, quasi sempre veniva attivata tramite delazioni.
Tra i casi giunti fino a noi, quello del mugnaio Domenico Scandella, detto Menocchio che viveva in Friuli è piuttosto emblematico. Questo mugnaio aveva cinquant’anni quando l’Inquisizione si interessò per la prima volta di lui, e scoprì che da anni andava dicendo in paese delle cose strane. Tutti lo sapevano, ma nessuno lo aveva denunciato.

Il suo parroco lo aveva più volte avvertito di non esprimere in pubblico teorie e pensieri che contrastavano con la dottrina della Chiesa ma Menocchio aveva fatto orecchie da mercante. Alla fine la segnalazione all’Inquisizione era arrivata e il nostro mugnaio era stato arrestato e interrogato, senza però usare la tortura.

Ma cosa diceva di così eretico Menocchio? Secondo lui il mondo era nato perché l’aria, la terra e l’acqua si erano mescolati, e si erano solidificati, e dalla solidificazione di questi elementi erano nati Dio e gli angeli, e poi Dio aveva creato gli uomini. Pur non ammettendolo chiaramente, i preti dell’Inquisizione avevano capito che il mugnaio poi non credeva che Cristo fosse il figlio di Dio. Inoltre Domenico Scandella criticava la Chiesa perché si arricchiva a spese dei poveri e riteneva che i preti non servissero, bastava seguire la parola di Dio per salvarsi senza bisogno di intermediari. Infine criticava aspramente l’oppressione dei ricchi sulla povera gente.

Per l’epoca il nostro mugnaio era, insolitamente, una persona istruita, sapeva leggere e possedeva un buon numero di libri da cui trovava spunti per le sue idee non ortodosse. I suoi compaesani interrogati dall’Inquisizione confermarono che Menocchio faceva sul serio con le sue esternazioni e Menocchio dopo mesi di carcere e interrogatori si arrese, confessò che si era sbagliato, che Gesù era davvero figlio di Dio e non un uomo come gli altri, e abiurò tutte le sue idee; si fece due anni di carcere, poi fu liberato e rimandato al paese.

Provato da questa esperienza tornò in paese e per anni diede l’impressione di essere cambiato, mentre la sua salute iniziava a declinare. Ma quindici anni dopo, all’Inquisizione arrivarono dei rapporti secondo cui aveva ricominciato a fare gli stessi discorsi di prima. Domenico Scandella aveva quasi settant’anni, ma fu arrestato di nuovo, e stavolta torturato, per fargli rivelare se al paese c’erano altri eretici come lui; ebbe due tratti di corda, non confessò, e dopo mezz’ora smisero di torturarlo.

Siccome era recidivo, come prescrivevano le regole, fu condannato a morte. L’Inquisitore friulano scrisse a Roma per verificare se era possibile commutare la pena ad un vecchio malato e di fatto slegato da qualunque comunità di eretici, ma il Sant’Uffizio pretese l’esecuzione della condanna. E così Menocchio venne giustiziato.

Fonti:

alcune voci di Wikipedia

Dietro le quinte della storia di Angela-Barbero

Valmont57

Diversamente giovane, fondatore di Wiki Magazine Italia, (già Scienza & DIntorni), grande divoratore di libri, fumetti e cinema, da sempre appassionato cultore della divulgazione storica e scientifica.

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