lunedì, Settembre 16

Il paradosso di Dio

Nella selva dei paradossi che popolano la scienza, la filosofia e financo la teologia il “paradosso di Dio“, meglio conosciuto come “paradosso dell’onnipotenza” è certamente uno dei più affascinanti e ancora dibattuti. Prima di addentrarci in questo paradosso chiariamo cosa significa che Dio è onnipotente. Molto semplicemente è il potere illimitato che il Dio delle religioni monoteistiche possiede. Dio può tutto, senza alcun limite.

Se pensiamo alla nascita di questo concetto è naturale che il pensiero corra alla Bibbia. In realtà nella Bibbia ebraica, ovvero nel Vecchio Testamento, il concetto di onnipotenza non esiste. Dio Onnipotente viene reso come traduzione per il termine in ebraico ”Shaddai” che però può significare “Signore della montagna“ o “Signore Distruttore” o “Signore della Steppa” o “Signore della Fertilità“, ma certamente non come “Onnipotente”, concetto che quindi non appartiene alla religione ebraica ed al Dio Biblico.

Questo concetto nasce nel Nuovo Testamento e lo troviamo citato nei Vangeli, nel libro dell’Apocalisse, nel libro di Giobbe, in alcuni salmi etc. Ma veniamo al “paradosso di Dio”, questi può essere enunciato semplificando in questi termini: “Se Dio è in grado di fare qualsiasi cosa, può significare che è in grado di creare una montagna più pesante di quella che è in grado di sollevare?“.

Messa in questi termini la risposta è un no, in quanto se Dio creasse un oggetto così pesante da non poterlo sollevare minerebbe la sua onnipotenza, mentre se Dio non è in grado di creare tale oggetto, ancora una volta, dimostrerebbe di non essere onnipotente. Si tratta quindi di un paradosso negativo o logico.

Le cose sono però un po’ più complicate. Già Tommaso d’Aquino (1225-1274) ragionò sulla difficoltà di comprendere il potere divino. Il Dottore della Chiesa ed esponente della Scolastica affermava infatti che l’onnipotenza viene considerata come limitata ai poteri del Dio stesso, opposta all’idea delle infinite capacità. Ci sono sicuramente delle cose che un Dio non è in grado di fare. Sul suo solco C.S. Lewis, teologo e scrittore, noto soprattutto per la saga fantasy “Le Cronache di Narnia“, molti secoli dopo scriverà:

«La sua onnipotenza indica ciò che è intrinsecamente possibile fare, non ciò che non lo è. Si potrebbero attribuirgli miracoli, ma sarebbe privo di senso. Questo renderebbe il suo potere sconfinato. Se si sceglie di dire che Dio può dare ad una sua creatura il libero arbitrio e al contempo porre delle restrizioni a questo, allora non si è affermato assolutamente niente su di lui: combinazioni senza senso di parole non acquistano veridicità semplicemente perché sono precedute dalle parole “Dio può”. Non è possibile per la più debole delle creature così come per Dio possedere entrambe le nature; ma non perché il Suo potere incontri degli ostacoli ma semplicemente perché il senza senso rimane tale persino quando si parla di Dio.»

Eppure Giobbe (42/1-2) rispondendo a Dio, afferma: “Riconosco che puoi tutto, e che nessun tuo disegno può essere impedito”. La questione è diversa se l’affrontiamo dal lato della logica. Per la consistenza logica, non può esistere nello stesso universo un oggetto inamovibile ed una forza irresistibile. Ovvero nella stessa “struttura logica” non possono essere vere contemporaneamente una certa affermazione (A) e la sua negazione (non A).

Sono ancora una volta i teologi a cercare di “sminare” questo paradosso, San Pier Damiani (1007-1072) afferma che se l’agire di Dio dovesse obbedire alle leggi della logica, Dio non sarebbe “onnipotente”. Dio quindi è al di sopra della logica stessa e non si possono applicare le “misure” della logica umana alla sua natura. Si può obiettare a questa confutazione sostenendo che se spostiamo il concetto di Dio oltre la logica se ne crea un oggetto insondabile per la mente umana. Inoltre più che Dio, estromesso dalla logica è la descrizione che si fa di esso ad essere espunta dalla logica. A dover essere quindi spostato al di sopra della logica sarebbe il credo religioso che descrive quel dio, più che la divinità stessa.

Anche la tesi di chi afferma che Dio possedendo un potere assoluto può decidere anche di auto-limitarsi, e quindi creare qualcosa e poi porre da sé dei limiti come per l’appunto creare una montagna che poi non è in grado di sollevare, non convince. Tutto questo non scalfirebbe secondo questa tesi la sua onnipotenza. Questa confutazione non risponde, tuttavia, alla domanda posta nel paradosso circa la possibilità di Dio di creare tale oggetto.

Come si vede da queste scarne e certamente non esaustive considerazioni il dibattito sul “paradosso di Dio” è ancora aperto e controverso. Così moderno ancora, da trovarne un eco nel film “Il cavaliere oscuro” (2008) diretto da Christopher Nolan, dove Joker, interpretato dal compianto Heath Andrew Ledger (1979-2008) in una scena afferma: “Ecco cosa succede quando una forza irrefrenabile incontra un oggetto inamovibile. Tu sei davvero incorruttibile, non è così? Tu non mi uccidi per un malriposto senso di superiorità e io non ti ucciderò perché tu sei troppo divertente. Credo che io e te siamo destinati a lottare per sempre!

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