domenica, Settembre 8

Il prezzo della vittoria

Il prezzo della vittoria” è una grande storia di Tex, firmata Guido Nolitta, alias Sergio Bonelli, ambientata nel Grande Nord del continente americano con Sioux, trafficanti senza scrupoli, Giubbe Rosse e un Aquila della Notte di cui sentiamo una grande nostalgia

Avventure nel Grande Nord

Tra le avventure più godibili della lunghissima saga texiana, quelle ambientate nel Grande Nord americano rivestono un fascino insuperabile. Vuoi che sia per i paesaggi maestosi, spesso innevati, vuoi per la presenza di alcuni personaggi storici come Jim Brandon o Gros Jean, o più semplicemente per alcuni gioielli narrativi entrati prepotentemente nei classici di Tex, questa ambientazione, da sempre, riscuote un particolare interesse tra i lettori.

Ed a proposito di piccoli capolavori ambientati nel Grande Nord americano e in particolare in Canada, una menzione speciale spetta ad una lunga storia firmata da Guido Nolitta, alias Sergio Bonelli e disegnata magistralmente da Giovanni Ticci, con le copertine di un Claudio Villa in stato di grazia.

Stiamo parlando di “Il prezzo della vittoria“, numero 435 della serie regolare, che conclude un’avventura iniziata nel numero 431, “La strage di Red Hill“.

La storia in breve

Questa volta Tex insieme al fido pard Kit Carson, a Kit WIller e Tiger Jack è in missione segreta per conto del governo statunitense in Canada. L’obiettivo è quello di distruggere una pericolosa rete di trafficanti che fornendo una mistura alcolica di pessima qualità sta mettendo in subbuglio la frontiera Stati Uniti-Canada.

Tiger viene ferito piuttosto seriamente durante un attacco dei Wolfers, questi trafficanti, ad un campo Assinniboin dove i nostri pards sono ospiti. Mentre Tiger Jack viene lasciato, insieme a Kit, alle cure dei Mac Dougal, nel loro ranch, Tex e Carson seguono le tracce degli assalitori.

Sono gli spietati Wolfers capitanati da Jason Ducaux, un gruppo di violenti cacciatori di lupi che si sono impadroniti del trading post canadese di Fort Whoop-Up, vi hanno piantato sopra la bandiera a stelle e strisce e hanno avviato un traffico di pestilenziale whisky con il quale avvelenano gli indiani, ottenendo in cambio merce di valore.

Incontrato Jim Brandon delle Giubbe Rosse, i rangers spiegano i termini della loro missione, illustrando a grandi linee il piano che intendono seguire per far fuori Ducaux. E qui ci fermiamo per quei due o tre appassionati di Tex che ancora non hanno letto questa storia.

La sceneggiatura di Nolitta

In questa storia, come per la verità in tutte quelle che Sergio Bonelli ha scritto per Tex, si nota chiaramente la differenza narrativa e stilistica con gli episodi firmati dal padre e creatore di Aquila della Notte, Gian Luigi Bonelli. Il Tex di Nolitta è più passionale, meno freddo e distaccato di quello di Bonelli padre, spesso deve essere Carson a frenarne l’ira e l’impulsività.

In poche parole è più umano dell’eroe tutto di un pezzo di Bonelli senior. Anche nel tratteggio di Kit Carson, Nolitta adotta due registri, uno “zagoriano” nei siparietti che i due amici interpretano per passare da un registro narrativo all’altro. In questo contesto Carson svolge con i dovuti aggiustamenti il ruolo che Cico ha con Zagor. Diverso invece è il Carson in azione, qui Nolitta ne esalta il protagonismo, formando un binomio quasi paritario con Tex.

Infine la sceneggiatura, mai verbosa, che sa alternare azione, tensione e sorrisi sapientemente, tanto che un’avventura così lunga di quasi 500 tavole scorre via che è un piacere.

Il riferimento storico

Come spesso accade negli albi di Tex, gli autori e Nolitta non fa eccezione, inseriscono eventi realmente accaduti “adattandoli” per le esigenze narrative. In questa avventura è il caso dello sconfinamento di una tribù di Sioux, comandati dal sakem Ska-Wom-Dee in Canada.

I Sioux erano una vasta alleanza di tribù che popolavano le grandi pianure centrali degli Stati Uniti. Questo nome attribuitogli dai bianchi pare derivi dell’espressione Nadovessioux, termine francese originato dalla deformazione di Nādowessi (piccoli serpenti), ovvero l’appellativo con il quale questi nativi venivano spregiativamente indicati dalla tribù degli Ojibwa, chiamati impropriamente dai bianchi Chippewa, per distinguerli dai loro principali nemici, ad est, gli Irochesi, i “grandi serpenti”.

I Sioux sconfinano in Canada, nell’estate del 1877, dopo che un anno prima, Toro Seduto, Cavallo Pazzo e Fiele avevano inferto una dura sconfitta all’esercito degli Stati Uniti, massacrando Custer e i suoi uomini, a Little Big Horn. Ed è probabilmente ispirato a questo episodio lo sconfinamento di Ska-Wom-Dee nella storia che si conclude con “Il prezzo della vittoria“.

Valutazione

Soggetto e sceneggiatura: 9

Disegni: 9

Copertine: 9

Media: 9

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