lunedì, Settembre 16

La guerra del Mein Kampf

Tra tutte le campagne militari della Germania nazista durante il secondo conflitto bellico, quella che aderì forse più strettamente ai farneticanti concetti del Mein Kampf, fu l’invasione dell’Unione Sovietica.

L’Operazione Barbarossa doveva essere condotta secondo metodi più spietati e definitivi di qualunque altra operazione militare intrapresa fino ad allora. In un discorso ufficiale rivolto alle più alte cariche militari, convocate nella cancelleria del Reich il 30 marzo, Hitler non lasciò dubbi circa il fatto di aspettarsi da loro strategie molto più spietate di quelle usate durante la conquista dell’Europa occidentale nel corso dell’imminente guerra contro la Russia. «La guerra sarà tale da non poter essere condotta in modo cavalleresco» dichiarò. «Si dovrà usare una durezza senza precedenti, spietata e implacabile. Tutti gli ufficiali dovranno liberarsi delle loro obsolete teorie dei tempi andati». Questo genere di guerra era «al di là della capacità di comprensione di voi generali», proseguì, e lui si aspettava esclusivamente «un’obbedienza assoluta e incondizionata» nell’eseguire tutti i suoi ordini.

Per Hitler gli slavi erano Untermenschen, una specie subumana che gerarchicamente si poneva solo di poco sopra i «parassiti» e che pertanto meritava una lotta senza quartiere e se necessario la totale soppressione fisica anche dei civili e di coloro che si arrendevano di fronte alle avanzate delle armate hitleriane.

Questo modo di concepire l’attacco all’URSS razzista e spietato sarà uno degli errori più gravi che Hitler commetterà in quel 1941 decisivo per le sorti del conflitto. L’invasione della Russia doveva essere oltre che una liquidazione del comunismo anche il modo di mettere le mani su quello che la propaganda nazista considerava un ricco bottino di materie prime e di rifornimenti alimentari, senza alcun riguardo per le popolazioni civili.

Per assicurare il compimento del sogno di Hitler di trasformare l’Ucraina in una fonte in apparenza inesauribile di grano per nutrire il popolo e l’esercito tedesco, venne stilato il Piano Fame, che prevedeva di ridurre alla fame «l’eccedenza» della popolazione locale – secondo le stime significava far morire in modo deliberato di fame un numero compreso tra i venti e i trenta milioni di persone.

Oltre all’orribile concezione di condannare alla morte per fame milioni di civili le selvagge politiche di sfruttamento agricolo previste dai piani di Hitler sovrastimavano ampiamente il potenziale agricolo dell’Ucraina dopo una decade di collettivizzazione stalinista forzata e le morti in massa per fame. Alla vigilia della guerra, nella regione solo un ridotto quantitativo di grano veniva prodotto per l’esportazione fuori dall’Unione Sovietica.

Per completare i concetti del Mein Kampf Hitler riteneva l’Unione Sovietica come un fonte quasi inesauribile di schiavi slavi che avrebbe fornito al Terzo Reich la necessaria manodopera per compensare le carenze provocate nell’agricoltura e nell’industria dal numero crescente di giovani uomini che andavano a unirsi ai ranghi dell’esercito e delle altre forze di sicurezza.

Un altro elemento che prova il carattere di sterminio dell’invasione nazista della Russia è il famigerato “Ordine del commissario” , redatto più di un mese prima dell’attacco, che ordinava l’esecuzione di tutti i commissari politici delle unità dell’Armata Rossa anche nel caso in cui avessero cercato di arrendersi. Furono pochi gli alti ufficiali che manifestarono dissenso o perplessità per questo documento.

Secondo quanto riportato nel diario di Engel il 23 maggio, il feldmaresciallo von Kluge «mi supplicò di convincere il F. [Führer] a cambiare il pericoloso Ordine del commissario”. Inoltre chiese che in ambito militare fosse esercitato un controllo più stretto sulle Einsatzgruppen, le squadre dei servizi segreti specializzate negli omicidi.

E’ così che l’Operazione Barbarossa progettata per il terrore e con politiche di sfruttamento delle risorse sovietiche ai limiti del genocidio di un popolo aggiungeranno alle problematiche militari dell’invasione quell’avversione dei contadini russi verso i soldati tedeschi che con altre politiche più tolleranti ed intelligenti avrebbero invece potuto vedere persino come liberatori di fronte al regime staliniano.

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