lunedì, Settembre 16

Spinoza: tra libertà religiosa e libertà di espressione.

Spinoza è un vero e proprio ‘caso’ che esplode nel periodo storico in cui vive, non solo perché è un razionalista ma anche perché è ebreo (la confessione religiosa a cui appartiene sarà per secoli oggetto di persecuzioni). Egli vivrà perseguitato anche dagli stessi ebrei per le idee che propone e sostiene. In particolare, la Repubblica olandese attua in quel periodo una politica tollerante nei confronti delle diverse confessioni. Altro particolare è che gli ebrei che vengono da diverse parti del mondo in quel periodo hanno diversa estrazione sociale, Spinoza appartiene a quella dei sefarditi.

L’approccio razionale

Il filosofo che stiamo analizzando porta l’approccio razionale anche nella lettura dei testi sacri e per questo viene cacciato dalla sua sinagoga. Cherem è il termine ebraico che significa scomunica, indica un annullamento, ha un senso molto più profondo della parola scomunica che noi utilizziamo, per rendere l’idea quello di ‘tu non esisti più per noi’.

Il punto di vista teologico

Dal punto di vista teologico Spinoza elabora una teoria del tutto. Dio è sostanza, è il principio  da cui nasce e si fonda ogni cosa. Questa sostanza è infinita nello spazio e nel tempo, quindi eterna. Egli, quindi, mette in discussione l’idea di creazione, perché se Dio non coincide con l’universo e l’universo non è stato creato è perché Dio è eterno, non l’ha creato ma coincide con lo stesso. Dio è il mondo. Possiamo quindi considerarlo ateo perché non crede nelle divinità tipiche monoteiste e panteista perché di fatto mette Dio in ogni cosa del mondo, è sostanza del mondo.

Tre gradi differenti

Entriamo adesso in una riflessione più profonda. Se non c’è niente fuori, prima o dopo la sostanza unica, infinita ed eterna, ne fanno parte, oltre alle singole cose, anche i pensieri che le rappresentano. Più precisamente essi sono due distinte manifestazioni (Spinoza li chiama attributi, che nelle loro forme particolari si chiamano modi) della medesima sostanza unica, o almeno sono le uniche che noi uomini conosciamo. Per quanto riguarda il versante dei pensieri (e cioè la conoscenza), Spinoza ne distingue tre differenti gradi, in base alla chiarezza e alla distinzione: il grado dell’opinione e dell’immaginazione, il grado della conoscenza razionale e infine il grado della conoscenza intuitiva.

Il grado di opinione e immaginazione

Iniziamo dal grado di opinione e immaginazione in cui i pensieri sono legati a ciò che percepiamo tramite i sensi; sono vaghi e confusi, perché non rispecchiano un ordine stabile delle cose. Tuttavia, possono essere utili a guidare il nostro agire.

Il grado di conoscenza razionale

Il grado della conoscenza razionale invece è quello della scienza, che usa nozioni comuni a tutti e cioè le caratteristiche generali delle cose. I migliori esempi sono la matematica, la geometria o la fisica, le quali procedono per concatenazioni, seguendo un ordine necessario, che corrisponde a quello osservabile nella natura. Si passa dal piano dell’utilità a quello della verità.

Il grado di conoscenza intuitiva

Infine, il grado della conoscenza intuitiva che è quello della filosofia e vede le cose direttamente come sono in Dio. Questo terzo genere (che ha tratti addirittura mistici) presenta problemi che non possiamo affrontare in questa sede. Diciamo che per Spinoza esiste la possibilità di cogliere con uno ‘sguardo’ della mente il perfetto ordine delle cose e che in tal modo le cogliamo così come sono in Dio. Limitiamoci a dire che è un tipo di sapere diretto come il primo e rigoroso come il secondo.

In che grado inserisce la religione?

Dopo aver fatto questa analisi, precisiamo che Spinoza inserisce la religione nel primo grado, quello delle opinioni e dell’immaginazione. Le religioni non mirano alla verità, ma all’obbedienza e quindi al potere. Il destinatario dei testi sacri era un pubblico ignorante, che non era in grado di analizzare pensieri profondi e proprio per questo motivo occorreva stimolare l’immaginazione allo scopo di ottenere obbedienza. La religione non va presa alla lettera, ma vuole trasmettere dei concetti.

Lo scopo di Spinoza

Lo scopo di Spinoza e delle sue opere è quello di demolire i pregiudizi dei teologi e di mettere fine alla propria fama di ateo difendendo la libertà di filosofare e di manifestare le proprie opinioni liberamente. È necessario quindi realizzare un modello di stato che permetta questo. Come ci spiega nel Trattato teologico politico, l’essere umano è sottoposto a una duplice tensione: quella politica e quella teologica. Cerca quindi di spiegarci che il versante politico e quello teologico non sono necessariamente nemici della libertà a patto che si utilizzi un approccio razionale.

Superstizione

Nell’affrontare il tema della religione emerge il tema della superstizione. Un sapere razionale e non controllato, esatto opposto del sapere razionale. Spesso lo stato utilizza la superstizione per esercitare il proprio potere (perché è strumento ottimale di dominio sulle masse). Quando invece trova un’applicazione in capo religioso si chiama dogma (dato quindi per fatto e non discutibile), che  non ammette dissenso e riduce l’uomo ad una bestia privandolo dell’uso della ragione. Nella prefazione fa riferimento al governo olandese e soprattutto alla libertà che questo consente. Per Spinoza non è vero che concedendo libertà di culto e di giudizio si generano lotte e controversie anzi, più si è liberi più c’è pace e principi razionali.

Il regime più pericoloso per la libertà è la monarchia

Il regime più pericoloso è la monarchia (perché sopprime la libertà): la religione è strumento della monarchia per governare e schiavizzare gli uomini facendoli combattere tra loro. Un regime quindi fondato sulla paura. La religione viene comunemente intesa come obbedienza ai vescovi, al papa ad esempio perché ‘così vuole Dio’. La fede si è ridotta a superstizione  e pregiudizi, rendendo gli uomini bruti e privi di capacità d’intelletto. Diviene quindi un oggetto di obbedienza non più umano. La medicina per questo problema è il lume dell’intelletto. Svelato questo mistero, ci sono dei rapporti di potere. La religione utilizza e strumentalizza il potere per ottenere obbedienza e chi non obbedisce è perseguitato. La via per uscire da questo vortice è il ricorso alla ragione nell’interpretazione dei testi sacri. Dobbiamo trarre dalla sola scrittura gli elementi contenutistici. Il contenuto è giustizia e carità ed è alla base della virtù divina.

La sacra scrittura

Bisogna quindi partire dalla sacra scrittura e non dal lume naturale. Nelle sacre scritture abbiamo a che fare non con un sapere delle scienze della natura ma dobbiamo applicare la ragione all’interno della sacra scrittura senza portare al suo interno conoscenze che ci pervengano per natura, perché quello della religione è un modo a sé e va quindi interpretata secondo un metodo proprio. L’autorità dei profeti non ha una valenza scientifica. Il messaggio dei profeti riguarda come l’uomo si deve rapportare agli altri ma non bisogna dargli retta per quanto riguarda le verità scientifiche. Chi è superstizioso resta prigioniero di questo equivoco. La bibbia ha uno scopo fondamentale, quello di fare presa  sulla mentalità dei destinatari, quindi di ottenere obbedienza. Non si può subordinare la natura alla bibbia e nemmeno decodificarla per far prevalere la scienza naturale.

I miracoli

Spinoza tratta anche il tema dei miracoli che a suo parere sono assurdi e contro natura, perché arriviamo alla conclusione che Dio sta agendo contro sé stesso (poiché Dio ha creato  il tutto e allo stesso tempo è sostanza). Il problema è quindi il seguente: perché dio dovrebbe correggersi? In realtà quello che avviene non è altro che un fatto che ci colpisce (che consideriamo assurdo o contro-natura), che ci appare miracoloso perché lo decontestualizziamo e di conseguenza non lo comprendiamo e lo trasciniamo all’interno della ragione. Il miracolo quindi lo concepiamo come segno divino perché è ancora un processo immaturo per la nostra conoscenza e non lo comprendiamo. Se abbiamo quindi la capacità di dividere scienza e religione, riusciamo a comprenderle e valorizzarle nel loro contesto.

Lo scopo della sacra scrittura

La scrittura mira a far sì che l’uomo viva in carità e con determinati valori. Ciò in cui un uomo crede realmente lo vediamo dal suo comportamento e dalle azioni che compie. Colui che ama è chi si comporta in maniera giusta. Non importa in cosa crede, ma il modo in cui si comporta. Il metodo della teologia è l’autorità ossia l’interpretazione imposta come strumento di potere. Il metodo della scienza e della filosofia invece è quello della ragione. I testi sacri vanno interpretati allo stesso livello di natura (dove non trovano posto argomenti come l’autorità). Anche nel leggere la bibbia dobbiamo avere una critica spassionata e sistematica. Dobbiamo trovare il messaggio di virtù all’interno della scrittura stessa. Dobbiamo di fatto distinguere l’autenticità del significato dalla verità del contenuto.

Il Trattato teologico-politico

In sostanza nel Trattato teologico-politico sostiene la necessità per uno stato di garantire ai suoi cittadini libertà di pensiero, di espressione e di religione attraverso una politica di tolleranza di tutte le confessioni e di tutti i credi, senza interferenze in questioni che non riguardino la sicurezza e la pace della società. In nome di questa libertà di coscienza Spinoza pretende l’assoluta laicità dello Stato. L’autorità religiosa non si deve intromettere nelle convinzioni di coscienza dei singoli cittadini; chi è credente obbedirà alla gerarchia della sua Chiesa e dovrà limitarsi a quanto la sua fede prescrive cercando di essere giusto e caritatevole verso il prossimo.

Libertà di espressione

L’eguaglianza tra gli individui legittima chi ha il potere allo scopo di proteggere la libertà di tutti. Pensare ed esprimersi liberamente è la prosecuzione delle libertà di cui è fatto l’individuo. La libertà d’espressione non ha beneficio solo individuale ma anche per l’ascoltatore, perché permette di valutare personalmente l’opinione di un’altra persona (che può creare un cambiamento o modificare il pensiero di chi ascolta attraverso il confronto).

Perchè Spinoza è un filosofo particolarmente attuale

Concludo questo breve articolo invitandovi a una profonda riflessione. Spinoza è un pensatore molto attuale nella pratica. Siamo abituati specialmente in ambito sociale a pensare che la libertà di espressione sia un qualcosa di effettivo, che la comunicazione e il confronto siano un qualcosa di reale e di presente nel quotidiano, in quella che noi definiamo normalità. Siete realmente sicuri di essere predisposti al confronto e al dialogo? Di saper comunicare? Di essere liberi di esprimervi? Pensateci.

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