lunedì, Settembre 16

Il paganesimo nell’Alto Medioevo

Nel gennaio del 313, i due imperatori Costantino e Licinio, a Milano promulgano un Editto che avrà un peso fondamentale nella storia, non soltanto religiosa, dell’Europa. Il testo dell’Editto di Milano – noto anche come Editto di Costantino, Editto di tolleranza o Rescritto di tolleranza – è diviso in dodici punti ed il preambolo recita così: « Noi, dunque Costantino Augusto e Licinio Augusto, essendoci incontrati proficuamente a Milano e avendo discusso tutti gli argomenti relativi alla pubblica utilità e sicurezza, fra le disposizioni che vedevamo utili a molte persone o da mettere in atto fra le prime, abbiamo posto queste relative al culto della divinità affinché sia consentito ai Cristiani e a tutti gli altri la libertà di seguire la religione che ciascuno crede, affinché la divinità che sta in cielo, qualunque essa sia, a noi e a tutti i nostri sudditi dia pace e prosperità. »

Lotta senza quartiere al paganesimo

Da quel momento Costantino sceglie la Chiesa cristiana come suo unico interlocutore e nel 380, l’imperatore Teodosio I rese pubblico l’editto di Tessalonica, in base al quale il cristianesimo niceno divenne l’unica religione ufficiale dell’impero. Non dobbiamo però pensare che il paganesimo scompare automaticamente dalla società altomedievale, troppo radicato nell’immaginario e nella pratica di ampi segmenti della popolazione, resisterà alle persecuzioni cristiane, rimanendo per molti secoli una spina nel fianco della Chiesa cattolica.

Il Codice giustinianeo riporta un testo degli imperatori Valentiniano e Marciano datato al 452: “Che nessuno riapra, con l’intento di onorarli e adorarli, i templi dei pagani che sono stati chiusi; che l’onore che si rendeva anticamente agli abominevoli idoli non insudici il nostro secolo; poiché è sacrilego ornare con corone le porte empie dei templi, accendere fuochi profani su questi altari, bruciarci degli incensi, sgozzarci delle vittime, farci libagioni divine o considerarli come luoghi religiosi…”.

La preoccupazione per la persistenza delle pratiche pagane è tale che il secondo Concilio di Orleans, del 533, nel canone 20, recita “Che siano esclusi dalle assemblee della Chiesa i cattolici che non custodiscono la grazia intatta del battesimo ricevuto, che regrediscono al culto degli idoli, o che, compiacendosi di infrangere un’interdizione, usano alimenti immolati al culto degli idoli”.

Il periodo carolingio

Centocinquanta anni dopo la lotta contro il paganesimo è tutt’altro che conclusa se il Sinodo di Nantes, tra il 658 e il 660, presieduto da Nivardo di Reims, tra le altre prescrizioni rende obbligatoria la distruzione dei templi pagani. Sotto Carlo Magno le cose non cambiano sostanzialmente e un capitolare promulgato nel 785, dopo il battesimo di Vitichindo, principe dei sassoni, afferma: “A tutti piace, (si dice nel preambolo), che le chiese di Cristo costruite adesso in Sassonia e che sono consacrate a Dio non siano meno onorate, ma più e meglio di quanto non lo fossero i templi degli idoli pagani […]. Ormai qualsiasi sassone non battezzato che tenti di dissimularsi in mezzo ai suoi compatrioti e rifiuti di farsi battezzare, poiché vuole rimanere pagano, sarà messo a morte […]. Chiunque invochi le fonti o gli alberi o le foreste, oppure recherà loro delle offerte, come i gentili, o banchetterà in onore di questi demóni, pagherà…”.

Qui l’intolleranza dei cristiani verso chi adora gli antichi Dei o pratica riti pagani diventa parossistica e minaccia la vita stessa dei sassoni che non si piegano alla religione di Stato, imposta da Carlo. È nel substrato popolare che sopravvivono infatti riti magici propiziatori o eseguiti per recuperare la salute da alcuni malanni, celebrati da stregoni secondo gli antichi canoni del paganesimo ed a cui si rivolgono quote non marginali del popolo.

Se non puoi batterli, assimilali

Nell’813, i vescovi prescrivono ai sacerdoti di insegnare ai fedeli che sortilegi e incantesimi non guariscono affatto gli uomini o gli animali, e che si tratta solo di illusioni sataniche. Queste raccomandazioni non sortiscono però l’effetto sperato. Tant’è che la Chiesa cambia parzialmente strategia e accanto alla repressione, introietta nei propri riti, cristianizzandoli, un certo numero di formule e riti pagani, operando di fatto un sincretismo tra preghiere cristiane e formule magiche.

Non dobbiamo infatti dimenticare che le pratiche magiche riflettono l’essenza della vita contadina. Sono praticate con convinzione durante la stagione dei raccolti, a scopo propiziatorio, o per il benessere degli animali, fondamentale risorsa proteica e di lavoro per il contadino altomedievale. Tra gli innumerevoli riti pagani del mondo contadino, Burcando da Worms, segnala un rituale compiute dalle donne per propiziare la pioggia.

Il punto dolente della resistenza pagana e della sua forte attrattiva per le masse popolare, più che riti magici e incantesimi, sono le feste pagane. La Chiesa capisce ben presto che non riuscirà ad estirpare queste manifestazioni popolari solo con imposizioni repressive e quindi ogni volta che è possibile, trasforma le festività pagane in feste cristiane.

Feste cristiane o feste pagane?

Si tratta di feste che ancora oggi sono importanti sia nel panorama laico che religioso. Il Natale. prima di tutto, le cui origini affondano sia in celebrazioni celtiche, come quella del solstizio d’inverno, il giorno più corto dell’anno che i celti festeggiavano proprio il 25 dicembre e dei romani (saturnali) giorni di poco antecedenti il 25 dicembre, dove ci si scambiava doni e auguri.

Anche il Ferragosto nasce in piena epoca pagana, si tratta della Feriae Augusti, istituita proprio dall’Imperatore Augusto come momento di riposo dopo la fine del periodo di lavoro agricolo. Serviva ai braccianti per riprendersi dalle fatiche dei campi. Si festeggiava originariamente il 1° di agosto ma, quando poi la festa fu assimilata dalla chiesa Cattolica, la data venne spostata al 15 per farla coincidere con l’Assunzione di Maria.

Persino la Pasqua ha un’origine pagana, si tratta del culto della dea Eostre, divinità poi diventata anche simbolo di festività: la festa di Ostara. Vi si celebrava la rigenerazione della natura e la rinascita della vita, che coincideva, appunto, con l’equinozio di primavera. La Chiesa cattolica ha assimilato molti simboli e concetti da questa festa, facendone il momento in cui si celebra, la resurrezione di Cristo. Per non dilungarci troppo anche il Capodanno e il Culto dei Santi sono ricorrenze cristiane assimilate da antiche feste pagane.

Insomma se non puoi “sconfiggere” il nemico con la forza, assimilalo!

Fonti:

alcune voci di WIkipedia

giornalepop.it

Verdon, Jean. La vita quotidiana ai tempi del Medioevo

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