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La faccia nascosta della Luna

L’emisfero del nostro satellite naturale che non siamo in grado di osservare è grande circa il 41% della superficie complessiva pari a 15,5 milioni di km². Mai nessun essere umano poté ammirarne la vista fino al 10 ottobre 1959, quando la cosmonave sovietica Luna 3 la fotografò per la prima volta durante il suo passaggio.

I primi uomini ad osservarne la superficie furono invece gli americani  Frank Borman, William A. Anders e Jim Lovell, della missione Apollo 8 che ebbero il privilegio di osservare il lato nascosto della Luna il 24 dicembre 1968.

Un importante contributo alla conoscenza della morfologia di questa parte del nostro satellite è stato dato dalla missione cinese  Chang’e 4  che è stata la prima a toccare il suolo sulla faccia nascosta con un lander in grado di comunicare con la base di controllo sulla Terra tramite un satellite posto in orbita esterna al sistema Terra-Luna.

I dati raccolti ed analizzati da un team di ricerca internazionale a cui ha partecipato anche l’Università degli Studi di Roma Tre hanno rivelato che lo strato di regolite, la finissima polvere lunare, sul lato nascosto della superficie è profondo fino a 12 metri circa. Poi si susseguono una serie di strati di detriti espulsi da impatti con meteoriti alternati a strati composti da materiali più fini. Questa configurazione si spinge fino a 40 metri di profondità nel sottosuolo.

Questo è stato il limite raggiunto dal radar installato sul mini rover cinese Yutu 2. La ricerca sulla stratigrafia del sottosuolo lunare della sua faccia nascosta ha confermato le sostanziali differenze con quelle della sua parte visibile, ben studiate dalle missioni Apollo. La morfologia della faccia nascosta del nostro satellite è molto più accidentata di quella visibile, perché questo lato non gode della “protezione” fornita dalla Terra rispetto all’impatto di corpi celesti, inoltre c’è una presenza decisamente inferiore dei “mari lunari”.

Un’approfondita conoscenza della struttura della superficie e della stratigrafia del terreno lunare nella parte non visibile della Luna è straordinariamente importante per le future missioni e per la prospettiva di costruire proprio sul lato nascosto una base permanente che consentirebbe una migliore osservazione dell’universo senza l’interferenza della Terra e della sua atmosfera.

Valmont57

Diversamente giovane, fondatore di Wiki Magazine Italia, (già Scienza & DIntorni), grande divoratore di libri, fumetti e cinema, da sempre appassionato cultore della divulgazione storica e scientifica.

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