lunedì, Settembre 16

Individuata una strana stella nella costellazione di Cassiopea

Un team di ricercatori dell’università di Potsdam, ha individuato, grazie all’analisi di un oggetto stellare da sorprendenti caratteristiche, che potrebbe esistere una nuova tipologia di stella, che fin’ora era stato solamente teorizzato, nato probabilmente dalla fusione di due nane bianche. Secondo il team di ricercatori le nane bianche sono costituite rispettivamente da carbonio e ossigeno e da neon e ossigeno.

Un immagine delle due nane bianche

Il sistema, se si considera la massa combinata, può giungere ad esplodere divenendo così una supernova termonucleare, oppure fondersi in un singola nana bianca ultra-massiccia, come la Wdj0551 + 4135.

L’evoluzione che caratterizza una stella è la conseguenza della sua continua lotta tra la forza di gravità, che attira la massa verso il collasso, e l’energia sprigionata dalle reazioni nucleari, che la bloccano. Una stella, generalmente, arriva ad esaurire il suo carburante, arrivando così a non possedere più materiale a sufficienza per le reazioni nucleari.

Questa condizione comporta che gli strati esterni della stella cadono sul nucleo e vi rimbalzano, giungendo così a diffondersi nello spazio interstellare, finendo per formare una nebulosa.

Questo che resta del nucleo della stella è conosciuto con il nome di nana bianca, un nucleo stellare nudo in cui il collasso gravitazionale è contrastato a livello subatomico da forze legate alle leggi della meccanica quantistica. Ma anche queste forze stellari sono contraddistinte da dei limiti. Infatti, se la massa supera un certo valore, ossia il cosiddetto limite di Chandrasekhar, che è pari a 1,44 volte la massa del Sole, il collasso prosegue fino alla formazione di una stella di neutroni.

La situazione potrebbe divenire molto complessa se le nane bianche sono due. Infatti, orbitando una attorno all’altra riescono a provocare un emissione di onde gravitazionali, andando così a perdere energia orbitale e riducendo sempre di più la loro distanza.

Quando avviene la collisione tra due le stelle, quest’ultime possono arrivare a fondersi in modo molto distruttivo, divenendo o una supernova oppure dando origine ad una stella di neutroni.

Ultimamente si è ipotizzato che possa esistere la possibilità che, per determinate tipologie di nane bianche a base di carbonio e ossigeno, si possa andare a formare un nuovo oggetto stellare con la massa superiore al limite di Chandrasekhar. Questa fino ad oggi è stata solo un’ipotesi che non è mai stata confermata da nessun osservazione reale.

Per questo motivo in questa condizione esiste la peculiarità di J005311, una stella scoperta l’anno scorso, che si trova al centro della nebulosa Iras 00500+6713, nella costellazione di Cassiopea. La stella che i ricercatori stanno analizzando presenta molta luminosità e possiede una particolare emissione di raggi X, una caratteristica che non si credeva possibile riscontrare in una nana bianca, ne tanto meno da una stella di neutroni nata dalla fusione di due nane.

La stella J005311 per poter essere così luminosa, dovrebbe possedere una massa decisamente più grande del limite di Chandrasekhar. Non solo, la sua composizione è formata essenzialmente da carbonio e da ossigeno, condizione che ha portato i ricercatori a sceglierla come candidato per il tipo di oggetto cercato.

Il team di ricercatori, che è stato guidato da Lidia Oskinova, attraverso l’utilizzo dei dati raccolti dal telescopio spaziale dell’Esa Xmm-Newton, è riuscito ad approfondire le analisi di uno studio precedente, riuscendo così ad ottenere altre informazioni in più sulla composizione dello strano oggetto stellare e della nebulosa che lo circonda.

Lidia Oskinova, insieme al suo team, grazie ai risultati ottenuti è riuscita a determinare che la stella centrale di Iras 00500+6713, potrebbe essersi formata dalla fusione di due nane bianche, dando luogo proprio alla tipologia di oggetto cercato.


La stella J005311, purtroppo, non sembra destinata a vivere molto, visto che è il prodotto finale di una collisione, e per questo molto instabile. Il team di ricercatori ha calcolato che potrà arrivare a vivere al massimo per un periodo di 10mila anni dalla sua formazione, e completando il suo ciclo vitale come una supernova.

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