In un precedente articolo, “Franchi e Longobardi, una vecchia inimicizia” abbiamo sommariamente esaminato le ragioni che porteranno al conflitto tra i due popoli nel 773-774. Carlo Magno le cui gesta militari vanno osannate più ancora che per l’abilità di tattico di genio, per quella di straordinario organizzatore e accurato programmatore della logistica, si trovò ad affrontare nella preparazione della campagna militare, il dubbio sulla strada da seguire per l’invasione della penisola italica.
All’epoca due erano le principali strade che dall’Europa occidentale conducevano in Italia. La prima, forse la più praticata da mercanti e pellegrini, era la via Francigena, conosciuta anche come via Romea che da Lione risaliva la valle dell’Arc, passava il colle del Moncenisio e discendeva la valle di Susa. Allo sbocco della valle però i longobardi avevano rafforzato un sistema difensivo, detto le Chiuse, formato da posti di guardia, terrapieni fortificati e palizzate.
L’altra strada romana che permetteva di scendere in Italia, anch’essa assai frequentata lungo tutto il Medioevo era quella del Gran San Bernardo, chiamato, a quel tempo, Monte di Giove, la strada sfociava nella pianura, all’altezza dell’attuale forte di Bard. Anche questa via però era sbarrata da un sistema difensivo simile a quello delle Chiuse che, almeno sulla carta, avrebbe reso problematica l’invasione dell’esercito franco.
Carlo Magno quando dopo aver assunto la decisione definitiva di attaccare i Longobardi decise di riunire l’esercito intorno a Ginevra. Le ragioni militari erano essenzialmente due: la prima era l’ubicazione abbastanza centrale di quella località che facilitava la mobilitazione delle forze franche, un processo logistico che durò alcuni mesi. Questa operazione non poteva sfuggire allo sguardo occhiuto dei Longobardi, ma qui subentrava la seconda ragione di questa scelta: da Ginevra era possibile prendere entrambe le strade per irrompere in Italia, quella che passava dalla Val di Susa e quella che transitava per il Gran San Bernardo.
Quando tutto l’esercito franco fu concentrato in quel di Ginevra Carlo decise di suddividerlo in due distinte colonne. Una delle due colonne, al comando di suo zio Bernardo sarebbe passata per la via del Gran San Bernardo, l’altra sotto gli ordini diretti di Carlo avrebbe percorso invece la strada che attraverso il Moncenisio, sarebbe sfociata nella Val di Susa.
Per la prima volta si manifesta l’intento di Carlo di operare una manovra a tenaglia, coordinando sapientemente due cospicue formazioni militari, numericamente superiori al nemico che si apprestavano ad attaccare. Carlo dimostrava attraverso questa tipologia di attacco, che userà frequentemente nel corso della sua vita di condottiero, di essere un comandante militare moderno e molto attento agli aspetti organizzativi e logistici, quasi sempre fattori determinanti per conseguire una vittoria, in luoghi molto lontani dall’Impero e dalle linee di rifornimento.
Fonti:
Carlo Magno di A. Barbero
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