giovedì, Settembre 19

Imprigionare l’eredità della ISS prima che precipiti nell’oceano

La Stazione Spaziale Internazionale precipiterà, in maniera programmata, sulla Terra a gennaio del 2031, fermandosi nelle profondità di Point Nemo. Questo è un cimitero acquatico situato a 3.219 chilometri a nord dell’Antartide, già utilizzato per questo scopo. Infatti, qui si trovano i frammenti del Mir russo e dello Skylab della NASA.

Il Point Nemo è un’area disabitata situata nell’Oceano Pacifico meridionale, sede di oltre 263 frammenti di detriti spaziali affondati intenzionalmente.

La ISS

La stazione spaziale da novembre del 2000 è un laboratorio orbitante situato a 420 chilometri sopra il nostro pianeta. Inoltre, è la sede di equipaggi di astronauti e cosmonauti che si trovano così a vivere in condizioni di continua rotazione. Sulla stazione sono stati conquistati svariati primati, come aver sequenziato con successo il DNA e gli astronauti che si sono nutriti di colture coltivate nello spazio.

Il destino della ISS era noto fin dal lancio dei suoi moduli. La sua eredità verrà preservata attraverso l’archeologia spaziale. La NASA ha da poco reso noto un piano di transizione aggiornato per la stazione spaziale. Questo, per il momento, non prevede la restituzione di manufatti da utilizzare per la ricerca o i musei.

Tutte le informazioni su come gli astronauti hanno utilizzato lo spazio e gli strumenti sulla stazione spaziale, saranno utili per la progettazione di futuri velivoli spaziali e habitat che verranno utilizzati durante l’esplorazione della Luna e di Marte.

La prima nel suo genere

Secondo Justin St. P. Walsh, professore associato di storia dell’arte e archeologia, “l’ISS è un sito molto importante per lo sviluppo dell’umanità che vive nello spazio. Se questo fosse un sito sulla Terra, faremmo tutto il possibile per poterlo preservare. Ma non è tecnicamente fattibile, quindi la prossima cosa che verrà fatta è documentare tutto ciò che possiamo sul sito e conservarne tale documentazione ed eventuali campioni per i posteri”.

Gli astronauti, per far ciò, hanno posizionato dei quadrati di nastro di 1 metro sui muri di tutta la stazione spaziale e li stanno fotografando ogni giorno per 60 giorni. Questo per mostrare come queste aree cambiano nel tempo e per lasciare più possibile le informazioni riguardanti la stazione.

Documentare la vita nello spazio è molto importante. I siti di atterraggio dell’Apollo sulla Luna, ad esempio, sono un ottimo esempio. Man mano che lasciamo impronte umane, ma anche robotiche su luoghi come Marte, rendiamo quei luoghi dei posti significativi.

Sulla ISS verranno condotti ulteriori studi, tra cui la registrazione dell’ambiente acustico della stazione spaziale e la documentazione della ricerca della privacy in un piccolo habitat. Quest’ultima informazione sarà molto utile per gli equipaggi che si preparano a vivere il tempo sul gateway, una struttura decisamente più piccola, che orbiterà tra la Luna e la Terra come hub di supporto per l’esplorazione lunare.

FONTE:

https://edition.cnn.com/2022/03/11/world/space-station-archaeology-cultural-heritage-scn/index.html

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