giovedì, Settembre 19

La morte di Hindenburg e la fine della Presidenza del Reich

Circa un mese dopo l’esito drammatico della Notte dei Lunghi Coltelli, la decapitazione dei vertici delle camicie brune (le SA) e di numerosi altri esponenti della dissidenza verso Hitler, esattamente il 1 agosto 1934, il Cancelliere del Reich volò a Neudeck, nella Prussia Orientale, nella dimora che ospitava l’agonizzante Capo dello Stato tedesco Paul von Hindenburg.

Hindenburg era talmente confuso e malato che pensò di essere davanti al Kaiser e chiamò Hitler “Maestà”. Il Furher apprese dai medici che il vecchio generale aveva al massimo poche ore di vita. Ripreso l’aereo per Berlino, quella sera stessa Hitler convocò un Consiglio dei Ministri e fece emanare una legge che prevedeva che al trapasso dell’ottantasettenne Hindenburg la carica di Presidente del Reich con i relativi poteri si fondesse con quella di Cancelliere del Reich.

Il giorno dopo, 2 agosto 1934, alle 9 del mattino, il vecchio Presidente emanava l’ultimo respiro. Il provvedimento legislativo che fondeva le due cariche entrò in vigore il 19 agosto con un plebiscito nazionale. Con questa legge il Furher diventava anche Comandante Supremo delle Forze Armate le quali con una solerzia senza precedenti, lo stesso giorno della morte di Hindenburg chiamavano ufficiali e soldati ad effettuare un nuovo giuramento dal quale venivano espunti tutti i riferimenti alla Costituzione.

Il giuramento era così concepito: Giuro su Dio questo sacro giuramento che al capo dell’impero e del popolo tedesco, Adolf Hitler, comandante supremo delle forze armate, Io renderò obbedienza incondizionata e che, come un soldato coraggioso, io in ogni momento sarò preparato a dargli la vita per questo giuramento.”

L’aspetto più inquietante di questo giuramento era la locuzione “incondizionata obbedienza” che faceva chiaramente intendere che essa non poteva essere limitata da alcuna legge. Solo pochissimi ufficiali si resero conto dello stravolgimento imposto dal nuovo giuramento che come prassi del regime nazista fu legittimato retroattivamente da una legge del 20 agosto. Non si trattava certo di una novità, anche il massacro della Notte dei Lunghi Coltelli, che causò la morte di 150-200 persone, avvenuto al di fuori di qualsiasi quadro giuridico, fu legittimato successivamente con un decreto.

Sempre il 20 agosto Hitler scrisse una stucchevole lettera di ringraziamento al Ministro della Difesa Blomberg per il nuovo giuramento delle Forze Armate. Questi in un ennesimo atto di servilismo impose nei successivi giorni che ogni appartenente all’esercito si rivolgesse ad Hitler con l’appellativo “Mein Furher”. Un giuramento simile fu imposto anche ai dipendenti pubblici. Come scrisse nel 1939 un giovane costituzionalista Huber la carica di Fuhrer traeva la propria legittimità dalla “volontà compatta del popolo tedesco”.

Il cerchio era chiuso ed Hitler diventa a tutto tondo il dittatore che in pochi anni getterà il suo Paese nell’orrore della Seconda Guerra Mondiale.

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