La nascita della filosofia

Secondo Aristotele (e non soltanto lui) il primo filosofo occidentale fu Talete di Mileto, nato presumibilmente tra il 640 ed il 625 avanti Cristo e morto nel 547.
Mileto era all’epoca un fiorente centro commerciale in cui viveva una numerosa colonia di schiavi e si combatteva un’aspra lotta di classe tra ricchi e poveri con alterne vicende.
Talete incluso da Platone tra i “sette savi” dell’antichità passerà alla storia più per il suo talento di scienziato che per quello di filosofo.
Egli infatti divenne famoso per aver predetto un eclissi che si sarebbe verificata il 28 maggio del 585 a.c. che avrebbe impressionato talmente i Medi e i Lidi, in guerra tra loro, da smettere di combattere nonché consentito di elaborare un espediente che avrebbe permesso all’esercito di Creso, il re della Lidia in guerra contro il persiano Ciro il Grande, di attraversare il fiume Halys.
Non dobbiamo però dimenticare che per secoli le figure dello scienziato (in particolare l’astronomo, il fisico, l’alchimista) e del filosofo erano un tutt’uno, difficilmente distinguibili.
Si dice che Talete abbia viaggiato in Egitto e da li riportato ai Greci la scienza della geometria. Si trattava di una conoscenza per lo più empirica, sembra che Talete fosse in grado di calcolare l’altezza di una piramide in base alla lunghezza della sua ombra oppure la posizione di una nave, prendendo come riferimento due punti sulla terraferma.
Secondo Aristotele, Talete asseriva che l’acqua fosse alla base di tutta la materia del mondo e che la superficie terrestre poggiasse su uno strato d’acqua.
Anassimandro il secondo filosofo della scuola di Mileto è per certi aspetti molto più interessante di Talete. Anche di lui non sappiamo bene le date di nascita e di morte ma si dice che avesse 64 anni intorno al 547 a.c.
Egli sosteneva che tutte le cose del mondo derivavano da una sostanza primigenia, che però non era l’acqua come affermava il suo predecessore Talete, piuttosto una sostanza infinita, eterna e senza età.
Anassimandro sosteneva inoltre che il nostro non era l’unico mondo esistente ma soltanto uno tra i molti.
Per Anassimandro l’acqua, l’aria, il fuoco erano in contrasto tra loro e quindi nessuna di queste poteva essere la sostanza primigenia, perchè altrimenti, prendendo il sopravvento avrebbe “cancellato” le altre. I mondi poi per il filosofo di Mileto non erano creati, come poi successivamente si decreterà nella tradizione giudaico-cristiana, ma si evolvono in continuazione. Anassimandro era pieno di curiosità scientifica e si dice che sia stato il primo a disegnare una carta geografica.

Il terzo ed ultimo grande filosofo di Mileto fu Anassimane, all’epoca molto più famoso di Anassimandro.
Probabilmente visse prima del 494 a.c. anno nella quale Mileto fu distrutta dai Persiani.
Egli sosteneva che la sostanza primigenia era l’aria, mentre il fuoco era aria rarefatta, mentre quando si condensa l’aria diventa acqua, poi terra ed infine pietra.

Come appare evidente l’evoluzione dell’aria, sostanza dalla quale nasce tutto per Anassimene è legata al processo di condensazione: ancora una volta filosofia e scienza sono inestricabilmente avvinte.

Valmont57

Diversamente giovane, fondatore di Wiki Magazine Italia, (già Scienza & DIntorni), grande divoratore di libri, fumetti e cinema, da sempre appassionato cultore della divulgazione storica e scientifica.

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