giovedì, Settembre 19

Joseph Simon Gallieni, l’eroe di Parigi

Joseph Simon Gallieni, l’inventore della leggenda dei “taxi della Marna” è figlio di un immigrato italiano e nasce a Saint-Béat, il 24 aprile 1849, un anno dopo l’anno che incendiò con moti insurrezionali gran parte dell’Europa. Siamo nel cuore del Diciannovesimo secolo quando il giovanissimo Gallieni frequenta il Liceo Militare di  La Flèche, successivamente viene ammesso all’austera e rigidissima École Spéciale Militaire de Saint-Cyr nel 1868.

A 21 anni come sotto ufficiale partecipa alla guerra franco-prussiana che culmina nella disastrosa sconfitta di Sedan. Gallieni viene fatto prigioniero con gran parte dell’armata francese. Viene liberato nel 1871 e rientra in Francia l’11 marzo. Nel 1873 viene promosso tenente ed inizia la sua carriera coloniale, nel 1878 una nuova promozione stavolta con il grado di capitano.

Tra il 1892 e il 1896 lo troviamo in Indocina francese al comando della 5 divisione coloniale. Nel frattempo è diventato colonnello (1891). Cinque anni dopo con un grande curriculum coloniale alle spalle viene promosso generale di brigata ed inviato nel 1896 in Madagascar in qualità di Governatore Generale. Svolgerà il suo ruolo alternando bastone e carota, reprime diverse ribellioni, impedisce i matrimoni misti, promuove la costruzione di numerose infrastrutture indispensabili per la modernizzazione del paese, incentiva l’arrivo di coloni francesi nelle terre malgasce.

Il 9 agosto 1899 viene promosso generale di divisione. Al suo ritorno in Francia, nel 1905, dedica la sua carriera a preparare la rivincita sui tedeschi, la cosiddetta Revanche. Entra nel Consiglio Superiore di guerra il 7 agosto 1908. Gallieni è molto stimato sia negli ambienti governativi che nei circoli militari.

Nel 1911 è tra i candidati più accreditati al ruolo di Capo di Stato Maggiore dell’Esercito francese. Ancora una volta Gallieni, allora sessantaduenne, sorprende subito e si ritira dalla corsa dicendo: “Sono vecchio e le mie condizioni di salute non sono delle migliori”. Con molta signorilità indica in Joffre il candidato migliore per il prestigioso e delicato incarico di comandante in capo.

Tre anni dopo, profondamente addolorato dalla perdita dell’adorata moglie, chiede il pensionamento all’età di 65 anni. Ma il suo riposo in Costa Azzurra durerà appena quattro mesi. Lo scoppio della Grande Guerra e la travolgente avanzata tedesca esigono il ritorno di un comandante esperto come Gallieni. La Patria chiama ed il nostro rientra in servizio attivo. Il 26 agosto viene nominato Governatore militare della Città di Parigi.

Le armate del Kaiser sono alle porte di Parigi. Il campo trincerato e le fortificazioni che proteggono la capitale non sono in grado di resistere alle potenti artiglierie tedesche. Così nella notte del 3 settembre il governo al completo ed il quartier generale si trasferiscono in treno a Bordeaux.

Gallieni emana un famoso proclama con il quale dichiara che difenderà Parigi fino alla fine. Può contare sulla nuova VI Armata appena costituita posta agli ordini del generale Maunoury per difendere la capitale. La situazione sembra disperata quando i tedeschi compiono un grave errore strategico.

Il generale Von Kluck comandante della I Armata tedesca piega la sua avanzata eccessivamente verso sud est. Quando lo viene a sapere Gallieni esulta: “Ci offrono il fianco!”. E convince Joffre, poco incline ad accettare suggerimenti e con il quale non ha più ottimi rapporti, ad effettuare una controffensiva.

In cinque giorni, dal 5 al 9 settembre 1914, si risolve uno degli episodi più leggendari della Prima Guerra Mondiale. Non c’è un unica grande battaglia campale ma, tanti piccoli scontri introno alla Marna ed ai suoi affluenti. Servono rinforzi al fronte ed a Parigi sono appena arrivati quattro reggimenti di zuavi tunisini per un totale di circa 12.000 uomini.

C’è la necessità di trasportarli velocemente al fronte. C’è un solo treno disponibile che ne carica la metà. A questo punto Gallieni decide di utilizzare i taxi parigini, nel pomeriggio del 7 settembre inizia a requisire le 630 vetture che formano il parco taxi della città, le fa confluire sulla piazza des Invalides dove ogni taxista imbarca almeno quattro soldati.

I taxi hanno un motore a due cilindri e venivano chiamati le “Renault a due zampe” a causa dei due cilindri. La velocità massima, in discesa, toccava i 50 kmh, sul terreno pianeggiante era sui 35-40 km/h. Ogni taxi farà almeno due viaggi nel cuore della notte per trasportare i soldati tunisini al fronte. Si dice che Gallieni assistendo alle prime partenze, abbia sorriso ironicamente dicendo: “Bè almeno non è una soluzione banale.”

I militari trasferiti furono relativamente pochi, date le dimensioni della battaglia epocale in atto, e la massa critica dei rinforzi raggiungerà la prima linea in ferrovia. Ma i “taxi della Marna” diventano il simbolo della determinazione francese a non cedere ed entreranno a pieno titolo nelle leggende della Grande Guerra.

Non saranno certamente stati decisivi ma la battaglia della Marna è vinta anche grazie allo slancio patriottico e vitale che quell’impresa esaltava. Nell’ottobre 1915 assunse la carica di Ministro della Guerra nel quinto governo di Aristide Briand. Entrato in aperto conflitto con Joffre, cui rimproverava gli errori commessi a Verdun, fu costretto a dimettersi da Briand. Per problemi di salute si ritirò definitivamente a vita privata nel marzo 1916.

Muore a 67 anni il 27 maggio 1916 per complicazioni seguenti ad un intervento chirurgico eseguito in una clinica di Versailles. Gli fu conferito, postumo, per i suoi servigi alla Nazione, il titolo di Maresciallo di Francia.

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