Il video della “voce” di Giove. Attraverso la sonificazione possiamo letteralmente ascoltare la “voce” dei pianeti. L’incredibile video ha simulato il movimento di Giove e della luna Io. Ma come fa il suono a propagarsi nel vuoto? Attraverso delle elaborazioni, partendo dalle registrazioni di segnali elettromagnetici emessi da Giove, si riesce a creare un segnale audio udibile. Il video di Giove e altre informazioni sul gigante gassoso.
I dati raccolti da Juno della NASA, durante il suo primo passaggio sopra la Grande Macchia Rossa di Giove avvenuto nel luglio 2017 indicano che questa iconica caratteristica penetra ben al di sotto delle nuvole. Inoltre, è stato rivelato che Giove ha due zone di radiazione precedentemente inesplorate.
I risultati sono stati annunciati all’incontro annuale dell’American Geophysical Union a New Orleans. Scott Bolton, il principale investigatore di Juno del Southwest Research Institute ha spiegato che: “Una delle domande principali sulla Grande Macchia Rossa di Giove è quanto è profonda. I dati di Juno indicano che la tempesta più famosa del sistema solare è larga quasi come una Terra e mezza e ha radici che penetrano per circa 300 chilometri nell’atmosfera del pianeta”.
Lo strumento scientifico che ha permesso la misurazione è il radiometro a microonde di Juno (MWR). Secondo quanto affermato da Michael Janssen, co-investigatore di Juno del Jet Propulsion Laboratory della NASA: “il radiometro a microonde di Juno ha la capacità unica di scrutare in profondità sotto le nuvole di Giove. Si sta dimostrando uno strumento eccellente per aiutarci a capire cosa rende la Grande Macchia Rossa così grande”.
La Grande Macchia Rossa di Giove è un gigante ovale di nuvole presente nell’emisfero meridionale di Giove. Queste corrono in senso antiorario attorno al perimetro dell’ovale con una velocità del vento superiori a qualsiasi tempesta sulla Terra. La grande macchia rossa misura 16.000 chilometri di larghezza, dai dati raccolti il 3 aprile del 2017.
Il futuro della Grande Macchia Rossa è ancora molto in discussione. Sebbene la tempesta sia stata monitorata dal 1830, la tempesta esiste forse da più di 350 anni. Le misurazioni dei telescopi terrestri, oggi, indicano che l’ovale sorvolato da Juno è diminuito in larghezza di un terzo e in altezza di un ottavo dai tempi del Voyager.
Juno ha anche rilevato una nuova zona di radiazione, appena sopra l’atmosfera del gigante gassoso, vicino all’equatore. Nella zona sono presenti degli ioni energetici di idrogeno, ossigeno e zolfo che si muovono quasi alla velocità della luce.
Heidi Becker, responsabile dell’indagine sul monitoraggio delle radiazioni di Juno al JPL ha spiegato che: “Sapevamo che la radiazione probabilmente ci avrebbe sorpreso, ma non pensavamo di trovare una nuova zona di radiazione così vicina al pianeta. L’abbiamo trovata solo perché l’orbita di Juno attorno a Giove le consente di avvicinarsi molto sopra le nuvole durante i passaggi ravvicinati”.
La nuova zona è stata identificata dall’indagine Jupiter Energetic Particle Detector Instrument (JEDI). I ricercatori ritengono che le particelle derivino da atomi energetici neutri, ossia degli ioni in rapido movimento senza carica elettrica, creati nel gas attorno alle lune di Giove Io ed Europa.
Gli atomi neutri diventano quindi degli ioni poiché i loro elettroni vengono strappati via dall’interazione con l’atmosfera superiore di Giove. L’origine e la tipologia esatta di queste particelle non sono ancora state comprese. Juno, ad oggi, ha completato otto passaggi scientifici su Giove. Il nono passaggio di Juno avverrà il 16 dicembre.
https://www.nasa.gov/feature/jpl/nasas-juno-probes-the-depths-of-jupiters-great-red-spot
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