Storia della scienza e della filosofia

Il reparto della morte e il grande Semmelweis

Vienna. Siamo a metà dell’Ottocento all’Ospedale Generale della capitale asburgica, considerato uno dei più moderni nosocomi europei dell’epoca. Con grande costernazione dei medici moltissime donne muoiono pochi giorni dopo il parto. La diagnosi è “febbre puerperale”, le cause sconosciute. L’idea prevalente tra i medici è che si tratti di un qualche vapore portato dall’aria, anche perché notano una differenza stagionale nel tasso di mortalità di queste sventurate.
La cosa non convince però Ignac Sommelweis, un giovane medico che si era laureato presso l’Università di Vienna nel 1844, assistente dell’illustre ostetrico Johan Klein.
Sommelweis aveva notato che due reparti della stessa corsia ospedaliera avevano tassi di mortalità estremamente diversi, il primo ben presto, lugubremente soprannominato, “reparto della morte” raggiungeva il 30% di mortalità, l’altro separato da pochi decine di metri un tasso decisamente inferiore.
Non poteva essere l’aria dunque a trasmettere il patogeno.
La cosa che rodeva il buon Ignac era che nonostante le partorienti fossero affidate a medici molto esperti morivano in numero molto maggiore rispetto alle donne che partorivano a casa, aiutate da semplici levatrici.
La traccia che mise sulla pista giusta Sommelweis fu la tragica morte di un medico che si era tagliato un dito mentre eseguiva un’autopsia. Il poveretto era morto con sintomi molti simili a quelli della febbre puerperale.
Sommelweis ipotizzò che qualche “particella del cadavere” fosse entrata nel circolo sanguigno del medico, uccidendolo.
E se questa intuizione era corretta, tutto tornava. Nel “reparto della morte” molto spesso i medici aiutavano a partorire o facevano esami ginecologici alle pazienti, poco dopo aver svolto delle autopsie in cerca di risposte ai decessi per febbre puerperale.
Questa ipotesi spiegava anche le differenze stagionali nel tasso di mortalità.
Il tasso aumentava quando affluiva nel reparto un nuovo contingente di dottorandi abili ad effettuare autopsie e diminuiva quando quest’ultimi erano impegnati negli esami.
A questo punto per Sommelweis fu facile fare due più due. Ed impartì severe istruzioni ai medici di lavarsi accuratamente le mani dopo aver effettuato un’autopsia. E si perchè ancora per una gran parte dell’Ottocento disinfettarsi le mani non era una pratica abituale per i medici.
Siccome l’odore di cadavere persisteva sulle mani anche dopo il lavaggio Sommelweis ordinò di aggiungere cloro, di cui non si sapeva ancora il potere battericida ma si conosceva la capacità di eliminare gli odori sgradevoli.
Il risultato di questa pratica fu straordinario. In meno di un anno i decessi nel reparto della morte passarono dal 30% al 3%.
Sommelweis fu nello stesso tempo galvanizzato da questa intuizione ma anche profondamente turbato dalla consapevolezza di essere stato anche lui causa di numerosi decessi. Invece di pubblicare articoli sulla sua scoperta e convincere cosi i retrivi ambienti medici dell’epoca lui si affidò quasi esclusivamente alla sua oratoria per altro arrogante e sempre più intransigente. Questo modo di fare gli mise contro quasi l’intera classe medica dell’ospedale costringendolo a dimettersi ed a trasferirsi a Budapest città nella quale era nato il 1 luglio del 1818.
Ovviamente eliminato Sommelweis, furono abrogate le sue prescrizioni con il risultato che il tasso di mortalità riprese a salire vertiginosamente.
Intanto Ignac conseguiva lo stesso risultato a Budapest applicando una rigida igiene delle mani dopo tutti i contatti con le salme.
Ossessionato dalle sue teorie che non aveva mai tradotto in pubblicazioni e protocolli scientifici, osteggiato da tutta la classe medica conservatrice, il padre dell’antisepsi iniziò a svalvolare tanto che fu ricoverato in un ospedale psichiatrico dove trovò la morte il 13 agosto 1865 probabilmente a causa di un pestaggio delle guardie dell’istituto.
La sua rivincita postuma avvenne nel 1879 durante un convegno scientifico. Un ostetrico francese era impegnato in una delle abituali filippiche denigratorie di Sommelweis quando una persona si alzò dalla platea di medici e ricercatori, andò alla lavagna interrompendo il malcapitato ed ottuso medico e disegnò uno streptococco.
Questo è il killer eliminato da Sommelweis” disse.
Quell’uomo era Luis Pasteur e questo mise fine ad uno dei più tardivi riconoscimenti della storia della medicina.
Perchè è bene ricordare che una stretta di mano è potenzialmente molto più pericolosa di un bacio in bocca.

Valmont57

Diversamente giovane, fondatore di Wiki Magazine Italia, (già Scienza & DIntorni), grande divoratore di libri, fumetti e cinema, da sempre appassionato cultore della divulgazione storica e scientifica.

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