Il “tocco” di Mida e gli inganni della tavola periodica

Attorno al 700 prima dell’era volgare, un principe di nome Mida, divenne Re della Frigia, una regione dell’attuale Turchia. Su questo personaggio leggendario (alcuni studiosi ritengono che dietro questo nome si celino in realtà ben due re collocati in epoche molto diverse) sono sorti innumerevoli miti.

Uno di questi riguarda una gara musicale di flauto tra Apollo e Pan a cui Mida era stato chiamato come arbitro. Egli aveva dato la vittoria a Pan ed Apollo infuriato lo punì trasformando le orecchie del re in due impressionanti orecchie d’asino. Il mito più famoso che riguarda Mida è però il suo presunto potere di trasformare in oro tutto ciò che toccava.

Secondo la versione narrata da Publio Ovidio Nasone ne Le metamorfosi, un vecchio satiro si era ubriacato di vino nei boschi e due contadini frigi lo aveano portato al cospetto del re. Mida trattò Sileno con tutti i riguardi. Dopo 11 giorni riportò Sileno in Lidia da Dioniso, il discepolo del vecchio satiro, il quale, felice di aver ritrovato il suo anziano tutore, offrì al re qualsiasi dono desiderasse. Mida, allora, gli chiese il potere di trasformare in oro tutto ciò che toccava .

Il re si accorse presto però che in tal modo non poteva neppure sfamarsi, in quanto tutti i cibi che toccava diventavano istantaneamente d’oro. Rendendosi conto che la sua cupidigia di denaro lo avrebbe portato alla morte, implorò Dioniso di togliergli tale potere. Il dio, impietosito dal pentimento del re, esaudì la richiesta.

Naturalmente tutto questo è un mito ma come si sa, miti e leggende spesso nascondono anche frammenti di verità storiche. Intorno al 3000 a.e.v intorno a quella regione nasce l’Età del Bronzo. La fusione del bronzo, una lega di stagno e rame, era il settore tecnologico più avanzato dell’era e durante il regno di Mida era perfettamente padroneggiata.

Questa lega però contrariamente ad altre ha la singolare caratteristica di potersi formare con ricette diverse e metalli in diverse proporzioni. Nel mondo antico lo si produceva in vari colori a secondo delle proporzioni di stagno, rame ed altri metalli. Una caratteristica peculiare dei giacimenti di metalli intorno alla regione di Frigia era la presenza di importanti depositi di zinco. Stagno e zinco in natura si trovano spesso frammisti ed è facile confonderli.

La cosa interessante è che se si mescolano zinco e rame non si ottiene il bronzo ma, un metallo giallo: l’ottone. Le più antiche fonderie di ottone risalgono ai tempi in cui regnava re Mida in Asia Minore.

Da qui il passo è breve con ogni probabilità il famoso tocco del sovrano frigio che avrebbe trasmutato qualunque materiale in oro non era altro che “volgare” ottone.

N.B. nella foto lingotti di ottone

Valmont57

Diversamente giovane, fondatore di Wiki Magazine Italia, (già Scienza & DIntorni), grande divoratore di libri, fumetti e cinema, da sempre appassionato cultore della divulgazione storica e scientifica.

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