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Il Piccolo Teatro di Milano

Milano fu liberata dall’occupazione tedesca il 25 aprile 1945. La città era in condizioni drammatiche eppure nonostante la fame e le distruzioni di una guerra spietata i milanesi dimostrarono fin dal primissimo dopoguerra un forte desiderio di rinascita. Un desiderio che si esprimeva anche nell’affollamento dei pochi cinema intatti e persino nelle affollate rappresentazioni che si tenevano al Teatro Lirico, perché La Scala era stata pesantemente bombardata.

E’ in una gelida giornata del febbraio 1947 che Paolo Grassi e Giorgio Strehler vanno a visitare certi locali in via Rovello, nel centro di Milano. Nonostante i 28 anni Paolo Grassi ha già una consolidata esperienza come impresario teatrale, Strehler di anni ne ha 26 e si era diplomato all’Accademia dei Filodrammatici di Milano nel 1940. Con l’entrata in guerra dell’Italia il futuro regista si era rifugiato in Svizzera e nel 1944 catturato dai nazifascisti aveva trascorso in carcere una settimana.

I locali di via Rovello facevano parte di un palazzo appartenuto al conte di Carmagnola e durante l’ultimo scorcio di guerra era stati trasformati in centro di detenzione e tortura dai repubblichini. Racconta la leggenda che la porta non voleva aprirsi e che Paolo Grassi con un calcio ben assestato riuscì a farsi strada nel palazzo.

I legionari della colonna “Muti” avevano abbandonato quel luogo lasciandolo all’interno devastato con schizzi di sangue sulle pareti di stanze utilizzate per le loro efferate torture. Soltanto il coraggio visionario di due leoni del teatro pubblico italiano come Grassi e Strehler potevano vedere in quei locali spogli e sinistri il prototipo del primo teatro pubblico stabile italiano.

Il palcoscenico era minuscolo, profondo cinque metri e largo sei, con un impianto luci praticamente inesistente. Con coraggio e lungimiranza la Giunta Municipale di Milano finanzierà i lavori di ristrutturazione dei locali di via Rovello ed appena quattro mesi dopo, il 14 maggio 1947 si svolgerà la serata inaugurale.

La prima volta del “Piccolo Teatro” doveva essere dedicata ad un classico del teatro cinquecentesco italiano “La mandragola” di Niccolò Macchiavelli. L’intervento della Chiesa cattolica locale che accusò l’opera di essere blasfema per il ruolo da mezzano che un sacerdote svolgeva nel testo di Machiavelli, costrinse Grassi e Strehler a ripiegare su L’albergo dei poveri di Maksim Gor’kij nel quale recitava lo stesso Strehler nel ruolo di Alioscia.

Lo spettacolo si rivelerà memorabile ed ebbe un successo strepitoso segnando il solco del teatro sociale che il Piccolo interpreterà con produzioni di altissimo livello, sotto l’ispirata regia di Giorgio Strehler e la sapiente gestione di Paolo Grassi negli anni a venire.

Valmont57

Diversamente giovane, fondatore di Wiki Magazine Italia, (già Scienza & DIntorni), grande divoratore di libri, fumetti e cinema, da sempre appassionato cultore della divulgazione storica e scientifica.

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