Franz Werfel è stato un grande scrittore austriaco, amico personale di Kafka, vissuto tra il 1890 ed il 1945 (anno della sua morte, in quel di Los Angeles).
Di origini ebraiche, all’inizio della seconda guerra mondiale, per paura delle persecuzioni naziste, si rifugiò negli Stati Uniti, dove visse fino alla morte.
Tra la sua produzione letteraria, due sono i titoli che maggiormente si impongono e che sono oggetto di una tardiva riscoperta: “I quaranta giorni del Mussa Dagh” l’opera che diede la fama a Franz Werfel, abbozzata durante un viaggio in Siria, pubblicata nel 1933, racconta il tragico destino del popolo armeno e “La casa della gioia”.
Quest’ultimo descrive la fine di un mondo e una società, attraverso la parabola di un bordello di lusso, di una grande città dell’impero asburgico. Scritto con grande ironia il romanzo segue le vicende di una schiera di personaggi che animano questo bordello di cui assistiamo il progressivo declino in un’evidente metafora di un mondo che si disgrega all’alba del secondo conflitto mondiale.
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