giovedì, Settembre 19

La discriminazione sociale tra gli scimpanzé

Quello che stiamo per raccontarvi è un episodio riportato da un gruppo di ricercatori dell’Università di Zurigo sull’American Journal of Primatology nello scorso mese di luglio. Siamo nella foresta di Budongo, in Uganda. Quel pezzo di foresta è abitato da una colonia di 75 esemplari di scimpanzé.

Una femmina partorisce un cucciolo e fin qui non ci sarebbe niente di strano, se non fosse che questo piccolo scimpanzé e diverso da tutti gli altri cuccioli. E’ totalmente bianco: pelle, livrea, occhi. Si tratta di un albino. Una rarità genetica. Inizialmente la madre è perplessa, non sa capacitarsi di come il suo cucciolo sia così profondamente diverso dagli altri. Poi con il passare dei giorni e grazie anche allo spiccato senso materno la madre si rende conto che il cucciolo si comporta come tutti gli altri piccoli: gioca, cerca il seno materno e il contatto fisico con lei.

Se lei si sente tranquillizzata da questa “normalità” non può fare a meno di notare, con il passare dei giorni che il resto della colonia non ha lo stesso sentimento di accettazione verso il cucciolo albino. Il primo segnale che la “diversità” del suo cucciolo non è gradita avviene quando due maschi incrociano la coppia mamma e figlio ed iniziano ad emettere segnali di allarme, il loro pelo si rizza e si agitano aggressivamente.

La nascita di questo cucciolo così diverso e del suo effetto destabilizzante si diffonde per tutta la colonia dei 75 scimpanzé di Budongo. Un maschio intraprendente aggredisce la madre colpevole di difendere il cucciolo albino. Da allora la vita dei due scimpanzé diventa un inferno. Provocazioni, aggressioni, intimidazioni non si contano più. Mamma e figlio vengono isolati dalla colonia ma nonostante questo le vessazioni non accennano a diminuire.

Tutte le aggressioni sono compiute da diversi individui contemporaneamente, comprese altre femmine che se possibile si mostrano ancora più ostili dei maschi. Ed alla fine la tragedia annunciata si compie. Tre settimane dopo la nascita del cucciolo albino, il maschio “Alfa” della colonia organizza una vera e propria spedizione punitiva. La coppia viene aggredita da un gruppo di scimpanzé guidati dal capobranco. Questi colpisce la madre e le strappa il cucciolo che grida terrorizzato.

Altri maschi attaccano il piccolo, gli tranciano un braccio e lo massacrano, lasciando il cadavere smembrato sul ramo di un albero. Il resto della colonia passa accanto ai resti del povero cucciolo albino e li osserva con malcelata curiosità. Il fatto che gli esemplari albini siano svantaggiati in termini di selezione naturale non può spiegare la ferocia di questo comportamento. La colonia ha percepito la particolare colorazione del cucciolo albino come un fattore di diversità intollerabile. Un’insopportabile devianza dall’ordine naturale e sociale. Questo comune sentire ha scatenato il conformismo sociale e la xenofobia che come questa vicenda dimostra pare non essere patrimonio esclusivo di un’altra specie di primati: quella umana.

Fonte:

Le Scienze, ottobre 2021, ed. cartacea

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