giovedì, Settembre 19

Individuati due strani oggetti nella cintura degli asteroidi

Individuati due strani oggetti di colore rosso nella cintura di asteroidi, contenenti della materia organica. Questi, secondo i ricercatori non dovrebbero essere lì. Le rocce spaziali individuate potrebbero provenire direttamente da oltre Nettuno. Queste potrebbero offrire degli indizi per quanto riguarda il materiale presente all’inizio del sistema solare.

Un team di scienziati, guidato da Hasegawa della JAXA, l’agenzia spaziale giapponese, ha reso noto su The Astrophysical Journal Letters, che i due oggetti avvistati nella fascia di asteroidi tra Marte e Giove, sembrano aver avuto la stessa origine ben oltre Nettuno. La scoperta effettuata potrebbe fornire delle prove molto interessanti dell’inizio del sistema solare.

Hal Levison, scienziato planetario presso il Southwest Research Institute, in Colorado, che non ha fatto parte della ricerca, ha affermato che: “Se fosse vero, sarebbe un grosso dilemma”.

Gli oggetti presenti vicino alla Terra, ad oggi, sono molto stabili. Aspetto che però non era presente 4 miliardi di anni fa, periodo in cui le orbite di Giove e anche degli altri pianeti giganti, potrebbero essersi modificate. Il caos gravitazionale causato da questo movimento planetario, molto probabilmente, ha lanciato pezzi di roccia e ghiaccio in diverse direzioni.

Karin Öberg, un’esperta di evoluzione del sistema solare dell’Università di Harvard, non coinvolta nella ricerca, ha spiegato che: “All’inizio era tutto molto dinamico”.

Un’immagine artistica di Arrokoth, ricrea un oggetto della fascia di Kuiper. Questo è stato avvistato dalla sonda New Horizons, nel 2019. Gli scienziati affermano che i due asteroidi, denominati 203 Pompeja e 269 Justitia, sembrano possedere un colore molto simile

Alcuni oggetti si sono stabilizzati nello spazio tra Marte e Giove, divenendo la nota cintura di asteroidi. I ricercatori ritengono che la maggior parte di materiale presente, sia formato principalmente da pezzi, molto simili tra di loro, di roccia inattiva. Questi sono degli oggetti che non sono riusciti a formare i pianeti.

Gli oggetti individuati

Tra questi sono presenti due oggetti molto particolari, denominati 203 Pompeja e 269 Justitia. Questi orbitano, all’interno della fascia di asteroidi, ad una distanza di circa 2,7 e 2,6 volte quella presente tra la Terra ed il Sole.

203 Pompeja possiede una dimensione di circa 112 chilometri di diametro e sembrerebbe essere strutturalmente intatto. Mentre, 269 Justitia, presenta una dimensione inferiore di circa 56 chilometri. Quest’ultimo è probabilmente un frammento di una precedente collisione.

Entrambi gli oggetti possiedono delle orbite circolari molto stabili. Questo potrebbe significare che devono essersi stabiliti in questo spazio moltissimo tempo fa. Gli oggetti individuati possiedono una colorazione molto particolare.

Gli oggetti presenti nel sistema solare interno tendenzialmente riflettono molta più luce blu. Questo perché sono privi di materiale organico, come ad esempio il carbonio e il metano. Mentre gli oggetti presenti nel sistema solare esterno possiedono una colorazione rossa, perché hanno molti elementi organici. Quest’ultimi costituiscono i mattoni della vita sulla Terra.

Michaël Marsset, del Massachusetts Institute of Technology, coautore dello studio, ha dichiarato che: “Per avere queste sostanze organiche, è necessario, inizialmente, avere molto ghiaccio sulla superficie. Gli oggetti individuati devono essersi formati in un ambiente molto freddo. L’irradiazione solare del ghiaccio, di conseguenza, ha creato le sostanze organiche complesse presenti sugli asteroidi”.

La colorazione degli asteroidi

I due asteroidi individuati sono estremamente rossi, molto di più di qualunque altro oggetto osservato nella fascia degli asteroidi. I ricercatori avevano già trovato indizi di altri asteroidi rossi, ma questi due sembrano essere molto speciali.

Se la scoperta dovesse essere corretta, questa offrirebbe delle prove della migrazione planetaria nel sistema solare primordiale. In particolar modo, potrebbe sostenere un’ipotesi denominata Modello di Nizza.

Questa ha ipotizzato che Saturno, Urano e Nettuno si sono mossi tutti verso l’esterno mentre invece Giove si è spostato leggermente verso l’interno. Questo è avvenuto nell’arco di poche centinaia di milioni di anni. Questo evento avrebbe quindi creato delle perturbazioni degli asteroidi, carichi di sostanze organiche, rimasti dalla formazione dei pianeti.

Secondo il dott. Karin Öberg, dell’Università di Harvard, non coinvolto nello studio questa è “una scoperta entusiasmante con molte implicazioni per quanto riguarda le origini della vita”.

La maggior parte di questi oggetti, rimasti fino ad oggi, sono noti come oggetti transnettuniani. Questi orbitano nella fascia di Kuiper oltre Nettuno. La maggior parte di loro possiede una colorazione rossa, come ad esempio Arrokoth, una roccia individuata dalla missione New Horizons, della NASA, nel 2019. Gli asteroidi 203 Pompeja e 269 Justitia sembrano essere molto simili.

Josh Emery, scienziato planetario della Northern Arizona University, che non è stato coinvolto nello studio, ha spiegato che: “È da svariato tempo che i ricercatori si interessano agli asteroidi provenienti dalla fascia di Kuiper”.

Altre ipotesi

Non tutti i ricercatori però sono convinti. Tra questi c’è il dr. Levison, anche lui non coinvolto nella ricerca, che ritiene che gli oggetti potrebbero divenire meno rossi nel momento in cui si avvicineranno al Sole. Gli asteroidi catturati nell’orbita di Giove, oggetti molto probabilmente transnettuniani, non sono così rossi. 

Il dottor Levison, capo della missione Lucy, della NASA, il cui lancio è programmato per ottobre, con lo scopo di analizzare gli asteroidi di Giove, continua affermando che: “La scoperta sembra essere incoerente con i nostri modelli”.

Il Dr. Marsset, invece, concorda sul fatto che non è chiaro per quale motivo dovrebbero essere così rossi. Molto probabilmente è correlato al tempo che ci è voluto per stabilizzarsi nella cintura degli asteroidi.

Conclusioni

L’origine di 203 Pompeja e 269 Justitia, potrebbe essere confermata solamente da una navicella spaziale. Una missione che potrebbe offrire uno sguardo al sistema solare esterno, senza però spendere più di un decennio per giungervi.

Il dott. Emery, conclude affermando che: “Si potrebbe sorvolare uno di questi strani asteroidi e poi successivamente osservarne uno più comune, così da avere un confronto. Sarebbe una missione spaziale decisamente avvincente”.

FONTE:

https://www.nytimes.com/2021/07/28/science/red-asteroids-belt.html?fbclid=IwAR0o8BylOMFwT_KcUEKBr5PkLSzfhRiLbnCvUXIolw_7IozHqYT8IMtIy8U

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