giovedì, Settembre 19

Il romanzo gotico

Tra la fine del Settecento ed il Diciannovesimo secolo, soprattutto nei paesi anglosassoni, si sviluppa un nuovo generi di romanzi, che scaturisce da una fusione di un esasperato romanticismo con tratti di orrore e paura, che va sotto la definizione di romanzi gotici.

Soprattutto l’Inghilterra del Diciannovesimo secolo è la patria per eccellenza di questo genere letterario che spazia le sue ambientazioni dal Medioevo alla contemporaneità dell’epoca vittoriana. Uno dei capostipiti della letteratura gotica è l’inglese Ann Radcliffe (1764-1823) di cui conosciamo molto poco a causa di una vita appartata, lontana da ogni forma di mondanità, che farà scrivere pochi giorni dopo la sua morte al The Edinburgh Review: «Non appariva mai in pubblico, né si mescolava nella società, ma si teneva defilata, come il soave usignolo che canta le sue note solitarie, celato e non visto» .

Il suo quarto e più famoso libro “I misteri di Udolpho” (1794) è l’archetipo perfetto del romanzo gotico. L’opera contiene tutti gli elementi del romanzo gotico: situazioni di terrore fisico e psicologico, eventi apparentemente soprannaturali, castelli remoti e in rovina, la presenza di un nemico e di un’eroina perseguitata, paesaggi esotici.

Un altro classico della letteratura gotica è “Il monaco” scritto nel 1796, dall’allora ventenne Matthew G. Lewis. Il romanzo ebbe un clamoroso successo ma fu al centro di roventi polemiche perché esasperando tutti gli elementi del genere: castelli, abbazie, fantasmi, presenze demoniache descrisse numerose scene di stupri, violenze ed incesti.

Riviste autorevoli quali il «Monthly Mirror» e l’«Analytical Rewiew» lo esaltano e anche Coleridge, uno dei massimi poeti romantici inglesi, esprime il suo apprezzamento. Tuttavia l’asprezza delle polemiche indusse Lewis  a pubblicare nel 1798 una versione rivista dell’opera nella quale vennero tolte o censurate alcune delle situazioni più scabrose.

Sarebbe un errore credere che l’essenza dei romanzi gotici scaturisca dagli elementi “fisici” della paura, in realtà il vero protagonista di questo genere letterario è “l’atmosfera di terrore e di inquietudine” a cui soggiace l’intera trama. Da questo punto di vista uno degli archetipi fondamentali del genere gotico è “Il giro di vite” di Harry James (1898) nella quale le sinistre apparizioni che perseguitano due bambini potrebbero essere il frutto della fantasia degli stessi. Classificato sia come storia di fantasmi che nel genere gotico, la novella ha come protagonista una governante che, occupandosi di due bambini in una remota magione nella campagna inglese, finisce per convincersi che siano posseduti dalle anime di due malvagi individui defunti.

Il genere gotico è uno strumento narrativo molto duttile che permette di spaziare attraverso le inquietudini delle neo società industrializzate, spaziando dai timori per una scienza sempre più onnisciente agli occhi di alcuni ai temi dell’ingiustizia, sia che essa provenga da qualche divinità o dalla malvagità degli esseri umani.

Ne “L’isola del dottor Moreau” (1897) scritto da H.G. Wells, fantascienza e genere gotico si ibridano, dando vita ad un romanzo nel quale una razza superiore cerca di creare una vita senziente utilizzando parti di corpo degli animali. Un tema già affrontato con ben altro spessore all’inizio del secolo, nel 1818, da uno dei capolavori della letteratura gotica “Frankestein o il moderno Prometeo” scritto dalla giovanissima autrice britannica Mary Shelley, all’epoca diciannovenne.

È questo il romanzo con cui nascono le figure letterarie del dottor Victor Frankenstein e della sua creatura, spesso ricordata come mostro di Frankenstein, ma anche, in maniera erronea, come Frankenstein, nome che, invece, appartiene al suo creatore.

Frankenstein è uno dei miti della letteratura proprio perché affonda le sue radici nelle paure umane: è probabile che il suo successo sia dovuto proprio alla figura del mostro, espressione della paura al tempo diffusa per lo sviluppo tecnologico e del diverso. La creatura infatti, parto della sapienza scientifica di Frankestein rappresenta sotto il profilo umano l’innocenza della perfezione, mentre il suo aspetto esteriore permette all’autrice di tratteggiare la paura della diversità che attanaglia la gente comune.

Il romanzo gotico con il passare degli anni si evolve, passando dalle opere che privilegiano le ambientazioni fantastiche o sovrannaturali, grazie anche alla nascente psicoanalisi, ad esplorare sempre di più gli abissi dell’Io, le angosce e le paure individuali e collettive dell’uomo moderno. Edgar Allan Poe è precursore e maestro di questa nuova tendenza.

Nuovi filoni si svilupperanno dal romanzo gotico tradizionale grazie ad autori come Robert Louis Stevenson con il suo “Lo strano caso del dottor Jekyll e Mr. Hide” (1886) metafora dell’ambivalenza del comportamento umano, e anche del dilemma di una mente scissa tra l’Io e le sue pulsioni irrazionali oppure, come anticipato,  Arthur Conan Doyle, con i misteri e le atmosfere tenebrose di Sherlock Holmes, ma soprattutto dei suoi racconti fantastici e del terrore.

Non possiamo concludere questa breve escursus nel romanzo gotico senza citare “Dracula” scritto dall’irlandese Bram Stroker nel 1897. Romanzo in forma epistolare rappresenta uno dei capolavori del tardo gotico, opera dalle atmosfere cupe, in cui la minaccia assilla i protagonisti, in un crescendo di emozioni che conduce alla scoperta dell’orrore rappresentato dal più noto vampiro dell’immaginario collettivo umano.

Il romanzo gotico con tutte le sue derivazioni è stato ed è largamente saccheggiato da cinema e televisione, citare soltanto alcuni esempi di questa fonte di ispirazione richiederebbe almeno un mezza dozzina di articoli.

 

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