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Il processo per l’incendio del Reichstag

Alle 21:14 della sera del 27 febbraio 1933 una stazione dei pompieri di Berlino ricevette l’allarme che il Palazzo del Reichstag, sede del Parlamento tedesco, era in fiamme. Giunti sul posto le squadre dei pompieri si rendono conto che l’incendio è stato alimentato da punti diversi del grande palazzo. La polizia intervenuta sul luogo dell’incendio trovò Marinus van der Lubbe, mezzo nudo, che si nascondeva dietro l’edificio.

Si trattava di un noto agitatore comunista di origine olandese, mentalmente squilibrato. Hitler e Goring giunti sul luogo del disastro fin dalla prima ora indicarono nel Partito Comunista tedesco l’organizzatore dell’attentato. Di più Hitler dichiarò che van der Lubbe ed i suoi complici sarebbero stati condannati alla pena capitale mediante impiccagione.

Ancora una volta emerse l’assoluta impreparazione di Hitler e dei vertici nazisti. La pena capitale per impiccagione era prevista dall’Austria, il paese natale del Furher, mentre in Germania era in vigore l’esecuzione per decapitazione attraverso la scure. Di più, questa pena non era prevista per un incendio doloso a meno che non vi fossero state vittime e nell’attentato al Reichstag, avvenuto di notte quando il Parlamento era chiuso, non era morto nessuno.

Hitler pretese ed ottenne dal decrepito Hindenburg l’emanazione di una legge il 29 marzo 1933 che applicasse retroattivamente la pena capitale in caso di incendio doloso e tradimento prevista dal decreto che lo stesso Furher aveva promulgato il 28 febbraio, a poche ore dall’attentato. Non valsero a niente i dubbi che alcuni giuristi conservatori espressero sulla legittimità di questa norma retroattiva. Adesso era possibile mettere a morte van der Lubbe ed i suoi complici.

Hitler colse al volo l’occasione per mettere al bando il Partito Comunista tedesco e quando il 21 settembre 1933 si aprì il processo presso il Tribunale di Lipsia, insieme al disturbato comunista olandese furono trascinati in giudizio il bulgaro Georgij Dimitrov, capo della sezione europea occidentale dell’Internazionale Comunista a Berlino, due suoi collaboratori ed l’ex capogruppo parlamentare del partito comunista Ernst Torgler.

Presidente del Tribunale era Wilhelm Bunger un giudice conservatore ed ex deputato del Partito Popolare che nonostante le simpatie verso i nazisti era molto scrupoloso nell’applicare le leggi vigenti. Dimitrov si difese con grande abilità e sagacia facendo sembrare un perfetto imbecille Hermann Goring quando fu chiamato sul banco dei testimoni.

Abbinando notevoli capacità forensi ad un’indiscutibile oratoria di stampo comunista Dimitrov riuscì con grande scorno di Hitler a far assolvere tutti, tranne van der Lubbe che pochi giorni dopo veniva giustiziato per decapitazione.

Il verdetto per compiacere i furenti nazisti riportò comunque che il partito comunista tedesco aveva avuto un ruolo nella progettazione dell’attentato ma che le prove a carico di Dimitrov e compagni non erano sufficienti per infliggere una condanna.

I tre bulgari e Torgler appena liberati furono immediatamente riarrestati dalla Gestapo. Infine Dimitrov ed i suoi compagni furono espulsi in Unione Sovietica, quanto a Torgler sopravvisse alla guerra ed in seguito aderì al Partito Socialdemocratico.

Per i nazisti fu un’autentica umiliazione. La stampa di regime invocò un’immediata “riforma della giustizia” ed Hitler appena un mese dopo sottrasse i casi di tradimento alla magistratura ordinaria per conferirli ad uno speciale “Tribunale del Popolo” istituito il 24 aprile 1934.

La verità completa sull’incendio del Reichstag ovviamente non fu accertata. L’estensione dell’incendio rende molto improbabile che lo squilibrato comunista olandese avesse agito da solo. Considerando la velocità con cui il fuoco invase l’edificio, è quasi certo che una sola persona non avrebbe potuto appiccare un incendio di così vaste proporzioni, ed insieme ad altri indizi, fanno dunque ritenere alla grande maggioranza degli studiosi che la gerarchia nazista fosse coinvolta nella vicenda, al fine di ottenerne il casus belli che consentisse l’estensione, totale ed incondizionata della dittatura hitleriana.

Valmont57

Diversamente giovane, fondatore di Wiki Magazine Italia, (già Scienza & DIntorni), grande divoratore di libri, fumetti e cinema, da sempre appassionato cultore della divulgazione storica e scientifica.

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