domenica, Settembre 8

Il sogno di una città ideale. “Le città invisibili” di Italo Calvino

Il romanzo “Le città invisibili” di Italo Calvino viene pubblicato nel 1972. In questo romanzo è piuttosto palese un fenomeno notato già altre volte nella narrativa di Italo Calvino, e cioè che la vicenda raccontata nel romanzo si svolge in tempi e luoghi lontani (qui, quelli di Marco Polo nell’impero sterminato del Gran Khan), ma in quel passato e in quella lontananza di un mondo favoloso rivive, in fondo, tutta la tragica realtà del nostro concreto mondo di oggi.

In queste “città invisibili” si prospetta, infatti, la situazione psicologica di quelle che sono, invece, le “città visibili” del nostro tempo in cui abitiamo tutti noi. Il romanzo si sviluppa su una lunga serie di relazioni che Marco Polo fa all’imperatore dei tartari Kublai Khan sulle condizioni delle varie città del suo immenso impero: città che sono “invisibili” per l’imperatore a causa del semplice fatto che egli non può né vuole andare a visitarle direttamente a causa della vastità quasi sterminata del territorio.

Da qui, dunque, i resoconti del fedele ambasciatore distribuiti in tanti dialoghi fra Marco Polo e Kublai Khan; e ogni resoconto è preceduto da un titolo piuttosto indicativo: “Le città e la memoria“, “Le città e il desiderio“, “Le città e i sogni“, “Le città sottili“, “Le città e gli scambi“, “Le città e gli occhi“, “Le città e il nome“, “Le città e i morti“, “Le città e il cielo“, “Le città continue“, “Le città nascoste” e varie altre ancora.

Nelle relazioni di Marco Polo vi sono spesso sfondi di fiabeschi scenari orientali: carovane che percorrono i deserti, donne belle e misteriose che attingono l’acqua a fontane antichissime, pastori di greggi assorti in notti rischiarate da una luna grande e perfetta protagonista in un cielo infinito … e poi ecco, una dopo l’altra, le tante città ciascuna con le sue note più caratteristiche e strane: le cupole d’argento, le vie lastricate di stagno, i palazzi con le scale a chiocciola e le torri alte; e i loro abitanti diversi, astuti, buoni o malvagi, folli o abulici.

L’intero romanzo è composto da nove capitoli che, all’interno di una logica simbolica e combinatoria, rappresentano il corpo umano dalla testa alle gambe. Quello che sicuramente avvince di più di “Le città invisibili” è il mondo favoloso ed esotico che, ancora una volta, in questo romanzo, Italo Calvino sa ricreare con freschezza e dinamismo sempre nuovi e, ancora una volta, immergendo in tale mondo tutta l’acutezza dell’attenzione amara ed ironica con cui egli sa guardare il mondo reale e attuale, osservare le contraddizioni degli individui e della società e sognare una città ideale attraverso una ricerca continua e un impegno concreto di vita.

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