giovedì, Settembre 19

Il telescopio spaziale Chandra scopre i resti di un esplosione

All’interno del cuore della Via Lattea sono stati rintracciati quelli che sono i resti rilasciati da una rara esplosione stellare. Questa è la prima volta che viene identificato un evento simile nella nostra galassia. I resti sono stati classificati con il nome Sagittarius A East, in breve Sgr A East, e sono situati molto vicino al buco nero super-massiccio Sagittarius A*.

I resti individuati sono in grado di svelare molte informazioni su come alcune stelle si frantumano, disseminando così elementi molto preziosi per la vita. La sorprendente scoperta è stata fatta attraverso delle nuove analisi eseguite sui dati raccolti dall’osservatorio a raggi X del telescopio spaziale Chandra della NASA, poi condivise sul sito arXiv, in attesa che poi venga pubblicato in maniera ufficiale su The Astrophysical Journal, dal team internazionale di astronomi guidato dall’Università di Amsterdam.

Secondo lo studio Sgr A East non era semplicemente una supernova di tipo Ia creata dall’esplosione di una stella massiccia, ipotesi che era stata valutata precedentemente, bensì una rara supernova di tipo Iax, formatasi da una nana bianca, quindi da una piccola stella priva di carburante, come lo diventerà il nostro Sole alla fine della sua esistenza.

La nana bianca ha prodotto delle esplosioni sempre meno potenti, spargendo in quantità diverse i suoi elementi chimici, come il ferro, il nichel e il cromo. Questi oggetti stellari sono molto densi e compatti, composti principalmente da atomi di carbonio e ossigeno, e sono stelle molto stabili, ma ad una condizione, ossia che la sua massa rimanga al di sotto del cosiddetto limite di Chandrasekhar di 1,4 masse solari.

Se una nana bianca fosse spinta oltre il limite di 1,4 masse solari, la sua temperatura nel suo nucleo aumenterebbe, innescando così delle reazioni esplosive di fusione nucleare che rilascerebbero un’enorme quantità di energia, portando la stella in poche decine di secondo ad esplodere senza lasciare alcun residuo.

Le supernove di tipo Iax invece sono oggetti stellari che sono stati già individuati in altre galassie, con una quantità pari a circa un terzo di quelle di tipo Ia. Fino adesso all’interno della Via Lattea sono state localizzate tre supernove di tipo Ia e altre due ancora in fase di conferma situate ad una distanza di meno di 2.000 anni, una datazione in cui i resti risultano ancora molto ben luminosi.

Le supernove di tipo Iax sono oggetti molto meno potenti, capaci di produrre quantità differenti di elementi rispetto alle supernove di tipo Ia. Inoltre, posseggono una luminosità inferiore e una velocità e masse di espulsione. Questa caratteristiche delle supernove Iax in confronto a quelle Ia, determinano una formazione creata da diversi meccanismi di esplosione.

La teoria principale fin’ora accreditata è che le supernove di tipo Iax, sono in grado di coinvolgere reazioni termonucleari, che si muovono molto più lentamente attraverso la stella in confronto ai normali eventi di tipo Ia. Questo spostamento molto più lento determina un’esplosione più debole e a quantità differenti di elementi prodotti nell’esplosione.

L’astronomo Ping Zhou, dell’Università di Nanchino, insieme al suo team hanno individuato questo modello distintivo all’interno degli elementi individuati nelle osservazioni di Chandra di Sgr A East. Negli studi precedenti era stato ipotizzato che l’oggetto fosse in realtà il residuo di una stella massiccia.

Il dottor Zhou, spiega che: “Nonostante abbiamo trovato supernove di tipo Iax in altre galassie, fino ad ora non ne abbiamo identificato nessuna nella Via Lattea. Questa scoperta effettuata è fondamentale per riuscire a comprendere in quale modo le nane bianche esplodono”.

Il dott. Shing-Chi Leung, astronomo del Caltech, dichiara che: “Le informazioni ottenute ci mostrano la diversità di tipi e della cause delle esplosioni delle nane bianche, e anche in quale modo riescono a produrre i loro elementi essenziali. Se le nostre ipotesi sull’identità dei resti della supernova sono corrette, questo diventerebbe il primo esempio conosciuto più vicino alla Terra“.

Gli astronomi per studiare Sgr A East hanno utilizzato l’osservatorio Chandra per un totale di 35 giorni, per poter analizzare meglio il buco nero super-massiccio e la regione circostante.

Il dottor Zhiyuan Li, astronomo dell’Università di Nanchino, ha spiegato che: “Il resti della supernova scoperti sono presenti in molte immagini acquisite negli ultimi 20 anni riprese da Chandra vicine al buco nero super-massiccio della nostra galassia. Finalmente adesso possiamo comprendere cos’è questo oggetto e in quale modo si è formato”.

I ricercatori concludono ipotizzando che se Sgr A East possedesse meno di 2.000 anni e fosse stata creata da una supernova di tipo Iax, allora in questo caso la scoperta riuscirebbe a confermare che anche la nostra galassia è in linea con quanto osservato nelle altre.

Fonte:

https://www.ansa.it/canale_scienza_tecnica/notizie/spazio_astronomia/2021/02/09/nella-via-lattea-i-resti-di-una-rara-esplosione-stellare_e62a17e9-1c79-456c-a0cc-e35c1507e02a.html?fbclid=IwAR2Ups6fEhjj7HymdEM5cpqiTbioPSEVkTBPgrvkqMCjasJggYH6TpztDUc

http://www.sci-news.com/astronomy/sagittarius-a-east-09336.html

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