giovedì, Settembre 19

Inondazioni del “Terzo Polo” della Terra

Le inondazioni del Terzo Polo. Le montagne in cui è presente l’Himalaya, e le catene adiacenti, sono le più alte della Terra. Infatti, presentano un’altitudine media di circa 4000 metri in un’area di 595.000 km² .

La regione dell’Himalaya è anche definita “Terzo Polo” o la torre dell’acqua asiatica. La definizione deriva dal fatto che possiede la più grande massa di ghiaccio presente al di fuori delle regioni polari.

L’aumento delle temperature e degli interventi umani, purtroppo, hanno danneggiato la sensibilità idrologica della regione. In questo modo è stato aumentato il rischio di grandi eventi di inondazione.

Inondazioni del Terzo Polo: riscaldamento globale

Il riscaldamento globale, nei prossimi 100 anni, sarà caratterizzato da un aumento di temperatura di 1,5°C. Questa condizione aumenterà i tassi di scioglimento dei ghiacciai, che sono già stati resi fragili dai cambiamenti climatici attuali.

La situazione è piuttosto evidente, vista l’accelerazione della perdita di massa del ghiacciaio, dal degrado del permafrost, dall’aumento degli eventi estremi di temperatura e precipitazione, dalle frane, dal rapido scioglimento della neve e da un sostanziale spostamento nell’approvvigionamento idrico fluviale stagionale.

Tutte le condizioni sopra elencate rendono la regione soggetta a molteplici pericoli naturali, soprattutto per quanto riguarda i rischi di grandi eventi di inondazione.

Le precipitazioni sull’Himalaya

L’aumento delle temperature nell’emisfero settentrionale è correlato con un maggior numero di eventi piovosi estremi. Le preoccupazioni si legano principalmente alle inondazioni derivanti dai laghi glaciali, i GLOF, e degli eventi di nubifragio.
I GLOF avvengono quando una diga naturale esonda o il livello del lago glaciale aumenta improvvisamente. Generalmente, questi eventi avvengono quando si sono verificati degli acquazzoni, con delle precipitazioni torrenziali.

Gli eventi particolarmente estremi sono decisamente aumentati negli ultimi decenni, causando così catastrofisti ambientali. Un esempio è l’evento GLOF, avvenuto nella valle del ghiacciaio Chorabari nel 2013. Questo evento ha causato 5000 vittime e devastazione nella valle del fiume Mandakini.

Inondazioni del Terzo Polo: gli eventi

Gli eventi di esondazioni sono in aumento, vista la diffusa formazione di nuovi laghi nelle valli glaciali dell’Himalaya. I ricercatori hanno contato ben 41 nuovi laghi d’alta quota, apparsi nella sola regione dell’Himalaya orientale negli ultimi 50 anni. Inoltre, i laghi già presenti nella regione hanno subito un’espansione del 50 %. Queste condizioni potrebbero in futuro aumentare la probabilità di inondazioni nella regione.

L’ondata di disgelo, che caratterizza i torrenti di montagna, è generalmente causata dai nubifragi durante il periodo, che avvengono durante la stagione dei monsoni. Il periodo, che va da giugno ad agosto, visti alcuni eventi recenti avvenuti durante la stagione secca, suggerisce che questo periodo di tempo debba essere ampliato.

I ricercatori ritengono che individuare tutti i potenziali fattori, sia principali che secondari, che si trovano alla base di improvvise ondate di acqua di disgelo nei corsi d’acqua di testa, sia di fondamentale importanza per poter comprendere tutti i possibili rischi.

Strategie di mitigazione

Il miglioramento della comprensione dell’idrologia glaciale, potrà far emergere diverse ipotesi. La necessità più urgente adesso è approfondire le strategie di mitigazione, per quanto riguarda l’aumento improvviso del livello dell’acqua di disgelo.

Le strategie di mitigazione comprendono soluzioni ingegneristiche. Tra queste troviamo la costruzione di bacini idrici per il controllo delle inondazioni, le strutture per deviare l’acqua dalle aree ad alto impatto verso luoghi alternativi, dei bacini di raccolta dell’acqua piovana e la costruzione di dighe e argini.

Le strategie di mitigazione prevedono anche una propaganda di sensibilizzazione da effettuare alle comunità presenti nella regione. Queste prevedono programmi di sensibilizzazione, formazione ed educazione degli abitanti.

Un elemento fondamentale per gli abitanti del luogo è la creazione di un efficace sistema di allerta precoce, in grado di avvertire le comunità locali dell’imminente pericolo di inondazioni.

La sfida più grande da affrontare, per applicare questa strategia, è la mancanza di connettività cellulare nella remota regione himalayana. Infatti, questa impedisce il supporto della telemetria, rendendolo non disponibile.

Il monitoraggio

Il monitoraggio, che si fonda sulla telemetria del ghiacciaio himalayano attraverso l’utilizzo dei sistemi satellitari, è indispensabile per intraprendere azioni tempestive durante un eventuale disastro idrologico.

L’integrazione di dispositivi di monitoraggio, attraverso l’utilizzo di reti satellitari, non solamente permetterà un supporto telemetrico in località remote prive di connettività cellulare completa, ma fornirà anche una maggiore copertura di connettività. I dati forniti in tempo reale agevolerebbero lo sviluppo di una forte rete di sistemi di allerta precoce delle alluvioni nel bacino glaciale dell’Himalaya.

Le tecnologie di monitoraggio, usate in tempo reale, potranno salvare moltissime persone. Inoltre, fornirebbero agli scienziati molti dati inerenti le inondazioni. I dati raccolti consentirebbero una comprensione migliore degli effetti del cambiamento climatico sul Terzo Polo.

Fonte:

https://science.sciencemag.org/content/372/6539/232

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