lunedì, Settembre 16

La memoria umana

Noi siamo la nostra memoria. L’intera civiltà umana è stata plasmata dalla memoria di queste singolari scimmie antropomorfe che dominano il pianeta da decine di migliaia di anni. La memorizzazione del linguaggio ha permesso la creazioni di vaste civiltà, prima attraverso la tradizione orale, poi attraverso la scrittura, fino ad arrivare all’era dei computer e di internet.

La memoria si è prima sviluppata come meccanismo della paura per garantire la sopravvivenza della specie. Nei vertebrati si è poi aggiunta una memoria spaziale per migliorare la capacità di muoverci ed orientarci nel mondo, utile sia alla preda che al cacciatore.

Nei mammiferi poi si è sedimentata una sorta di memoria sociale fondamentale per la costruzione di gerarchie e relazioni. Ed infine l’ultimo strato, la memoria soggettiva che definisce la personalità individuale di ogni essere umano. La memoria non ha un luogo centrale dove riporre e custodire le informazioni, in realtà utilizza un network sinaptico talmente complesso e ramificato che ancora oggi deve essere compiutamente compreso.

Ogni frammento di ricordo (parole, panorami, emozioni) è codificato nell’area che lo ha creato (lobo temporale, lobo occipitale, sistema limbico) e riattivato ogni volta che viene richiamato alla mente. Così come non esiste un unico tipo di memoria. Possiamo distinguere questa preziosa risorsa del nostro cervello in base alle sue specificità. La memoria a breve termine che dura al massimo qualche decina di secondi. Essa registra per un lasso di tempo brevissimo informazioni che ci sono necessarie esclusivamente nell’immediato, come quando facciamo una passeggiata in centro e registriamo per alcuni istanti la vetrina di un negozio o una persona incrociata durante il nostro percorso. Se qualche meccanismo associativo non ci spinge a “stoccare” le informazioni di questo tipo di memoria, essa svanirà appunto dopo pochi secondi. A meno che non si soffra di una particolare patologia che si chiama ipertimesia e che costringe i malcapitati che ne soffrono a ricordarsi cosa si è mangiato il 4 agosto 2011 o il titolo di un quotidiano letto dieci anni prima.

Della memoria a breve termine fa parte la memoria operativa che, a titolo d’esempio, è quella che usiamo ripetendo mentalmente un numero di telefono sconosciuto, al fine di conservarlo per un’altra manciata di secondi e riuscire così a completare l’operazione di chiamata.

La memoria breve è fondamentale per costruire e radicare la memoria a lungo termine. Nella memoria a lungo termine è stoccato tutto quello che conosciamo e quindi in definitiva tutto quello che siamo. Possiamo suddividerla in:

  • memoria esplicita, che può essere episodica (il menù dell’ultimo pranzo di Natale; la data di nascita della compagna) o semantica ( per entrare al teatro ci vuole il biglietto);
  • memoria implicita, che riguarda i ricordi motòri automatici (scrivere a penna, andare in bicicletta) e quindi anche i riflessi condizionati.

Potremmo aggiungere anche la memoria spaziale che ci permette di orientarci in spazi sconosciuti. La memoria umana agisce attraverso meccanismi associativi. E’ molto più semplice ricordare un evento se lo associamo a qualcosa di già noto. Tutti i campioni di memorizzazione usano meccanismi associativi per le loro performance.

Akira Haraguchi, settantenne ingegnere giapponese, nel 2006 ha recitato a memoria i primi 100mila decimali del Pi greco (3,1415926535 eccetera), cominciando alle 9 di mattina e terminando alle 1: 28 del giorno seguente.

La memoria associativa permette anche la ricostruzione multisensoriale dei ricordi (i profumi di una certa vacanza al mare, il timore di un lontano esame universitario, etc.). La memoria è strettamente connessa con l’apprendimento. Per consolidare la memoria è fondamentale la ripetizione associata alla concentrazione ed alla motivazione. Insomma quello che ci veniva ripetuto come un mantra a scuola ovvero ripetere, ripetere ed ancora ripetere magari non era il massimo per farci appassionare allo studio ma per la memoria era un vero toccasana.

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