giovedì, Settembre 19

La corsa al riarmo del Terzo Reich

Il primo vero obiettivo dei nazisti dopo la presa del potere era, aggirando i vincoli imposti dal trattato di Versailles, il riarmo della Germania. Già nel corso di un Consiglio dei Ministri dell’8 febbraio 1933, Hitler aveva segnato la via affermando: “I prossimi cinque anni in Germania devono essere consacrati al riarmo del popolo tedesco. Ogni programma occupazionale finanziato dalla cosa pubblica deve essere valutato secondo il criterio della sua necessità per tale obiettivo.”

Persino la costruzione della rete autostradale secondo il Fuhrer doveva tener conto delle esigenze strategiche del riarmo del Terzo Reich. La “motorizzazione” della Germania si rivelerà un altro specchietto per le allodole, già a partire dalla metà degli anni Trenta, l’industria automobilistica fu in larga parte riconvertita alle esigenze militari, lasciando quindi inevasa gran parte della domanda di automobili del paese.

Nel 1933 la Germania era priva di un’aeronautica militare, di mezzi corazzati, di grandi navi da guerra e di gran parte delle infrastrutture pesanti di ordine bellico, il suo esercito per statuto doveva essere limitato a 100.000 uomini. Già dal febbraio 1933 Hitler lanciò un primo programma di riarmo mascherato come iniziative per rilanciare l’occupazione tedesca fortemente fiaccata dalla grande depressione economica degli anni precedenti. La priorità per il riarmo fu assegnata all’esercito che formulò sulla base dei primi stanziamenti una lista di 2800 aziende a cui poter inviare ordinativi per armamenti.

Fin dal marzo 1934 partirono i programmi per la creazione dell’aviazione militare stilando una tabella di marcia che doveva portare entro il 1939 alla realizzazione di 17.000 velivoli. Una parte significativa di questi aerei furono camuffati come aerei passeggeri ma la loro costruzione era tale che in caso di necessità potevano essere facilmente riconvertiti in bombardieri. Il 58% di essi era classificato in modo altamente improbabile come “aerei scuola”. Nel 1935 la produzione di aerei militari dava lavoro a 72.000 persone contro gli appena 4.000 dei due anni precedenti.

Analogamente nel 1933 la Krupp partiva con una produzione massiccia di “trattori agricoli” che in realtà erano mezzi corazzati e blindati. Anche la marina già da fine 1933 aveva promosso ordinativi per per 41 milioni di marchi in equipaggiamenti militari e di 70 milioni di marchi per nuove navi.

Questa generalizzata corsa al riarmo ebbe effetti positivi sull’occupazione, ad esempio, fin dal gennaio 1933, la fabbrica di fucili Mauser passò in un solo mese da 800 a 1300 dipendenti. La scomparsa definitiva della disoccupazione si raggiunse nel maggio 1935 quando il governo nazista introdusse il servizio militare obbligatorio. L’esercito era già quasi triplicato dal punto di vista numerico fin dal 1934 con la creazione dell’aviazione militare che aveva assorbito una parte delle forze militari tedesche. Era quindi partito un massiccio programma di reclutamento che aveva portato le forze armate del Reich a 240.000 unità.

L’annuncio ufficiale della creazione della Luftwaffe, anche all’opinione pubblica internazionale, avvenne nella primavera del 1935 con una dotazione organica complessiva di 28.000 che nel 1939 era salita a ben 383.000 unità. Anche la Marina che nel 1933 contava 17.000 uomini circa tra marinai ed ufficiali alla vigilia della guerra poteva disporre di oltre 78.000 uomini.

Nel 1939 l’esercito tedesco ammontava a 750.000 uomini in servizio attivo e circa un milione di riservisti. La macchina bellica nazista era pronta a scatenare il terrore.

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