Categories: Letteratura e libri

La famiglia Aubrey di Rebecca West

Amate le grandi saghe familiari che magari si dipanano per più di un romanzo? Amate i romanzi costruiti su una galleria di personaggi che prendono corpo e scena pagina dopo pagina? Amate una scrittura apparentemente semplice in grado però di descrivere un’epoca con più efficacia di un romanzo storico?

Se amate tutto questo amerete senz’altro “La famiglia Aubrey” il primo romanzo della trilogia degli Aubrey scritto da Cicely Isabel Fairfield (Londra, 21 dicembre 1892 – Woking, 15 marzo 1983) in arte Rebecca West. Rebecca West è stata una delle scrittrici e degli intellettuali più importanti del Regno Unito, amica di Virginia Woolf, tanto che nel 1947 la rivista Time la definì, con quel pizzico di esagerazione che hanno i britannici quando parlano di loro, “indiscutibilmente la scrittrice numero uno al mondo”.

Paradossalmente con gli anni il suo nome e le sue opere caddero nel dimenticatoio ad iniziare proprio dalla madrepatria. In Italia pochi sono stati i suoi romanzi tradotti e proprio in questi ultimi anni stiamo scoprendo questa autrice grazie a Fazi che ha pubblicato la trilogia degli Aubrey, tre romanzi per circa 1200 pagine complessive in grado di catturare qualunque lettore, dopo un leggero smarrimento iniziale.

Perché come ha scritto Alessandro Baricco in un breve saggio dedicato alla West: “Non avendo capito che era una trilogia, a me è accaduto di iniziare dal secondo volume, Proprio stanotte. Le prime pagine, lo ricordo benissimo, mi parvero di una noia ineguagliabile. Raramente avevo letto qualcosa che procedesse più lentamente. Ma non lo faceva in modo forzato o virtuosistico: era tutto molto naturale. Era solo che quella donna aveva quel passo, e non c’era nulla che si potesse fare a riguardo. Mi ricordo che spesso continuavo a leggere pensando ad altro. Mi ritrovavo a girar pagina che a malapena sapevo cosa avevo letto. Eppure giravo pagina. Perché diavolo non smettevo? Un motivo, immediatamente percepibile, c’era: nello scorrere lentissimo di quel fiume, ogni tanto passava una barca. Una frase, una similitudine, un’osservazione minuscola, l’esattezza di un colore, la precisione millimetrica di un aggettivo. E non c’era passaggio di barca, per quanto raro, che non fosse davvero memorabile (in particolare le similitudini, da rimanere a bocca aperta).
Così, per un po’ me ne sono stato ad aspettare il passaggio delle barche, paziente. Poi, pagina dopo pagina, senza accorgermene, ho cominciato a capire il fiume. È durata un po’, e alla fine qualcosa è successo, perché, d’improvviso, ero in quel fiume. Non c’era più lentezza, ma un certo passo del cuore, irrimediabilmente giusto. Quel che prima mi sembrava una collezione sfinente di dettagli inutili adesso mi appariva come il corretto censimento delle cose, il minimo che si debba concedere al miracoloso esistere del mondo. Da lì in poi, è stato tutto facile. Avrebbe anche potuto non finire mai. Così ho navigato per milleduecento pagine e adesso mi toccherebbe spiegare perché l’ho vissuto come un viaggio struggente (personalmente ritenevo deceduto questo aggettivo decenni fa, ma ora non ne trovo un altro per tradurre in una parola il sound di quel fiume, l’inclinazione di quello sguardo, il tono di voce, la luce). Non so, credo di essere rimasto abbagliato dalla calma con cui quella donna poteva scomporre una sensazione, uno sguardo, un sentimento”.

La West nel 1914 ebbe un figlio da una relazione con il grande scrittore di fantascienza H.G. Wells (La guerra dei mondi) di ben 26 anni più vecchio di lei. Per tutta la vita appoggiò le cause femministe (scelse il suo pseudonimo in omaggio all’eroina femminista di un’opera di Ibsen) e la difesa dei principi liberali. Scrisse recensioni letterarie per il Times, per il New York Herald Tribune, il Sunday Telegraph e il New Republic; fu inoltre corrispondente per The Bookman.

Il consiglio che vi do è di provare a leggere il primo dei tre romanzi della trilogia, sono pronto a scommettere che se supererete le prime 50 pagine rimarrete intrappolate in questo “placido fiume” come una mosca nella tela del ragno.

Valmont57

Diversamente giovane, fondatore di Wiki Magazine Italia, (già Scienza & DIntorni), grande divoratore di libri, fumetti e cinema, da sempre appassionato cultore della divulgazione storica e scientifica.

Recent Posts

Zuccheri e alimentazione

Una fonte nutritiva essenziale per il nostro organismo è costituita dagli zuccheri o carboidrati. Tra…

1 giorno ago

Una questione di concentrazione

Troppo spesso leggiamo sui giornali o sui social network di alimenti o sostanze con mirabolanti…

2 giorni ago

Piante di ieri, piante di oggi

L'evoluzione dei vegetali è stata lunga e complessa, con un passaggio fondamentale, quello dall'acqua alla…

2 giorni ago

27 settembre: Notte Europea dei Ricercatori, il progetto CO-Science

Nell’ambito del programma Horizon Europe è stato finanziato, per il biennio 2024 e 2025, dalle…

1 settimana ago

NASA punta al mondo che potrebbe essere abitabile oggi

La sonda spaziale Europa Clipper ha superato un traguardo fondamentale. Ciò porta la missione sulla…

1 settimana ago

Piante pericolose

Alberi killer Il suo appellativo è piuttosto minaccioso, “fico strangolatore”, e per certi versi si…

2 settimane ago