giovedì, Settembre 19

La formula della sopravvivenza

William Henry Gates III, meglio conosciuto come Bill Gates ormai da tempo, dopo aver lasciato la guida di Microsoft, si occupa prevalentemente della sua Fondazione “Bill e Melissa Gates”. Con un patrimonio di 50.7 miliardi di $ è oggi considerata la fondazione più grande del mondo ed è attiva nella ricerca medica, nella lotta all’AIDS e alla malaria, nel miglioramento delle condizioni di vita nel terzo mondo e nell’educazione.

Il controverso imprenditore, nel 2009, insieme ad un altro miliardario  Warren Buffett ha lanciato  The Giving Pledge, una campagna per mezzo della quale loro e altri super ricconi si impegnano a donare almeno metà del proprio patrimonio alla filantropia.

Comunque la si pensi sul fondatore di Microsoft non si può negare anche il suo forte impegno per la sostenibilità ambientale e la lotta ai cambiamenti climatici. Nel suo ultimo libro “Clima: come evitare un disastro”, Gates sviluppa i suoi ragionamenti intorno ad una formula PxCxExA, che potremmo definire come la formula della sopravvivenza dell’umanità.

P sta per la popolazione mondiale, C la quantità di servizi e beni consumati nel mondo, E l’energia necessaria per produrli e A la quantità media di anidride carbonica liberata dalla produzione di energia. Per evitare una catastrofe ambientale il prodotto di questi fattori dovrebbe essere pari a zero.

Da tempo la comunità scientifica, le organizzazioni ambientaliste e i settori più illuminati della politica chiedono che le emissioni di anidride carbonica vengano progressivamente azzerate entro la fine di questo secolo. Tornando alla formula un prodotto può azzerarsi soltanto quando almeno uno dei fattori si azzera.

La popolazione

Una drammatica “sfoltita” della popolazione mondiale ridurrebbe certamente il problema, ma nel lungo termine esso si ripresenterebbe con la stessa intensità. Inoltre la storia del Novecento ci insegna che nonostante due guerre mondiali, le pandemie di spagnola e AIDS, ed un’altra serie di conflitti minori, che hanno causato tra i 200 e i 300 milioni di morti, la popolazione mondiale è cresciuta vertiginosamente ed oggi ci attestiamo intorno ai 7,5 miliardi di individui.

L’unica possibilità concreta di sterminare l’intera razza umana sta proprio in una inescusabile inazione di fronte alle cause ed agli effetti dei cambiamenti climatici che potrebbe condurre in un futuro prossimo anche all’estinzione di Homo Sapiens.

I consumi

Se possibile ancora più irrealistica è una drastica compressione dei consumi. Tutte le previsioni, anzi, prevedono una crescita del consumo di beni e servizi su scala planetaria. Da un lato ci sono i paesi in via di sviluppo che giustamente pretendono di stare meglio, dall’altra la fetta di popolazione che vive nei paesi più ricchi che esige di consumare sempre di più. Studi dell’ONU dimostrano che coniugare una realistica lotta alle emissioni dannose non è conciliabile con una crescita media del 2-3% del PIL mondiale. Ergo, anche questo fattore della formula della sopravvivenza non lascia spazio ad una ragionevole speranza.

Il consumo energetico

Sul fronte del risparmio energetico ormai da qualche anno si moltiplicano le prassi individuali e collettive per una maggiore efficienza energetica e per una sua produzione “pulita”. L’installazione di pannelli fotovoltaici, l’utilizzo sempre più massiccio di lampadine a basso consumo, la progressiva introduzione sul mercato di auto ibride o elettriche, l’acquisto di prodotti a chilometro zero, sono tutte pratiche che certamente rivelano un’attenzione verso l’ambiente ma che non incidono significativamente nel ridurre il consumo energetico.

Secondo i citati studi delle Nazioni Unite nel 2050 il consumo energetico aumenterà del 50% rispetto ad oggi.

La produzione energetica

La soluzione, l’unica concretamente praticabile, è quindi quella di produrre energia a zero emissioni di anidride carbonica. Idroelettrico, eolico e solare però sono in grado di produrre una minima parte dell’energia richiesta dalla nostra dispendiosa società.

Qualcuno, come Gates, teorizza la necessità di ricorrere al nucleare “pulito e sicuro” come quello dei reattori ad onde viaggianti. Un reattore a onde viaggianti ( TWR ) è un tipo di reattore a fissione nucleare in grado di convertire materiale fertile in combustibile utilizzabile attraverso la trasmutazione nucleare , in tandem con la combustione del materiale fissile.

I TWR differiscono da altri tipi di reattori a neutroni veloci e autofertilizzanti per la loro capacità di utilizzare il combustibile in modo efficiente senza arricchimento o ritrattamento dell’uranio , utilizzando invece direttamente l’ uranio impoverito , l’uranio naturale , il torio , il combustibile esaurito rimosso dai reattori ad acqua leggera o una combinazione di questi materiali.

Il nome si riferisce al fatto che la fissione rimane confinata in una zona di confine nel nocciolo del reattore che avanza lentamente nel tempo. Le TWR potrebbero teoricamente funzionare in modo autonomo per decenni senza fare rifornimento o rimuovere il combustibile esaurito.

Accelerare la ricerca su questa tipologia di “nucleare verde” potrebbe permettere l’azzeramento della formula della sopravvivenza ed un futuro per l’umanità.

Rimane da capire come sia possibile convincere una parte dell’opinione pubblica che il tanto deprecato e giustamente temuto nucleare possa rappresentare una delle ultime chance prima del disastro.

Per saperne di più:

I reattori ad onde viaggianti

Fonti:

alcune voci di Wikipedia

Le Scienze, marzo 2021, ed. cartacea

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